La favola per bambini che si ispira ai valori del buddismo

Non è mai troppo presto per avvicinarsi a uno stile di vita più sano, ascoltarsi e accogliere dentro di sé il mondo con saggezza e benevolenza. Lo sa bene James Norbury, lo scrittore e artista inglese appassionato di natura e animali, che ha deciso di coniugare i suoi interessi dando forma a una nuova – commovente – favola per bambini: un racconto profondissimo e delicato, che insegna ai più piccoli (ma non soltanto) a prendere confidenza con le proprie paure e le proprie insicurezze, abbracciandole senza timore.<h2>IL BEST SELLER DI JAMES NORBURY</h2>Diventato caso editoriale in Inghilterra (con oltre 100mila copie vendute e mesi di permanenza nelle più importanti top ten del Regno Unito), Grande Panda e Piccolo Drago “sbarca” finalmente anche nelle librerie italiane. Merito della casa editrice <a href="https://www.rizzolilibri.it/" target="_blank">Rizzoli</a>, che ha deciso di portare sugli scaffali del nostro Paese questo autentico gioiellino di filosofia e spiritualità.Protagonisti del libro, come intuibile dal titolo, sono un saggio panda e un draghetto. Amici inseparabili, i due si incamminano verso una meta non meglio identificata. Non è il punto di arrivo, ma il viaggio e le sue tortuosità che interessano all'autore.<h2>LA SPIRITUALITÀ BUDDISTA A MISURA DI BAMBINO</h2>Durante il tragitto, i due animali si lasciano infatti andare a una serie di riflessioni sul senso e sulla precarietà dell'esistenza, sulla bellezza delle piccole cose e sull'importanza di saper dare valore anche a ciò che sembra rendere la strada più complicata e cimentosa.Disegnati con tocco leggerissimo, Grande Panda e Piccolo Drago osservano il risveglio della natura in primavera, ascoltano il rumore della pioggia, danzano sotto le foglie degli alberi che cadono in autunno. Ricco di disegni ad acquerello e costellato di brevi dialoghi tra i due personaggi, il volume scorre leggerissimo, richiamando alla mente i valori del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/08/libro-illustrato-dalai-lama" target="_blank">Buddismo</a> come “antidoto” alla solitudine e alla negatività. “Cosa succede se incontro persone a cui non piaccio o a cui non piacciono le cose che faccio?”, domanda il piccolo drago in uno dei passaggi del volume. “Ognuno deve seguire il proprio cammino”, risponde il panda. “Meglio perdere quelle persone che perdere te stesso”.[Immagine in apertura: una tavola tratta da Grande Panda e Piccolo Drago di James Norbury (Rizzoli, 2022)]

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Arriva in Piemonte la mostra-omaggio a Christo e Jeanne-Claude

Il 31 maggio 2020, a New York, si spegneva <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/05/morte-christo-land-art" target="_blank">Christo Vladimirov Javacheff</a>, il celebre artista bulgaro tra i più grandi esponenti della <a href="https://arte.sky.it/news/la-storia-della-land-art" target="_blank">Land Art</a>. E mentre ad Abu Dhabi si sta cercando di capire se l'unico <a href="https://arte.sky.it/news/christo-jeanne-claude-mastaba-abu-dhabi" target="_blank">progetto d’arte pubblica su larga scala senza limiti di durata</a> ideato dall'artista e da sua moglie Jeanne-Claude diventerà realtà, la Fondazione Cosso, presso il Castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo (in provincia di Torino), dedica all'artista e alla sua compagna d’arte e di vita una mostra-omaggio. La rassegna ‒ intitolata Christo e Jeanne-Claude. Projects ‒ in programma dal prossimo 15 ottobre al 16 aprile 2023, presenterà circa sessanta opere tra progetti, maquette, fotografie e contributi video relativi alle installazioni e alle performance della <a href="https://arte.sky.it/news/asta-sothebys-collezione-christo-jeanne-claude" target="_blank">visionaria coppia</a>.<h2>LA MOSTRA SUI PROGETTI DI CHRISTO E JEANNE-CLAUDE</h2>La mostra ‒ curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard ‒ prevede un ampio nucleo centrale sviluppato intorno a fotografie e video-documenti delle più note opere della <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/08/christo-jeanne-claude-libro" target="_blank">coppia,</a> selezionate in collaborazione con la Fondazione Christo e Jeanne-Claude di New York. Si passa dagli interventi degli anni Settanta come Valley Curtain, del 1970-72, il telo arancione lungo 380 metri che ha colorato la vallata di Rifle in Colorado, a quelli più recenti come The gates, il percorso di trenta chilometri di “portici” che ha attraversato nel 2004-05 Central Park a New York, o <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/un-documentario-racconta-il-progetto-di-christo-sul-lago-diseo" target="_blank">The Floating Piers</a>, la famosa passerella realizzata nel 2016 sul Lago d’Iseo, lunga oltre quattro chilometri.<h2>I PROTAGONISTI DELLA LAND ART</h2>La prima parte dell’esposizione è dedicata, invece, al movimento artistico parigino del Nouveau Réalisme in cui l’artista bulgaro si formò e attraverso il quale cominciò a sperimentare i primi memorabili <a href="https://arte.sky.it/news/christo-parigi-arco-trionfo-wrapped" target="_blank">“impacchettamenti”</a>. Mentre la seconda sezione è interamente incentrata sulla Land Art, sviluppatasi oltreoceano negli anni Sessanta e affiancata, in seguito, da movimenti internazionali simili, nati per riflettere e indagare sul rapporto tra l’uomo e il paesaggio naturale. Le opere esposte includono gli storici interventi di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/07/richard-long-land-art-teatro-dioniso-atene" target="_blank">Richard Long</a>, caposaldo della Land Art, ma anche contributi di Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, <a href="https://arte.sky.it/news/mostre-palazzo-strozzi-donatello-olafur-eliasson-2022" target="_blank">Olafur Eliasson</a>, Giuseppe Penone, Germano Olivotto e le foto originali di Gianfranco Gorgoni relative ai "lavori manifesto" della Land Art di Walter De Maria, Robert Smithson, Michael Heizer, Dennis Oppenheim e <a href="https://arte.sky.it/news/installazione-james-turrell-colorado" target="_blank">James Turrell</a>.[Immagine in apertura: Christo e Jeanne-Claude durante The Gates, New York City, febbraio 2005. Foto Wolfgang Volz © 2005 Christo and Jeanne-Claude Foundation]

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