La Casa di Rubens ad Anversa sarà riqualificata

<p>Si celebrerà nel 2027 il 450° anniversario della nascita di Pieter Paul Rubens, pittore che insieme ad <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/10/van-dyck-dipinto-web" target="_blank">Anthony Van Dyck</a> è annoverato fra i maestri del barocco fiammingo. A scandire il quinquennio che ci separa da quell'importante ricorrenza saranno alcuni progetti espositivi, a partire dalla mostra <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-rubens-genova-2022" target="_blank"></a><em><a href="https://arte.sky.it/news/mostra-rubens-genova-2022" target="_blank">Rubens e i Palazzi di Genova</a></em> in programma dal prossimo 6 ottobre nel capoluogo ligure, e soprattutto i lavori di riqualificazione della celeberrima <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/04/pieter-paul-rubens-mostra-ritratti-famiglia-moglie-figli-casa-museo-anversa" target="_blank">Rubenshuis</a>. La casa-museo in cui l'artista visse gli ultimi anni della sua vita, tappa imperdibile per tutti gli appassionati di arte in visita ad Anversa, chiuderà le proprie porte dal 9 gennaio 2023. Per i successivi quattro anni, sarà sottoposta a un articolato intervento di ristrutturazione, la cui conclusione è stata annunciata proprio per il 2027.</p><h2>LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CASA MUSEO DI RUBENS</h2> <p>Aperta al pubblico da 75 anni, la Rubenshuis è un luogo chiave per approfondire la conoscenza dell'opera dell'autore. Non solo conserva alcuni dei capolavori della sua intensa carriera ed è impreziosita da un giardino che già all'epoca di Rubens era considerato un'oasi verde e quiete nel cuore della città belga. Questa raffinata dimora, con studio d'artista annesso, fu progettata in stile italiano dallo stesso pittore: i suoi interni consentono di riassaporare le tipiche atmosfere dell'epoca fiamminga. La sua unicità e la necessità di migliorare le condizioni di visita, anche dal punto di vista dell'accoglienza, della funzionalità e dei servizi offerti, sono alla base della scelta dell'amministrazione di Anversa di intervenire direttamente sull'immobile, oltre a prevedere il suo ampliamento. Quest'ultimo progetto è curato dallo studio Robbrecht and Daem architects, che realizzerà il nuovo edificio, la cui apertura è prevista per il 2024, a ridosso del complesso storico. All'interno di questo volume si insedieranno gli uffici dell'amministrazione e altri spazi "tecnici"; un'area sarà destinata ai visitatori, con la rinnovata biglietteria e l'experience centre, e fisserà qui la propria sede il centro ricerche Rubens. </p><h2>ANVERSA E RUBENS</h2> <p>Alla nuova costruzione e alla ridefinizione complessiva del percorso di visita, che disporrà di un inedito spazio introduttivo, si accompagneranno ulteriori interventi, a partire dalla riqualificazione del giardino del museo. La casa dell'artista, punta di diamante dell'intero sito, sarà sottoposta a uno scrupoloso restauro finalizzato a preservarne l'integrità e la bellezza nel prossimo futuro. Non solo: verrà installato un ascensore, che renderà accessibili a tutti anche le gallerie espositive dell'ultimo livello; saranno adottate strategie e misure ad hoc sia per il controllo climatico dell'edificio, sia per ridurre il rischio di incendi e di danni di altra natura. </p>
<p>[Immagine in apertura: Zicht op het Rubenshuis vanuit de tuin, foto Ans Brys]</p>

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A Firenze il restauro "live" della magnifica Cappella Brancacci

