Dietro i personaggi della letteratura, del cinema e dell’illustrazione entrati nell’immaginario collettivo spesso si celano personaggi reali e sconosciuti al grande pubblico, che con la loro esistenza hanno ispirato quella di miti senza tempo.

Parte da questi presupposti la serie Il mio nome è leggenda, condotta su Sky Arte dall’attrice Matilda De Angelis, giunta al terzo episodio, in onda martedì 14 dicembre. Stavolta a finire sotto i riflettori è Zorro, l’abile spadaccino difensore dei più deboli “nato” nel 1919, quando all’interno del fumetto All Story Weekly viene raccontata la prima avventura di Don Diego de la Vega.

Ma se dietro l’invenzione di uno dei personaggi più conosciuti di sempre si nascondesse un fuorilegge sanguinario senza scrupoli? Joaquin Murrieta nasce a Sonora, nella contea di Tuolumne, nel 1829, e si unisce presto allo zio Claudio Feliz che, dopo essere fuggito di prigione, diventa il capo di una delle più crudeli bande di fuorilegge dell’epoca.

Nonostante i fatti storici parlino chiaro, le leggende popolari iniziano a soddisfare l’eterno bisogno di identificarsi con eroi confortanti e positivi, quindi a ritrarre Murrieta come un uomo pacifico che cerca vendetta solo dopo un’accusa ingiusta. A questi racconti tradizionali s’ispira John Rollin Ridge, poeta e giornalista, quando nel 1854 scrive The Life and Adventures of Joaquin Murrieta, The Celebrated California Bandit. Il libro ha un buon successo di vendite e getta le basi per mitizzare la figura di Murrieta.