Narrato da Jodie Foster, Be Natural: The Untold Story of Alice Guy-Blaché, in onda su Sky Arte venerdì 11 marzo, è il documentario dedicato alla prima regista donna, Alice Guy-Blaché, e incentrato sui capitoli della sua esistenza contraddistinti dalla fama e dal successo, prima dell’esclusione dall'industria che la cineasta contribuì a creare. 
Guy-Blaché iniziò la sua carriera come segretaria di Léon Gaumont e, a 23 anni, firmò la pellicola La Fée aux Choux, uno dei primi film narrativi mai realizzati. Dopo la sua carriera di regista alla Gaumont, tra il 1896 e il 1907, l’autrice raggiunse gli Stati Uniti, dove costruì e gestì il suo studio a Fort Lee, nel New Jersey.
Nell'arco della sua carriera, Alice Guy-Blaché ha scritto, prodotto o diretto mille film, di cui 150 con suoni sincronizzati durante l'era del cinema "silenzioso". La sua produzione include commedie, western e drammi, oltre a film ispirati ad argomenti rivoluzionari come abusi sui minori, immigrazione ed emancipazione femminile. È stata anche autrice del primo film narrativo di cui si ha memoria con un cast formato interamente da attori neri.
La regista del documentario, Pamela B. Green, ha dedicato più di otto anni di ricerca alla vera storia di Alice Guy-Blaché, scomparsa nel 1968, mettendo in evidenza non solo i suoi contributi pionieristici alla nascita del cinema, ma anche il suo successo come imprenditrice nel primi anni di produzione cinematografica. 
Green ha intervistato Patty Jenkins, Diablo Cody, Ben Kingsley, Geena Davis, Ava DuVernay, Michel Hazanavicius e Julie Delpy ‒ solo per citarne alcuni ‒, che hanno commentato le innovazioni introdotte da Guy-Blaché nel mondo della settima arte. Green ha recuperato rari filmati di interviste televisive e lunghe interviste audio che contribuiscono a restituire un’immagine ancora più completa di una regista rivoluzionaria.

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Alice Guy-Blaché, pioniera del cinema | Sky Arte

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Presto a Firenze un museo dedicato alla cultura ferroviaria

Nel centro storico di Firenze, a due passi dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, dopo anni di chiusura e abbandono sta per rinascere l'edificio dell'ex cinema Ariston. Situato in piazza Ottaviani, nelle vicinanze del <a href="https://arte.sky.it/news/mostre-museo-novecento-firenze" target="_blank">Museo Novecento Firenze</a>, dal 29 maggio prossimo diverrà sede del nascente museo HZERO. L’impresa ferroviaria in miniatura. Al suo interno verrà conservato ed esposto in forma permanente un imponente plastico ferroviario di 280 metri quadrati. Tra i più grandi in Europa, unico nel suo genere, è il risultato di quarant'anni di lavoro e passione dall'imprenditore Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, che si è dedicato alla sua realizzazione a partire dal 1972. <h2>APRE IL MUSEO HZERO A FIRENZE</h2> Acquistato alcuni anni fa dalla famiglia Paternò Castello di San Giuliano, l'ex cinema fiorentino è stato restaurato e rifunzionalizzato su progetto dell'architetto Luigi Fragola. L'intervento, oltre alla musealizzazione del colossale plastico, ha previsto la realizzazione di una serie di spazi necessari alla manutenzione e alla gestione dell'opera. Concepito per accogliere ogni tipo di pubblico, HZERO ospiterà con regolarità attività educative, iniziative a carattere ludico e formativo e mostre tematiche. Il treno e il suo immaginario, del resto, forniscono una pluralità di suggestioni, letture e visioni di natura trasversale. Come ha osservato il curatore del museo, Alberto Salvadori, "il plastico è un grande progetto narrativo, un romanzo visivo. Sarà contestualizzato nella dimensione dello show, e sarà un oggetto con la propria autonomia estetica cui si affiancherà l’aspetto scenografico grazie a speciali videoproiezioni, alla sonorizzazione ambientale e alla scenografia delle luci. Tema fondante di tutta la narrazione è il treno. Il treno ha rivoluzionato il concetto di viaggio; ha attraversato la storia dell’arte, del cinema, della musica, della fotografia, della letteratura". Le sonorità composte ad hoc dai musicisti di Tempo Reale, i video dello studio Karmachina e una serie di illustrazioni appositamente concepite promettono di rendere il percorso coinvolgente e l'ambiente immersivo. <h2>IL PLASTICO FERROVIARIO DI GIUSEPPE DI SAN GIULIANO</h2> Cuore dell'esperienza di visita sarà il grande plastico, recentemente trasferito nel museo dall'hangar di Scandicci (Firenze) dove negli ultimi vent'anni è stato collocato e progressivamente arricchito con ulteriori dettagli e porzioni. L'opera, di alto livello anche dal punto di vista architettonico e infrastrutturale, riproduce una serie di paesaggi, fra cui le vette dolomitiche e le coste dell'Isola d'Elba, alternando scenari realistici e fantasiosi. Immancabili i treni, accompagnati da stazioni e da tutte le componenti essenziali delle linee ferroviarie: ogni dettaglio è stato eseguito, nel corso dei decenni, con maestria artigianale. Per il sindaco Nardella, HZERO doterà la città di Firenze di "un nuovo centro poliedrico e innovativo che attorno all’enorme plastico del treno inviterà grandi e piccini alla magia del modellismo raccontato per la prima volta in una maniera interattiva unica. Simbolicamente vicino alla stazione di Santa Maria Novella, sono certo che il museo si inserirà compiutamente nella riqualificazione e rigenerazione dell’area che il Comune porta avanti da alcuni anni". [Immagine in apertura: Un dettaglio del plastico ferroviario di Giuseppe di San Giuliano. Courtesy HZERO. L’impresa ferroviaria in miniatura. Ph. Juri Ciani]

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