<p><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%88" data-ved="2ahUKEwio46_Q9sz1AhXDNuwKHbtAAogQFnoECAMQAQ" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://it.wikipedia.org/wiki/%25C3%2588&ved=2ahUKEwio46_Q9sz1AhXDNuwKHbtAAogQFnoECAMQAQ"></a>Appartengono a pieno titolo all'immaginario collettivo le strazianti figure di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%88" data-ved="2ahUKEwio46_Q9sz1AhXDNuwKHbtAAogQFnoECAMQAQ" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://it.wikipedia.org/wiki/%25C3%2588&ved=2ahUKEwio46_Q9sz1AhXDNuwKHbtAAogQFnoECAMQAQ"></a>Adamo ed Eva ritratte da Masaccio nel celebre affresco quattrocentesco<em> Cacciata dei progenitori dall'Eden</em>, uno dei più capolavori artistici della Cappella Brancacci, nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine. Per la prima volta, chiunque lo vorrà potrà osservare questa e le altre scene che compongono uno dei cicli pittorici simbolo del Rinascimento a distanza ravvicinata. Il cantiere del restauro che sta per prendere il via sarà infatti accessibile al pubblico, così da permettere di vivere un'esperienza di fruizione artistica senza precedenti. Attualmente chiusa per completare l'allestimento del ponteggio, la Cappella situata Oltrarno riaprirà a febbraio: i visitatori potranno ammirare gli affreschi da una prospettiva inedita ogni venerdì, sabato, domenica e lunedì – in specifici orari ed esclusivamente su <a href="https://cultura.comune.fi.it/" target="_blank">prenotazione</a>.</p>

<p><h2>IL RESTAURO DELLA CAPPELLA BRANCACCI A FIRENZE</h2> <p>Fra i primi ad accedere al cantiere in progress, il sindaco e assessore alla cultura di Firenze Nardella, che in una dichiarazione ha sottolineato come l'alternativa, rappresentata dalla chiusura della Cappella per l'intero periodo dell'intervento manutentivo, "<em>ci pareva un danno davvero grande, soprattutto dopo il prolungato periodo di lockdown per i nostri musei a causa del Covid</em>". Si sarebbe del resto trattato di uno stop della durata di dodici mesi, dato che la conclusione delle operazioni programmate è attesa per il mese di febbraio 2023.</p> <p> Le criticità emerse in seguito al monitoraggio effettuato nel novembre 2020 erano di diversa natura: in primis la Cappella, il cui ultimo restauro risale agli anni Ottanta, presentava alcuni problemi di natura conservativa. Inoltre, necessitava di azioni mirate per contrastare i fenomeni di deterioramento del ciclo pittorico eseguito da Masolino, Masaccio e Filippino Lippi, sul quale risultava indispensabile anche un generale controllo della stabilità. Questo scenario sarà approfondito, per poi divenire oggetto di intervento, durante l'imminente campagna diagnostica. A curarla la SABAP Firenze (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato) e il CNR, insieme all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che impiegheranno tecniche aggiornate e completamente non-distruttive. Dai risultati si otterranno le informazioni indispensabili per procedere con il restauro vero e proprio.</p><h2>LA COMPLESSA STORIA DELLA CAPPELLA BRANCACCI</h2> <p>Gioiello dei musei civici fiorentini, la Cappella fu fondata dalla famiglia Brancacci, nel tardo Trecento. A promuovere la realizzazione degli affreschi con le storie di San Pietro fu il ricco mercante Felice Brancacci, nel 1423. Masolino e Masaccio operarono insieme al suo interno, senza tuttavia riuscire a portare a termine l'incarico: il primo partì per l’Ungheria; il secondo si trasferì a Roma. La storia del ciclo pittorico si intrecciò quindi con le vicende "politiche" fiorentine: nel 1436 Brancacci cadde in disgrazia per le sue simpatie antimedicee e i frati del convento fecero cancellare i ritratti dei personaggi legati alla sua famiglia dall'opera, intitolandola alla Madonna del Popolo. Si deve al successivo coinvolgimento di Filippino Lippi, nel biennio 1481-1483, il ripristino e il completamento delle scene non eseguite da due autori. Prima di arrivare ai giorni nostri, la Cappella ha conosciuto ulteriori fasi complesse: salvatasi dall’incendio che distrusse il resto della chiesa nel 1771, subì una fase di incuria che si protrasse nel corso Ottocento. Al 1904 risale la spolveratura degli affreschi, preludio del successivo recupero delle superfici pittoriche portato a termine negli anni Ottanta.</p> <p>[Immagine in apertura: Foto ufficio stampa Comune di Firenze]</p>

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