A New York sta arrivando il primo museo dell’hip hop

La sera dell’11 agosto 1973, nel Bronx, nel corso di una delle leggendarie feste al 1520 di Sedgwick Avenue durante le quali intratteneva i presenti con sonorità allora sconosciute al grande pubblico come soul, funk e reggae, il giovane dj Kool Herc (al secolo Clive Campbell) decide di “allungare” il break, l’interludio musicale dei pezzi, giocando con due copie dello stesso disco poste su due piatti diversi. Nasce così l’hip hop, un nuovo genere musicale partito come fenomeno underground ma destinato a diventare sempre più popolare.<h2>UN MUSEO PER L’HIP HOP</h2>Nello stesso quartiere, e non lontano da quell’indirizzo di grande valore storico, sorgerà l’Universal Hip Hop Museum, il primo spazio espositivo al mondo interamente dedicato all’approfondimento della cultura hip hop e dei diversi elementi che la compongono: oltre alle attività prettamente musicali come il DJing e l’MCing – il “parlare al microfono” che tanto caratterizza il genere – ci sono, non meno importanti, il graffitismo e la breakdance.Il nuovo museo aprirà le sue porte nel 2024, un anno più tardi rispetto a quanto inizialmente previsto, grazie a un investimento di 80 milioni di dollari tra fondi pubblici e contributi privati. A posare la prima pietra sono stati chiamati alcuni tra i grandi protagonisti della storia dell’hip hop, da Grandmaster Flash a Slick Rick, da Chuck D a Nas passando per Fat Joe e LL Cool J.<h2>LA MUSICA COME STRUMENTO DI RISCATTO</h2>Quest’ultimo ha ricordato la portata identitaria, e il potere liberatorio, che la nuova cultura musicale e artistica ha avuto negli anni Settanta e Ottanta per la gioventù marginalizzata del Bronx, e in particolare per i giovani afroamericani.[Immagine in apertura: New York. Photo by Carl Solder on Unsplash]

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“Centosedici film sembrano tanti, eppure sono solo una goccia se pensiamo al mare di storie che inonda gli schermi cinematografici da oltre centoventi anni. Scegliere è stato difficilissimo”. A pronunciare queste parole è Manlio Castagna, uno dei più amati esperti di cinema per ragazzi (e non solo), presto in libreria con un volume per piccoli cinefili.<h2>UN MANUALE DI CINEMA PER RAGAZZI</h2>Sugli scaffali a partire dal 15 giugno per Mondadori (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina), 116 film da vedere prima dei 16 anni è un'attenta ricognizione sulle produzioni cinematografiche adatte agli spettatori più giovani: film che fanno pensare, ridere, piangere e innamorarsi, prendendo per mano chi sta crescendo e conducendolo nel mondo degli adulti grazie al potere delle immagini.Dalla saga di Harry Potter al capolavoro di Wes Anderson Moonrise Kingdom, da American History X di Tony Kaye a Chiamami col tuo nome, passando per Come te nessuno mai, Elephant e Stand by me. Una carrellata di pellicole a volte più popolari, altre di nicchia, raccontate con schede tecniche, immagini e curiosità su come funziona il mondo del cinema dietro le quinte. Un manuale di film imperdibili da vedere prima di diventare grandi.

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