Il concorso per la rinascita di un ex borgo di minatori in Irlanda

<p>Ci saranno anche i progettisti Valerie Mulvin (Mccullough Mulvin Architects), Gong Dong (Vector Architects), Neil Hubbard (Heatherwick Studio) e Rossana Hu (Neri & Hu) a comporre la giuria che decreterà il progetto vincitore di<em> Ireland Meditation Mine</em>, il nuovo concorso di idee organizzato da <a href="https://arte.sky.it/news/bando-architettura-oasi-orbetello" target="_blank">YAC – Young Architects Competitions</a> . A qualche mese dall'esperienza di <em><a href="https://arte.sky.it/news/concorso-architettura-yac-Culture-Stations" target="_blank">Culture Stations</a>,</em> il bando per la rigenerazione delle infrastrutture ferroviarie inutilizzate presenti nel territorio del comune sardo di Elini, la medesima società internazionale prosegue il proprio percorso sul tema del riuso con una proposta oltre i confini nazionali.</p><h2>IL CONCORSO DI ARCHITETTURA IRELAND MEDITATION MINE</h2> <p>In scadenza il prossimo 3 agosto (data ultima per la consegna degli elaborati richiesti) e con le candidature già aperte, il concorso prende in esame l'ex borgo di minatori di Allihies, un villaggio situato nella contea di Cork. In un paesaggio naturalistico suggestivo, che restituisce la quintessenza dell'Irlanda più autentica, fra pub, chiesa e pittoresche abitazioni, sono ancora visibili le testimonianze architettoniche delle dismesse miniere di rame. Si tratta, in particolare, di "edifici-macchina", in larga parte rivestiti in pietra, che furono indispensabili per il trasporto dei minatori nel sottosuolo e per l'attività estrattiva. "Monumenti" silenti di un passato di fatica e lavoro, queste strutture incarnano una specifica tipologia di archeologia industriale. Obiettivo del concorso è chiamare a raccolta la comunità dei giovani architetti e designer per concepire la "seconda vita" di queste peculiari presenze, affinché diventino "<em>meta di ritiro e meditazione per quanti desiderino esperienze profonde, di distacco dalla contemporaneità e di immersione nella bellezza mistica di una natura senza tempo</em>", come precisa il <a href="https://www.youngarchitectscompetitions.com/" target="_blank">bando</a>.</p><h2>PREMI E MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE </h2> <p>Con un montepremi complessivo pari a 15.000 €, il concorso <em>Ireland Meditation Mine </em>prevede l'assegnazione di tre premi e l'attribuzione di due menzioni. Le funzioni che possono essere previste nei manufatti oggetto dell'operazione sono varie e vengono ampiamente dettagliate nel bando. In perfetta coerenza con il concept generale si collocano la progettazione di un'area wellness, di una palestra per lo yoga e sessioni di meditazione, di alloggi e sistemazioni albergherie eterogenee per metratura, servizi offerti e target. Spazio anche alla funzione museale, con la realizzazione di uno spazio "<em>deputato al racconto di quest’angolo d’Irlanda, della propria attività mineraria, dei prodigi tecnici che ne facevano il vanto dell’industria europea del XIX secolo, del successivo declino e della più recente valorizzazione</em>", e di un centro servizi. Il bando, infine, apre alla possibilità di prevedere ambienti ipogei, percorsi nelle cave esistenti e, non da ultimo, anche a nuove costruzioni, purché sia garantita la "<em>piena leggibilità dell’intervento contemporaneo in relazione a quello storico</em>", in un'ottica dunque di dialogo e rispetto delle preesistenze. </p> <p>[Immagine in apertura: Crediti YAC srl]</p>

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Abu Dhabi chiude il 2025 con tre nuovi grandi musei 

Le foto della nuova Fondation Cartier a Parigi

Il reportage dalla Milano Design Week 2024

La rivoluzionaria pittura dei Nabis protagonista a Berna

<p>Il Kunstmuseum di Berna ospita, dal 13 maggio al 16 ottobre 2022, la mostra <em>Vivre notre temps! Bonnard, Vallotton and the Nabis</em> dedicata alla produzione artistica degli esponenti del rivoluzionario movimento dei <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/mostra-nabis-musee-du-luxembourg-parigi" target="_blank">Nabis</a>. Il gruppo, fondato nel 1888 intorno agli artisti francesi Pierre Bonnard, Maurice Denis, Félix Vallotton ed Édouard Vuillard, risulta fondamentale per la storia dell’arte in quanto ha rappresentato, almeno simbolicamente, il superamento dell'Impressionismo e l'avvio dell'epopea moderna. La mostra segna il congedo dal museo della Hahnloser/Jaeggli Collection ed è curata da Marta Dziewaska.</p> <h2>LA MOSTRA SUI NABIS A BERNA</h2> <p>Il titolo della rassegna –<em>Vivre notre temps! </em>– <em></em>nasce da un’osservazione della collezionista e mecenate Hedy Hahnloser, convinta che solo attraverso lo scambio tra artisti e creativi contemporanei si possa generare una migliore comprensione del presente e lasciare traccia del nostro tempo. Il nome del gruppo, infatti, è un adattamento del termine ebraico “<em>nebiim</em>” che vuol dire "profeti", "iniziati", e secondo <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-27-gennaio-gauguin" target="_blank">Gauguin</a> – artista di riferimento per il gruppo di pittori parigini insieme al maestro del simbolismo <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/05/paesi-bassi-celebrano-odilon-redon-maestro-del-simbolismo" target="_blank">Odilon Redon</a> – l'espressione incarna esattamente la definizione del vero artista.</p> <h2>IL GRUPPO NABIS E L’ARTE MODERNA</h2> <p>A differenza degli impressionisti, i Nabis non erano interessati a rappresentare la vita pulsante della città con i suoi viali e le piazze densamente popolate, ma erano piuttosto orientati verso situazioni domestiche, momenti indisturbati di ordinaria quotidianità e nature morte. Sebbene trattino classiche tematiche, le loro opere sembrano emanare qualcosa di inafferrabile e intimo; i confini tra ritratto e natura morta risultano sfocati e più fluidi e le figure non occupano più lo spazio come soggetti principali, ma sembrano fondersi con esso. La pittura, da figurativa e di stampo naturalistico, comincia cioè a divenire di matrice più astratta.</p> <p>[Immagine in apertura: Pierre Bonnard, <em>Dans un jardin méridional (La Sieste)</em>, um 1914. Öl auf Leinwand, 84 x 113 cm. Kunstmuseum Bern Schenkung des Staates Bern, 1935]</p>

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