La Sardegna si prepara al festival jazz ideato da Paolo Fresu

La Sardegna si prepara a uno degli appuntamenti musicali più rappresentativi della sua estate: Time in Jazz, il festival fondato e diretto da Paolo Fresu a Berchidda, il suo paese natale in provincia di Sassari. Situato ai piedi del monte Limbara, il piccolo borgo sarà il “cuore” della rassegna, giunta alla 34esima edizione.Tante le location occupate dagli eventi, molti dei quali a cielo aperto, come confermato dal titolo di questa edizione: Stelle, un omaggio a Dante Alighieri nel settimo centenario della morte. “Attilio Momigliano, critico letterario vissuto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, identifica nelle stelle la vera meta di Dante Alighieri”, ha raccontato Fresu. “Non a caso queste ricorrono alla fine di ognuna delle cantiche della 'Divina Commedia'. Sono un'ode all'amore, nobile sentimento che anima il mondo e la vita e che il poeta fiorentino descrive attraverso la raffinata metafora degli astri”.<h2>IL CALENDARIO DI TIME IN JAZZ</h2>In programma dal 7 al 16 agosto, i vari concerti avranno luogo in spazi diversi della cittadina – a partire dall'arena allestita in Piazza del Popolo –, toccando anche una quindicina di altri comuni e località a nord dell'isola: da Arzachena a Bortigiadas, da Ittiri a Olbia a Tempio Pausania. In ognuna di queste location, gli spettacoli si alterneranno dal mattino alla sera, trasformando chiesette di campagna, boschi, siti archeologici e vicoli poco frequentati in toccanti scenografie, tra arte e natura.È il caso, ad esempio, di Heroes, uno dei concerti di spicco del cartellone di Time in Jazz: un omaggio a David Bowie che andrà in scena l'11 agosto grazie all'ensemble formato da Fresu, Petra Magoni, Francesco Diodati e altri talentuosi musicisti. La stessa Magoni sarà inoltre protagonista – insieme a Ferruccio Spinetti del duo Musica Nuda – dell'atteso omaggio a Fabrizio De André a L'Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne dimora del grande cantautore genovese.<h2>NON SOLO MUSICA</h2>E poi ancora il concerto di Fabio Concato a Berchidda il 14 agosto, la traversata marittima a bordo di una nave da Livorno a Golfo Aranci, la performance di John De Leo a Telti e l'evento di chiusura, il 16 agosto, ovviamente in compagnia del “padrone” di casa: Paolo Fresu, protagonista di un concerto presso lo stagno di San Teodoro. Per visionare l'intero programma (ricco di mostre, incontri e degustazioni gastronomiche) vi invitiamo a consultare l'<a href="https://www.timeinjazz.it/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">apposita pagina web</a>.[Immagine in apertura: Paolo Fresu @ Time in Jazz 2018. Photo Roberto Sanna]

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La puntata di Artbox in onda su Sky Arte giovedì 15 aprile parte da Roma, dove la mostra Io dico Io, allestita alla Galleria Nazionale, celebra la creatività femminile traendo ispirazione dalle opere e dal pensiero della critica d’arte Carla Lonzi, fondatrice del primo collettivo femminista in Italia, e presentando per la prima volta al pubblico i materiali del suo archivio. L’esposizione riunisce 49 artiste italiane di diverse generazioni che hanno raccontato, ognuna con il suo vissuto, la propria autenticità. Una ricerca sul presente che abbatte schematismi e pregiudizi a partire da immaginari e sguardi rivolti all’universo femminile.Ci spostiamo poi al Palazzo Spini Feroni di Firenze per la mostra Seta, organizzata dal Museo Ferragamo per raccontare come nasce un foulard tra alto artigianato e creatività. Nelle sale è illustrato un mondo fatto di varie suggestioni: quello racchiuso nei quadri di seta di Fulvia Ferragamo, con fiori dai colori sgargianti, animali con il manto di petali e panorami esotici. La mostra ripercorre le tante fonti di ispirazione da cui sono nati: dall’Oriente al Granduca di Toscana, dai pittori seicenteschi agli scienziati illuministi e persino alle televisioni dell’Est. Il tutto ricostruendo il percorso dall’oggetto ispiratore al foulard, che rivela, così, un tessuto culturale profondo e articolato. Infine, per la rubrica dedicata al lavoro dei giovani artisti, entriamo nello studio milanese di Nicola Lorini, la cui ricerca si muove tra l’esigenza di decostruzione dei modelli di pensiero occidentali e la spontaneità e l’immediatezza della creazione. Nel suo lavoro, l’opera e lo spazio espositivo si fondono generando un punto di equilibrio che però non è mai definitivo ma sempre in divenire.La mostra della vita è affidata a Demetrio Paparoni.

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