Il grande ritorno della serie dedicata alla musica italiana

Conto alla rovescia per l’avvio della nuova stagione di<a href="https://arte.sky.it/news/serie-33-giri" target="_blank"> 33 Giri </a><a href="https://arte.sky.it/news/serie-33-giri" target="_blank">‒ Italian Masters</a>, la serie scritta da Edoardo Rossi con la guida dello storico discografico Stefano Senardi, ideatore e curatore della serie, realizzata da Except con la regia di Pepsy Romanoff e la produzione esecutiva di Maurizio Vassallo.
In onda su Sky Arte a partire da mercoledì 17 novembre, la serie offrirà ancora una volta aneddoti e curiosità legati ad alcuni tra i dischi più importanti della musica italiana, raccontati da chi ha contribuito a scriverli. Ogni puntata ha come protagonista il master originale dell’album, ascoltato in tutte le sue parti, strumento per strumento, traccia dopo traccia, in un viaggio carico di ricordi ed emozioni.
La serie si apre con l’episodio dedicato al disco di <a href="https://arte.sky.it/news/morte-franco-battiato-musica" target="_blank">Franco Battiato</a> L’imboscata, un capitolo discografico in cui le influenze provenienti dalla sconfinata cultura del cantautore catanese si tingono di “rock”. L'ingegnere del suono Pino "Pinaxa" Pischetola analizza al mixer insieme a Maurizio Biancani i brani Strani giorni, Di passaggio, Ein Tag aus dem leben des Kleinen Johannes con il featuring di Giovanni Lindo Ferretti, Segunda feira e l'intramontabile La cura. Il pianista e direttore d'orchestra di Battiato Carlo Guaitoli suona al pianoforte gli arrangiamenti più classici, mentre il bassista Saturnino segue le linee di basso più memorabili che compongono l'amalgama delle canzoni di questo album. Oltre alla presenza del produttore discografico Stefano Senardi e dello scrittore Riccardo Bertoncelli, rendono omaggio al maestro scomparso pochi mesi fa anche le performance live di Alice con Carlo Guaitoli che interpretano La cura e di Carlo Guaitoli in una versione piano solo di Memorie di Giulia.
A seguire l’attenzione sarà rivolta a Sud, l’album nel quale Fiorella Mannoia esplora mondi e culture lontani, cimentandosi per la prima volta come autrice. Al mixer Maurizio Biancani è affiancato dal produttore e percussionista Carlo di Francesco, con il quale esamina gli arrangiamenti dell'album ricco di strumenti e sonorità tipici del sud del mondo. Le dichiarazioni di Pino Aprile e di Gabin Dabirè esplicitano le fonti di ispirazione di Fiorella Mannoia, mentre il pianista Luca Scarpa suona gli arrangiamenti delle canzoni e il famoso korista Kaw Sissoko mostra i delicati arpeggi di Kora, con i quali ha tratteggiato le canzoni di questo disco. I brani analizzati sono Quando l'angelo vola, In viaggio, Io non ho paura, Se solo mi guardassi e Non è un film, quest’ultimo realizzato in collaborazione con il rapper Frankie hi-nrg, ospite speciale della puntata che racconta come ha convinto Fiorella Mannoia a fare rap.

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A Firenze sta nascendo un giardino dedicato alla sperimentazione sonora

Il nuovo museo americano dedicato a Bob Dylan

Luci e ombre del grande pianista Billy Joel

L'eleganza dell'architettura di Piero Portaluppi in un nuovo libro

Non è difficile comprendere le ragioni che hanno spinto Luca Guadagnino e Ridley Scott a scegliere <a href="https://arte.sky.it/archivio/2013/03/villa-necchi-campiglio-gioiello-nel-cuore-milano" target="_blank">Villa Necchi Campiglio</a>, a Milano, come set per due loro film. Prendendo in prestito le parole della giornalista Patrizia Piccinini, tratte dal capitolo introduttivo del libro Piero Portaluppi, tra tradizione e avanguardia, questa residenza, al pari delle altre case firmate dall'architetto milanese, possiede infatti "un fascino sottile e unico, che mette in moto la fantasia". E, verrebbe da aggiungere, non solo quella dei registi. A caratterizzare l'opera di questo riconosciuto maestro dell'architettura italiana del primo Novecento è proprio la peculiare capacità di stimolare l'immaginazione, in un costante dialogo fra le epoche. Un'attitudine da cogliere attraverso l'esperienza di visita diretta del patrimonio architettonico lasciatoci in eredità e nelle pagine del volume appena pubblicato da Rizzoli illustrati, che associa i testi curati da Piccinini con oltre 150 straordinarie fotografie di Lorenzo Pennati.<h2>L'ARCHITETTURA DI PORTALUPPI IN UN NUOVO LIBRO</h2> Al centro di un percorso di riscoperta avviato già da qualche anno, Portaluppi si formò al Politecnico di Milano, laureandosi ad appena ventidue anni. Scomparso nel 1967, ha affiancato l'esercizio della professione con l'attività di docenza, ricoprendo l'incarico di preside della facoltà di architettura. Viscerale fu il suo legame con il capoluogo lombardo, come documenta anche il libro, riservando il primo dei tre filoni tematici alla scoperta della "Milano di Portaluppi". Immancabile, fra le tappe previste, quella al <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/05/a-milano-risorge-lex-albergo-diurno" target="_blank">Diurno Venezia</a>. Lo sguardo sulla città arriva fino ai giorni nostri, grazie alla ricostruzione della vicenda edificatoria dell'Arengario. Adiacente al Duomo di Milano e sede del Museo del Novecento, l'edificio firmato da Portaluppi, Griffini, Magistretti e Muzio è balzato agli onori della cronaca negli ultimi mesi, in occasione del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/12/architettura-milano-concorso-museo-novecento" target="_blank">concorso di progettazione </a><a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/12/architettura-milano-concorso-museo-novecento" target="_blank">Novecentopiùcento</a>.<h2>NON SOLO VILLA NECCHI CAMPIGLIO </h2> Allo spazio dell'abitare è riservato il secondo focus di Piero Portaluppi, tra tradizione e avanguardia. Il risultato è un'immersione nei raffinati ambienti domestici disegnati dall'architetto, resa ancora più coinvolgente dall'impiego di fotografie a tutta pagina. Alla descrizione della già citata Villa Necchi Campiglio si affiancano le storie delle altre residenze portaluppiane. Fra queste, Casa Corbellini-Wassermann, delle quali vengono mostrati anche ricercatissimi dettagli, decorazioni e finiture lignee e marmoree. Il ritratto di questo progettista, impossibile da definire in maniera univoca, è completato dalle opere di matrice industriale, nelle quali Portaluppi dimostra di saper rispondere a precisi requisiti tecnici senza rinunciare alla propria estetica. Capace, ieri come oggi, di ispirare e far sognare a occhi aperti.
[Immagine in apertura: Un'immagine da Piero Portaluppi, tra tradizione e avanguardia (Rizzoli illustrati). Veduta d'insieme della Centrale di Verampio con il giardino, 1912-1917. Crediti fotografici Lorenzo Pennati. Courtesy l'editore]

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