La residenza per artisti con background multiculturale

<p>La terza edizione di <em><a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/06/residenza-torino-social-impact-art-award" target="_blank">Torino Social Impact Art Award</a></em>, ideato e promosso da <em><a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-30-novembre-artissima-torino" target="_blank">Artissima</a></em>, si rivolge a due giovani talenti con formazione specifica nel mondo dell’arte contemporanea e background multiculturale, le cui storie familiari o esperienze di vita li abbiano cioè avvicinati a culture differenti. La call è finalizzata all’assegnazione di una residenza d’artista della durata di un mese (fine giugno/fine luglio 2022) presso lo storico quartiere multiculturale torinese di Porta Palazzo e prevede la creazione di un’inedita opera video o fotografica a tema <em>Ribellioni e rinascite: il potenziale creativo del confronto</em>, che sarà presentata all’edizione 2022 di <em>Artissima</em>, in programma dal 3 al 6 novembre. </p>
<p><h2>IL TORINO SOCIAL IMPACT ART AWARD </h2> <p>Il <em><a href="https://www.torinosocialimpact.it/attivita/tsi_art_award/" target="_blank">Torino Social Impact Art Award</a></em>, con la convinzione che l’arte possa incidere in modo positivo sul presente, intende supportare i giovani talenti che provengono da contesti diversi da quelli ordinari. Attraverso il tema scelto per questa edizione, invita a riflettere sul complesso fenomeno del conflitto sociale (inteso in tutte le sue manifestazioni) e sul suo possibile utilizzo come strumento generativo di inediti e innovativi linguaggi artistici.</p>
<p><h2>LA MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE</h2> <p>Il <a href="https://artissima.s3.amazonaws.com/wp-content/uploads/2022/05/02162717/BANDO_Torino-Social-Impact-Art-Award_2022_ita.pdf" target="_blank">bando</a> è rivolto specificatamente a giovani artisti tra i 21 e i 35 anni che frequentano o hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti o Università in Italia e/o all’estero oppure che abbiano presentato la propria ricerca e il proprio lavoro a tema arte contemporanea, con predilezione per la produzione di immagini, in festival, mostre o gallerie. Gli artisti che risponderanno alla call entro il 23 maggio 2022, saranno valutati dal Comitato del <em>Torino Social Impact Art Award</em> e i due vincitori riceveranno, oltre all’accoglienza in residenza, un contributo pari a 3mila euro per la realizzazione del progetto. Gli artisti inoltre potranno contare su un servizio di tutoring a cura di Matteo Mottin e Ramona Ponzini, fondatori dell’art project Treti Galaxie.</p> <p>[Immagine in apertura: Artissima 2021, stand <em>Torino Social Impact Art Award</em>, Oval Lingotto, Torino. Crediti fotografici: Perottino-Piva/Courtesy Artissima]</p>

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

A Roma l’Italia raccontata dagli scatti di Gianni Berengo Gardin

<p>Un lungo racconto dell’Italia dal dopoguerra a oggi: il <a href="https://arte.sky.it/news/maxxi-roma-concorso-architettura" target="_blank">MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo</a> ospita fino al 18 settembre 2022 <em>L’occhio come mestiere</em> – la mostra del fotografo <a href="https://arte.sky.it/news/libro-autobiografia-gianni-berengo-gardin" target="_blank">Gianni Berengo Gardin</a>. La rassegna, a cura di Margherita Guccione e Alessandra Mauro, raccoglie oltre 200 fotografie (dalle più celebri a quelle inedite mai mostrate al pubblico) e riprende il titolo dalla monografia dell’autore pubblicata nel 1970, corredata dai testi del fotografo Cesare Colombo. Attraverso la scansione di un QR code, è inoltre possibile visitare la mostra ascoltando un podcast – il primo di una serie che il MAXXI ha deciso di dedicare agli artisti presenti con le loro opere nelle collezioni del museo –, in cui <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-gianni-berengo-gardin-castello-aragonese-otranto" target="_blank">Gianni Berengo Gardin</a> racconta in prima persona aneddoti e ricordi legati alla sua carriera e alla sua vita privata. </p> <h2>LA MOSTRA SU GIANNI BERENGO GARDIN AL MAXXI </h2> <p>La rassegna, con l'intento di introdurre il visitatore in modo immersivo nel mondo di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2016/05/la-vera-fotografia-di-gianni-berengo-gardin" target="_blank">Berengo Gardin</a>, si apre con un intervento site specific dell'illustratrice Martina Vanda che realizza, nei pressi delle scale del museo, grandi illustrazioni in bianco e nero ispirate proprio ad alcuni scatti del fotografo. Poi, in ordine non cronologico, si susseguono sezioni tematiche capaci di mostrare il metodo, la ricerca e l’approccio “artigianale” al fare fotografia di quasi settant’anni di carriera del Maestro. Si parte dalla città di Venezia, che il fotografo ligure sentiva come sua città d’elezione, luogo della sua formazione nei circoli fotografici e dei primi grandi progetti artistici. Poi c’è il racconto di una Milano industriale con la documentazione fotografica della vita in fabbrica e delle lotte operaie, ma anche della città in cui l'autore è riuscito a ritrarre grandi intellettuali come Ettore Sottsass, Gio Ponti, Ugo Mulas, Dario Fo; i reportage sui luoghi di lavoro realizzati per Alfa Romeo, Fiat, Pirelli e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/10/mostra-gianni-berengo-gardin-olivetti-camera-torino" target="_blank">Olivetti</a>, per cui lavorò per oltre 15 anni, e quelli sui grandi cantieri.  In mostra anche il fondamentale progetto condotto insieme alla fotografa Carla Cerati che riuscì a documentare, per la prima volta, le condizioni all’interno di numerosi ospedali e istituti psichiatrici italiani. E poi ancora il mondo della cultura Rom, la vita che scorre lenta negli sconosciuti borghi della nostra penisola e il reportage della città de L’Aquila distrutta dal terremoto del 2009.</p> <h2>LA FOTOGRAFIA SECONDO BERENGO GARDIN</h2> <p>Il percorso espositivo termina con una sezione più personale e privata, incentrata sullo studio milanese del fotografo descritto come una “camera delle meraviglie” e con una parte dedicata ai libri e alle oltre 250 pubblicazioni firmate da Berengo Gardin nel corso della sua carriera. Risultano essere infatti numerosissime le collaborazioni del fotografo con esponenti vari del mondo dell'arte, dell'architettura e della letteratura come, ad esempio, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-catania-fotografia-gabriele-basilico" target="_blank">Gabriele Basilico</a>, Luciano D’Alessandro, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-ferdinando-scianna-palazzo-reale-milano" target="_blank">Ferdinando Scianna</a> e Renzo Piano. Fondamentale quella con l’amico Mario Pannunzio per il settimanale <em>Il Mondo</em>, su cui, tra il 1954 e il 1965, il fotografo pubblica oltre 260 scatti.</p> <p>[Immagine in apertura: Oriolo Romano, Viterbo, 1964 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia]</p>

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