A Novara la rassegna dedicata agli "scarabocchi"

Torna a Novara, dal 16 al 18 settembre prossimi, il festival Sarabocchi, la rassegna per adulti e bambini dedicata al gesto istintivo e liberatorio di riversare su carta, in modo del tutto spontaneo, le proprie immaginazione e fantasia. Ad aprire la quinta edizione, allestita nel grande atelier d'artista del Cortile del Broletto e ideata da Doppiozero e dalla Fondazione Circolo dei lettori, saranno il “papà” della <a href="https://arte.sky.it/news/galleria-nazionale-umbria-pimpa" target="_blank">Pimpa</a> Francesco Tullio Altan e il giornalista e scrittore Michele Serra. Previsti, inoltre, numerosi laboratori creativi e interventi d’autore tra i quali quelli dell’illustratrice di fama internazionale <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-reggio-emilia-olimpia-zagnoli" target="_blank">Olimpia Zagnoli</a>; del poeta e critico letterario <a href="https://arte.sky.it/news/poesia-italiana-metro-stoccolma" target="_blank">Valerio Magrelli</a>; dell’illustratore, grafico e designer <a href="https://arte.sky.it/news/lillustri-festival-2022-vicenza" target="_self">Guido Scarabottolo</a>; della graphic designer e calligrafa Alessandra Barocco; del maestro tipografo Lino Gerosa e della sceneggiatrice Francesca Serafini.<h2>IL FESTIVAL DI NOVARA TRA PAROLE, SCARABOCCHI E GIOCO</h2> Il denso programma di iniziative, attività e workshop, rivolti a bambini e adulti, sarà articolato in tre filoni tematici: parole, scarabocchi e giochi. Per imparare divertendosi con le parole sono previsti, ad esempio, il laboratorio per piccini Parole in gioco. Crescere con le poesie, guidato da Filippo Mittino sabato 17 settembre dalle ore 10 presso la Biblioteca Civica Carlo Negroni; ma anche Vocabolari fantastici, parole per connettere condotto nel Loggiato dell’Arengo da Gabriele Pino, lo stesso giorno dalle ore 11 alle 12:30; oppure Più amore con punti e virgole a cura della sceneggiatrice, scrittrice ed editor Francesca Serafini organizzato nella Galleria Giannoni (Sala 10) e indirizzato ad adulti che vogliono approfondire l’uso della punteggiatura. Per la sezione Scarabocchi, tra le numerose proposte si segnala il laboratorio per bambini dai 7 ai 12 anni di Guido Scarabottolo, allestito nel Cortile del Broletto e intitolato Ma che bel castello…, mentre per tutti quegli adulti che pensano di non saper disegnare, sabato 17 alle ore 15, in Sala Arengo, c’è Il grande gioco del disegno supervisionato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/festival-disegno-milano-castello-sforzesco" target="_blank">Alessandro Bonaccorsi</a>.<h2>IL TEMA DI “SCARABOCCHI. IL MIO PRIMO FESTIVAL 2022”</h2> Per la parte della rassegna dedicata al Gioco – tema dell’edizione di quest’anno che, dopo quella rivolta nel 2020, nell’anno della pandemia, ai nostri copri privati della socialità e quella del 2021 incentrata, invece, sulla natura, invita al divertimento, allo svago e alla spensieratezza – sarà allestito nel Cortile del Broletto un gigante Gioco dell’oca. Cucù! Lupo, sei proprio tu?, a cura di Libreria Cappuccetto giallo, è invece il laboratorio previsto per sabato 17 settembre dalle ore 10:30 alle ore 12 nel Sottoportico del Broletto, per giocare con il personaggio più irriverente delle fiabe, il lupo. Per i più piccoli, inoltre, all'interno di una ricca selezione di attività, sono in programma La ludoteca rompicapo a cura di Associazione il Tarlo, ovvero una speciale ludoteca animata dai giochi della tradizione popolare, e La Scarabocchieria, un angolo in cui piccole artiste e piccoli artisti sono chiamati a misurarsi con colori, matite e pennelli seguendo solo le impalpabili regole della fantasia.

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<a href="https://arte.sky.it/news/rinascimento-napoli-programmi-tv-19-maggio" target="_blank">Napoli</a> è, forse più di ogni altra città italiana, uno crogiolo di stereotipi e luoghi comuni che da tempo immemore ne condizionano l'immagine. Il mito di un inesauribile vitalismo e dell'immaginario da Bronx mediterraneo innescato da Gomorra, e i soliti sole, mare, pizza e mandolino hanno creato nel tempo un “vestito” pittoresco che se da una parte alimenta la città, garantendole un ruolo preciso all'interno del nostro pensiero collettivo, dall'altra la mortifica, ne ostacola il cambiamento e in ultimo ne nasconde qualità inedite, a molti sconosciute e certamente assai più degne di attenzione. Voltano le spalle al panorama e al consueto ritratto da cartolina della città<a href="https://arte.sky.it/foto/giorni-come-stanze-libro-emilia-giorni-lockdown-italia" target="_blank"> Giovanna Silva</a> e Lucia Tozzi, le due autrici da poco in libreria con un nuovo volume fotografico dedicato alle architetture popolari del luogo: un'indagine “chirurgica” che, con immagini e parole, ripercorre l'urbanizzazione del capoluogo campano dal dopoguerra alla fine del secolo; un periodo lungo e complesso, caratterizzato da investimenti, grandi speranze e (tante) occasioni perse. 
<h2>NAPOLI E L'ARCHITETTURA POPOLARE</h2> Edito da <a href="https://www.edizioninottetempo.it/it/napoli-contro-il-panorama" target="_blank">Nottetempo</a>, il libro – dal titolo Napoli. Contro il panorama – si sofferma in particolare sulle architetture sovvenzionate dai grandi interventi pubblici del secondo Novecento, tra sedi universitarie, ospedali, edifici civili e soprattutto moltissime case popolari. “Dai quartieri INA-Casa degli anni Cinquanta agli interventi della ricostruzione post-terremoto degli anni Ottanta, sono stati costruiti più di 80.000 alloggi, molti di qualità, della cui esistenza pochissimi sono consapevoli – a esclusione delle Vele di Franz Di Salvo, ormai entrate a far parte delle icone napoletane insieme a Maradona e al Vesuvio”, si legge nel testo introduttivo di Lucia Tozzi. 
<h2>IL SAGGIO DI LUCIA TOZZI E GIOVANNA SILVA</h2> Le immagini di Giovanna Silva fanno da corollario alle tesi della scrittrice, dimostrando – con scatti liberi, perlopiù prodotti per mezzo di uno smartphone, in esterno e ad altezza d’uomo – il decadimento di molti di questi luoghi che nel corso degli anni non sono stati rigenerati come accaduto in altre città. A ben vedere, il tema stesso del saggio è proprio questo: ciò che non si vede, più che ciò che c'è. I fari della narrazione sono infatti tutti puntati sulla mancata trasformazione urbana di Napoli nell'ultimo quarto di secolo. La stessa che invece ha radicalmente cambiato il volto di altre metropoli del Paese, rendendole moderne e aperte al futuro. “Negli ultimi anni Napoli non è stata toccata dai processi pubblico-privati di 'rigenerazione urbana' che hanno invece profondamente trasformato altre città”, si legge nel volume. La sfida per il domani è fare di necessità virtù, trasformando il passivo in attivo. Chissà allora che questa “metamorfosi sospesa” non possa diventare la grande fortuna di questa città. 
[Immagine in apertura: Unità di abitazione Le Vele, Scampia, architetto Franz Di Salvo, 1962 75. Photo © Giovanna Silva]

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