Il premio dedicato all'architettura e al design al femminile

Fondatrice della Commissione Pari Opportunità del Comitato Unico delle Professioni di Modena, e figura esemplare per la lotta alla parità di genere nei settori dell'architettura e del design, Anna Taddei viene oggi ricordata grazie a un nuovo concorso pubblico: un'iniziativa mirata alla valorizzazione di percorsi professionali di donne capaci di distinguersi nell'ambito della progettazione.Ideato e promosso dall’Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Modena e dalla Fondazione degli Architetti di Modena, il Premio Anna Taddei si rivolge a professioniste del settore, invitate a presentare progetti di rigenerazione realizzati negli ultimi cinque anni sul territorio italiano.<h2>COME PARTECIPARE AL PREMIO ANNA TADDEI</h2>Le candidate possono partecipare (sia in forma singola che come capogruppo di team composti da più persone) sottoponendo al giudizio della giuria un solo intervento architettonico. I criteri presi maggiormente in considerazione saranno l'approccio innovativo, la coerenza progettuale e la sensibilità ai temi ambientali, tecnologici e culturali.Per inviare la propria candidatura c'è tempo fino al 5 aprile. Entro il 4 maggio, invece, la giuria comunicherà i nomi delle vincitrici del concorso, assegnando i tre premi in palio (ovvero opere artistiche d'autore). Per conoscere ulteriori dettagli sull’iniziativa, vi invitiamo a consultare l’<a href="https://www.professionearchitetto.it/concorsi/archivio/File/2021/02/Premio_Anna_Taddei_bando2021.pdf" target="_blank" rel="noopener noreferrer">apposita pagina web</a>.[Immagine in apertura: Photo by Green Chameleon on Unsplash]

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

“Chiamo canzone tutto quello che posso cantare. Chiamo poesia tutto quello che non posso cantare. Chiamo romanzo tutto quello che non posso cantare o che come poesia è troppo lungo”. A pronunciare queste parole è Bob Dylan, forse l'artista che salta prima in mente se si pensa alle contaminazioni tra musica e scrittura (o, se preferite, tra parola scritta e parola cantata).Premio Nobel per la letteratura nel 2016, il menestrello di Duluth è solo uno dei tanti protagonisti di Storie Sterrate, il nuovo volume di Marco Denti. Edito da Jimenez – la casa editrice romana già nota per l'affascinante raccolta di racconti ispirati alle tombe dei grandi poeti –, il libro è un omaggio agli straordinari “sconfinamenti” tra queste due galassie: da una parte musicisti che hanno ceduto al canto delle sirene della poesia, dall'altra scrittori e poeti che (seppur in maniera minore rispetto ai primi) hanno vestito i panni di songwriter.<h2>NON SOLO BOB DYLAN</h2>Anche se gli esempi potrebbero essere davvero infiniti, l'autore del saggio (forte di oltre trecento pagine fitte di rimandi, citazioni e suggestioni critiche) riunisce circa cento artisti tra i più noti al grande pubblico: dallo chansonnier Leonard Cohen, a sua volta poeta e scrittore raffinatissimo, a Jim Morrison, sceneggiatore beat prima di diventare il “Re Lucertola” che tutti conosciamo.E poi ancora Stephen King, Patti Smith, Lou Reed, Bruce Springsteen (nell'immagine in apertura) e Nick Cave: mostri sacri del nostro immaginario collettivo che, in questo humus fatto di canzoni e poesia, sono riusciti a far germogliare creazioni passate alla storia. In fondo, che la si chiami musica o scrittura, sempre di parola si tratta.

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