A Londra la mostra sul pluripremiato studio Grafton Architects

<p>Prosegue il "biennio d'oro" dello studio di architettura fondato e guidato dalle architette irlandesi Shelley McNamara e Yvonne Farrell, che nel 2018 curarono la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/01/la-biennale-di-architettura-2018-guidata-da-due-donne" target="_blank">16. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia</a>. Dal 2020 a oggi Grafton Architects ha infatti ottenuto alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti internazionali assegnati in ambito architettonico e si è definitivamente imposto fra le più autorevoli realtà del settore a livello globale. Dopo il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/architettura-yvonne-farrell-shelley-mcnamara-premio-pritzker-prize-2020" target="_blank">Pritzker Prize 2020</a>, la RIBA Gold Medal 2020, il RIBA Stirling Prize 2021 e il più recente <a href="https://arte.sky.it/news/grafton-architects-eu-mies-award-2022" target="_blank">Mies van der Rohe Award 2022</a>, è ora in preparazione un'importante mostra in una speciale sede espositiva: il <a href="https://arte.sky.it/foto/architettura-premio-migliori-disegni" target="_blank">Sir John Soane’s Museum</a>, a Londra.</p><h2>A LONDRA LA MOSTRA SULLO STUDIO GRAFTON ARCHITECTS</h2> <p> <em>Neighbours in Space and Time: Grafton Architects</em> <em>at Sir John Soane’s Museum,</em> questo il titolo della rassegna in programma dal 18 ottobre all'8 gennaio 2023, esamina temi e concetti identificabili sia nel Marshall Building, progettato dallo studio irlandese per la London School of Economics and Political Science, sia nella casa-museo intitolato all'architetto John Soane, da lui stesso realizzata e sede dell'appuntamento. I due edifici presi in esami sorgono a ridotta distanza l'uno dall'altro e condividono una serie di valori meritevole di essere analizzata. A spiegare questo aspetto, raccontando la genesi dell'imminente rassegna, è la curatrice Louise Stewart. In una dichiarazione ha sottolineato come l'obiettivo sia "<em>mettere in evidenza l'approccio ponderato di Grafton alla progettazione di un edificio che, come il Sir John Soane Museum, offre uno spazio per l'apprendimento e il dibattito, nonché un ambiente avvincente e in continua evoluzione per coloro che lo utilizzano</em>".</p> <h2>GRAFTON ARCHITECTS E L'ARCHITETTURA DI JOAN SOANE</h2> <p>Il percorso espositivo, sviluppato in collaborazione con Grafton Architects, affianca disegni inediti del duo, che fanno luce sul processo di progettazione e costruzione del Marshall Building, con selezionate opere grafiche provenienti dall'archivio di Sir John Soane. A emergere sono non pochi punti di convergenza, fra cui il comune interesse per le innovazioni tecnologiche delle rispettive epoche e l'uso delle tecniche di disegno tradizionali, per creare immagini potenti e comprensibili. Esposti anche un modello della sede universitaria, che consentirà di comprenderne la struttura portante, con i cosiddetti "pilastri ad albero", e varie fotografie. La mostra sarà accompagnata un programma di iniziative pubbliche, che includerà anche visite al Marshall Building con le architette Yvonne Farrell e Shelley McNamara e un ciclo di conferenze focalizzato sulla pratica dello studio di base a Dublino e sullo stile dell'architetto britannico, ampiamento considerato un anticipatore della moderna museografia.</p>  <p>[Immagine in apertura: Yvonne Farrell + Shelley McNamara, 2020 RIBA ©Morley von Sternberg]</p>

