Un tour alla scoperta del patrimonio architettonico italiano

Avviato ufficialmente nel 1992, il progetto Open House si basa su un’idea tanto semplice quanto vincente: far conoscere a turisti e abitanti del posto luoghi inediti e solitamente inaccessibili delle città. Sono decine le località che ogni anno partecipano all’appuntamento con visite guidate gratuite ed eventi di varia natura: tra queste anche Roma, Milano, Torino e Napoli, ovvero le destinazioni “nostrane” che hanno sposato lo spirito dell’iniziativa (lo scorso anno in modalità virtuale). E proprio le quattro realtà italiane hanno deciso di rispondere quest’anno alla manifestazione unendo le forze per dare vita a un progetto speciale: si tratta di Open House Italia, la nuova rete dedicata alla (ri)scoperta e alla valorizzazione del patrimonio architettonico della Penisola.<h2>DA TORINO A MILANO</h2> A partire dal prossimo 18 settembre, e fino al 10 ottobre, le quattro città saranno protagoniste di uno straordinario “grand tour” dal nord al sud del Paese. L’obiettivo è aprire al pubblico circa settecento siti e percorsi inesplorati, incentivando la scoperta dei beni culturali nell’ottica di una ripartenza comune e condivisa. La “staffetta” degli eventi partirà da Torino, dove – nel fine settimana del 18 e 19 settembre – i visitatori avranno l’opportunità di conoscere da vicino il patrimonio barocco, moderno e contemporaneo del capoluogo sabaudo. Il 25 e 26 settembre sarà invece la volta di Milano, con visite guidate ed eventi organizzati sotto le torri di Arata Isozaki e Daniel Libeskind, e tra le costruzioni più iconiche della città.<h2>DA ROMA A NAPOLI</h2> Il 2 e 3 ottobre a conquistare la scena sarà invece la Capitale, mentre nel corso del weekend del 9 e 10 ottobre i riflettori illumineranno i luoghi simbolo di Napoli: dai Campi Flegrei alle bellezze del centro storico. Laboratori di architettura, lettura e teatro arricchiranno il programma degli eventi in ognuna delle quattro “tappe” del percorso, impreziosito da Trame Urbane, il progetto editoriale pensato per raccontare le quattro città attraverso gli sguardi di registi e scrittori del presente. [Immagine in apertura: Roma © Flavia Rossi]

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Mandrolisai per tutti i sardi vuol dire vino. È un nome che si ricorda, perché quelli che nascono in questa regione sono vini speciali. I monti sono una presenza che cambia il clima, come i numi tutelari delle colline e delle vigne, e hanno una forza che cambia la gente e i paesi. Così i vini, le vigne e la gente del Mandrolisai sono diversi da tutti gli altri, e simili fra loro perché portano la traccia delle montagne all’ombra delle quali nascono e crescono. L'ecosistema intatto e limpido della zona consente uno sviluppo del ciclo di produzione vitivinicola in modo del tutto naturale, eliminando quasi totalmente ogni intervento fitosanitario. Il Mandrolisai è un vino non solo di grande qualità, ma fondamentalmente “biologico” già per naturale costituzione. Tutti questi affascinanti aspetti sono approfonditi dal nuovo episodio della serie B.E.V.I. – L’arte del vinificare in onda su Sky Arte mercoledì 30 giugno.

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