Il futuro della scuola passa anche attraverso l'architettura

Al centro del dibattito internazionale, specie in epoca pandemica, la scuola è uno strumento imprescindibile per formare le generazioni di domani. Ma quali criteri è bene seguire affinché la didattica possa essere una costante fonte di ispirazione per gli studenti? E quale apporto può dare l'architettura? Le risposte sono suggerite da Architettura dell’educazione, il primo volume della collana I Quaderni di MC A ‒ Mario Cucinella Architects, edito da Maggioli Editore e curato da Elena Dorato. Ad arricchire la pagine del libro sono alcune delle voci più autorevoli in ambito architettonico e non solo, affiancate dai progetti messi a punto dallo studio di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/05/mario-cucinella-architects-scuola-san-lazzaro-bologna" target="_blank">Mario Cucinella</a>, che nel campo della didattica ha trovato un fertile terreno d'indagine. Il volume raggruppa infatti una serie di architetture scolastiche progettate da MC A e da altre firme dell'architettura italiana, presentate usando come parametri indicatori quali ambiente, spazio e comunità, risultando comprensibile anche a un pubblico di non addetti ai lavori.<h2>LA SCUOLA DAL PUNTO DI VISTA DELL'ARCHITETTURA</h2> Come sottolinea lo stesso Mario Cucinella, fondatore e direttore artistico dell'omonimo studio: "Solo attraverso uno spazio ben progettato possiamo stimolare emozioni e creatività e, per questo, dobbiamo abbandonare lo schema standard della scuola rigida, che ancora ritroviamo in molte strutture, a favore di uno più flessibile capace di generare edifici scolastici belli sotto l’aspetto architettonico ed efficienti dal punto di vista energetico. Un edificio di qualità non solo influsce sull’apprendimento, come ci ricorda Loris Malaguzzi quando ci parla dello 'spazio come terzo educatore', ma con un’architettura dell’educazione bella e di qualità stiamo dicendo ai ragazzi che ci stiamo prendeno cura di loro". [Immagine in apertura: Architettura dell'educazione © Mario Cucinella Architects]

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La rivoluzione di Einstein diventa un fumetto

Il mito americano nelle opere concettuali di Phillip Toledano

Un tuffo negli anni '80 con Pier Vittorio Tondelli

L'arte tecnologica di Quayola presto a Roma

Confini sempre più porosi caratterizzano il dialogo fra arte e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-realta-aumentata-new-york" target="_blank">nuove tecnologie</a>, complice l'interesse sempre più acceso, da parte degli artisti, nei riguardi degli strumenti digitali. Ne è la prova il lavoro di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/mostra-quayola-natura-padova" target="_blank">Quayola</a>, esponente della Media Art su scala globale, a giorni protagonista della mostra autunnale di Palazzo Cipolla. Dal 29 settembre al 30 gennaio 2022, infatti, la sede espositiva capitolina farà da cornice a Re-coding, un viaggio attraverso la produzione dell'artista, romano di origine e londinese d'adozione, che ha trovato nel linguaggio tecnologico un efficace mezzo espressivo. La mostra romana riunirà alcune delle opere realizzate fra il 2007 e il 2021, illuminando gli snodi tematici di una poetica che affonda le radici nella storia dell'arte tradizionalmente intesa.<h2>QUAYOLA A PALAZZO CIPOLLA A ROMA</h2> Grazie a sistemi robotici di intelligenza artificiale e stringhe di codice generativo, Quayola "rilegge" i dettami dell'arte classica traducendoli in nuove soluzioni visive, nelle quali convivono l'immaterialità del digitale e la concretezza della tecnica di riferimento. Dipinti rinascimentali e barocchi trovano dunque nuova forma nelle complesse strutture digitali messe a punto dall'artista, così come sculture ispirate alla pratica michelangiolesca del non-finito traggono origine dai mezzi robotici. Rimandi alla natura e ai processi generativi delle nuove tecnologie si mescolano nell'arte di Quayola che, combinando classicità e potenzialità digitali, offre un'utile chiave interpretativa del tempo presente. Video, stampe e sculture oscillano tra la fisicità e l'evanescenza, evidenziando inaspettati punti di contatto fra la tangibilità dell'opera e la sua traduzione nel lessico digitale. [Immagine in apertura: Quayola, Iconographies #20: Tiger Hunt after Rubens, 2014. Serie di stampe a getto d'inchiostro]

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Palazzo Barberini accoglie il capolavoro di Giorgione in prestito da Budapest

Le foto della grande mostra di Yayoi Kusama alla Fondation Beyeler