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

A Parigi la mostra-evento su Claude Monet e Joan Mitchell

<p>Questo autunno, la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/04/la-fondation-louis-vuitton-di-parigi-si-rinnova-special-guest-takashi-murakami" target="_blank">Fondation Louis Vuitton</a> di Parigi, in collaborazione con il Musée Marmottan Monet – l’istituzione museale che vanta la più grande collezione al mondo di opere di <a href="https://arte.sky.it/news/monet-palazzo-ducale-genova-mostra" target="_blank">Claude Monet</a> – presenta <em>Monet-Mitchell. </em>un ambizioso progetto espositivo – curato dalla direttrice artistica della Fondazione, Suzanne Pagé – dedicato a un poetico confronto visivo e tematico tra i capolavori dell’ultimo periodo pittorico del maestro dell’impressionismo e le opere dell'artista americana Joan Mitchell, considerata una delle figure artistiche più influenti della seconda metà del Novecento. Unica per portata e forza poetica, la mostra <em>Monet-Mitchell</em> si svolgerà dal prossimo 5 ottobre al 27 febbraio 2023 e sarà allestita in ben otto gallerie che compongono l’edificio parigino inaugurato nel 2014, progettato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/architettura-torre-frank-gehry-arles-francia" target="_blank">Frank Gehry</a>.</p><h2>MONET E MITCHELL A DIALOGO ALLA FONDATION LOUIS VUITTON</h2></p>
<p>Attraverso circa sessanta opere emblematiche di entrambi gli artisti, la mostra propone al pubblico un viaggio nella pittura enfatizzato da sorprendenti parallelismi e rimandi, sia visivi che concettuali. A dialogare con i lavori astratti di Joan Mitchell, tra cui si segnala una selezione di dipinti della serie <em>Grand Vallée </em>realizzata tra il 1983 e il 1984, saranno ben trentasei opere di Monet. Tra queste, il <em>Trittico Agapanthus</em>, esposto per la prima volta a Parigi nella sua interezza, e venticinque grandi tele appartenenti alla collezione del <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/monet-genova-palazzo-ducale" target="_blank">Musée Marmottan Monet</a>. Queste ultime, presentate per l’occasione prive di cornici, consentiranno di tracciare una straordinaria panoramica su uno dei soggetti preferiti dal maestro francese: le <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/10/giardino-monet-libro-illustrato" target="_blank">ninfee</a>. L’intento della mostra è quello di mettere a confronto la produzione pittorica sviluppata dai due artisti di fronte allo stesso paesaggio: le rive della Senna. Seppur in tempi diversi, Monet e Mitchell, condividendo un'acuta sensibilità per la luce e il colore, elaborarono un approccio pittorico che in tanti hanno definito "simile nei termini", fatto di “sensazioni” per Monet e di “sentimenti e ricordi” per l’artista americana.</p> <h2>A PARIGI ANCHE UNA RETROSPETTIVA SU JOAN MITCHELL</h2> <p>Con il proposito di aumentare la consapevolezza del pubblico francese ed europeo sul prezioso lavoro di Joan Mitchell, contemporaneamente alla mostra-evento, la Fondation Louis Vuitton – in collaborazione con il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-diego-rivera-san-francisco" target="_blank">San Francisco Museum of Modern Art </a>(SFMOMA) e con il Baltimore Museum of Art (BMA) – si appresta ad ospitare un’importante retrospettiva a lei dedicata. Presentata in due gallerie del piano terra, la mostra riunisce cinquanta opere ottenute in prestito da istituzioni come il <a href="https://arte.sky.it/news/rinvio-lavori-ristrutturazione-centre-pompidou-parigi" target="_blank">Centre Pompidou</a> e il Musée du Monastère Royal de Brou o facenti già parte della collezione permanente della Fondazione Louis Vuitton. Versione aggiornata di una rassegna recentemente presentata negli Stati Uniti, la monografica parigina punta a mettere in evidenza la singolarità della produzione della Mitchell, caratterizzata da una tavolozza intensa e vibrante e dall’intimo legame instaurato con i paesaggi francesi. La mostra esplora, quindi, le principali serie che l’artista ha realizzato nel suo paese natale e poi a Parigi, dove si trasferì nel 1959. Dal 1968 scelse quindi di trasferirsi nel piccolo villaggio di Vétheuil, luogo in cui proprio Claude Monet visse tra il 1878 e il 1881. Il piccolo borgo francese divenne fonte di ispirazione per i suoi dipinti solari e incandescenti e fu protagonista dei suoi polittici degli anni Settanta, come il capolavoro del 1973 intitolato <em>Chasse Interdite</em>. In esposizione anche alcune esuberanti tele degli anni Ottanta, come l’omaggio a <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-van-gogh-oggetti-dipinti-zundert" target="_blank">Van Gogh</a> dal titolo <em>No Birds</em>, e <em>South</em>, la sua personale versione della Sainte-Victoire di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-cezanne-tate-modern-londra" target="_blank">Cézanne</a>. </p> <p> [Immagine in apertura: Claude Monet, <em>Nymphéas</em>, 1916 – 1919. Huile sur toile, 200 × 180 cm. Musée Marmottan Monet, Paris]</p>

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