Il calendario 2023 ispirato alle parole di Paulo Coelho

Il calendario di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-18-gennaio-paulo-coelho" target="_blank">Paulo Coelho</a>, edito da La nave di Teseo, è un viaggio lungo un intero anno attraverso alcune delle più interessanti frasi scritte dall'autore brasiliano. Sono enunciati brevi, folgoranti, piccoli aforismi che hanno la virtù di farci considerare le cose da un altro punto di vista. Le accompagnano cinquantadue immagini di deserti, di paesaggi, di cieli stellati, scenari naturali dove sembra facile rivolgersi domande profonde e talvolta trovare le risposte adeguate.
<h2>LA POETICA DI PAULO COELHO</h2> Paulo Coelho, classe 1947, è nato in Brasile, a Rio de Janeiro. Da vari decenni ormai le sue opere sono coronate da uno straordinario successo di pubblico. I suoi lettori apprezzano il modo semplice ma mai banale di affrontare le tematiche filosofiche più complesse, senza paura di sondare tematiche religiose o etiche, e di proporre, all'interno di un solco che si rifà alla letteratura del Realismo Magico di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/12/archivio-gabriel-garcia-marquez-internet" target="_blank">Gabriel García Márquez</a>, opere sospese a metà tra fiaba e realtà, tra narrazione allegorica e poesia. I libri di Coelho sono stati pubblicati in oltre centosettanta Paesi e tradotti in ottantuno lingue. Tra le sue opere più acclamate figurano L'Alchimista, datato 1988 e tradotto in italiano nel 1995, Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto, Manuale del guerriero della luce, Veronika decide di morire, Il Diavolo e la Signorina Prym, Il Cammino di Santiago, Aleph e La spia.
<h2>IL CALENDARIO CON LE FRASI DI PAULO COELHO</h2> Il calendario di Coelho presenta ogni settimana una frase diversa dell'autore sulla quale meditare con calma, da lasciar decantare sul fondo dell'anima e sulla quale tornare con il pensiero ogni qualvolta riaffiori, cercando poi di applicarla alle nostre scelte quotidiane. Sono ammonimenti come “Ogni giorno cerca di scovare nelle tue abitudini i segreti che ti impediscono di cogliere la bellezza nella routine”, tratto da Il Cammino di Santiago, oppure inviti a non temere il cambiamento: “Sono gli uomini che non hanno paura di perdersi quelli che cambiano il mondo” da Il cammino dell’arco, o ancora osservazioni intrise di spiritualità genuina, come “Ogni giorno Dio fa sorgere il sole e ci offre un attimo in cui è possibile cambiare tutto ciò che ci rende infelici” da Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto. Suggerimenti quotidiani per (ri)trovare la calma interiore. [Immagine in apertura: credit La nave di Teseo]

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Faccia a faccia con i Bronzi di Riace a Firenze

In occasione dei festeggiamenti per i cinquant'anni dal ritrovamento dei magnifici <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bronzi-riace-reggio-calabria-luigi-spina" target="_blank">Bronzi di Riace </a>nel 1972, la Galleria dell'Accademia di Firenze ospita, dal 20 dicembre al 12 marzo 2023, la mostra I Bronzi di Riace un percorso per immagini, a cura di Carmelo Malacrino, il direttore del MarRC, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. La mostra illustra, grazie a sedici spettacolari immagini di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-luigi-spina-pompei-mann-napoli" target="_blank">Luigi Spina</a> in grande formato (90x134 cm), la potenza e il vigore tuttora emanati dalle due statue: sarà anche l'occasione per comparare le meraviglie in bronzo del mondo greco con la superba creazione di Michelangelo, il David, che “celebra” i suoi 140 anni nella Tribuna del museo fiorentino.
<h2>IL SALVATAGGIO DEI BRONZI DI RIACE</h2> I <a href="https://arte.sky.it/news/terzo-bronzo-riace-archeologia" target="_blank">due bronzi</a> vennero scoperti il 16 agosto 1972 durante una battuta di pesca subacquea vicino a Riace Marina, a otto metri di profondità. Portate fuori dall'acqua dalle autorità, le due statue, di evidente fattura classica, vennero trasportate al Museo Archeologico di Reggio Calabria per un primo intervento di restauro, per essere poi trasferite a Firenze nel 1975, presso il Laboratorio della Soprintendenza Archeologica della Toscana. Quando vennero esposte per la prima volta al pubblico, dapprima nel 1980 al Museo Archeologico di Firenze e poi nel 1981 al Palazzo del Quirinale, il numero di visitatori giunti per ammirarle fu incredibile. Le analisi scientifiche hanno permesso di scoprire che le due statue furono forse realizzate da due botteghe diverse e che risalgono alla metà del V secolo a.C., l'epoca d'oro della statuaria.
<h2>I BRONZI DI RIACE NEGLI SCATTI DI LUIGI SPINA</h2> Le fotografie di Luigi Spina sono suddivise in due sequenze: otto immagini sono dedicate alla statua A, al cosiddetto Giovane, e altre otto sono dedicate alla statua B, il Vecchio. La fotografia, secondo Luigi Spina, “sottolinea l’epidermide bronzea, diversa per ciascun soggetto, che prende forma, densità e lucentezza, e il chiaroscurale dei corpi si tinge dello spettro multiforme del bronzo che, al variare della luce, mostra superfici corporee che dialogano con l’occhio dell’osservatore”. Spina è un fotografo specializzato in archeologia, e ha realizzato 22 libri fotografici. Oltre a <a href="https://arte.sky.it/foto/pompei-luigi-spina-depositi-mann-napoli" target="_blank">Sing Sing. Il corpo di Pompei</a>, non vanno dimenticati L’Ora Incerta, The Buchner Boxes, Le Danzatrici della Villa dei Papiri, Diario Mitico, Cronache visive sulla collezione Farnese, Canova. Quattro tempi. Nel 2020 Artribune l’ha insignito del titolo di miglior fotografo dell’anno. [Immagine in apertura: © Luigi Spina. Courtesy 5 Continents Editions]

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