Addio a Vivienne Westwood, icona della moda

<p>Con il suo stile inconfondibile ha messo in discussione il vocabolario della moda sin da quando, nel 1971, aprì a Londra, insieme a Malcolm McLaren, futura "anima" dei <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/10/asta-vinile-sex-pistols" target="_blank">Sex Pistols</a>, il negozio che divenne un punto di riferimento nel panorama punk d'oltremanica. Stiamo parlando di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-18-giugno-vivienne-westwood" target="_blank">Vivienne Westwood</a>, alla quale il mondo della moda sta rivolgendo l'ultimo saluto in seguito alla notizia della sua scomparsa, all'età di 81 anni.</p><h2>VIVIENNE WESTWOOD E IL PUNK</h2> <p>Fu proprio la vulcanica designer a dare un importante contributo alla definizione dell'estetica punk nel corso dei turbolenti anni Settanta: scegliendo per le proprie creazioni accessori e tessuti che spaziavano dalle borchie alla rivisitazione del tartan, Vivienne Westwood fu capace di mettere in discussione convenzioni e regole precostituite e di rivoluzionare il vocabolario del fashion non solo inglese, come dimostrato dalla sovversiva collezione <em>Pirates</em>, datata 1981 e firmata insieme a McLaren.</p><h2>LA MODA SECONDO VIVIENNE WESTWOOD</h2> <p>Dopo la separazione da quest'ultimo, Westwood consolidò e sviluppò ulteriormente il suo approccio nei confronti della moda, trovando fonti di ispirazione sempre al passo con i tempi, senza mai snaturare uno stile ormai iconico e indipendente. Dal corsetto ai dettagli ispirati all'abbigliamento classico di stampo britannico, le creazioni di Vivienne Westwood hanno fatto epoca, caricandosi di originalità e diventando un modello per le generazioni di designer più giovani. Westwood è stata un esempio anche per il suo attivismo e l'impegno in difesa dell'ambiente, promuovendo una moda etica, in risposta alle urgenze sempre più pressanti dettate dall'emergenza climatica. </p> <p>Sky Arte rende omaggio a Vivienne Westwood mandando in onda <em>Westwood - Punk Icon Activist </em>il 30 dicembre alle 23:15.</p>

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Scoperti 168 nuovi geoglifi nel deserto del Perù

<p>Situata sulla costa meridionale del Perù, a poco meno di 400 chilometri dalla capitale Lima, Nazca conserva da secoli straordinarie testimonianze archeologiche sul suo territorio. È qui, infatti, che sono conservati centinai di geoglifi risalenti al periodo tra il 300 a.C. e il 500 d.C. Si tratta di veri e propri disegni tracciati sul terreno: profili stilizzati di animali e figure umane realizzati dalla popolazione preistorica che abitava la zona.</p> <p>Noto come le “linee di Nazca”, il folto corpo di geoglifi è recentemente salito di numero grazie a una serie di ulteriori ritrovamenti. A comunicarli è stata la <a href="https://www-hs.yamagata-u.ac.jp/en/institute/nasca/" target="_blank">Yamagata University Institute of Nasca</a>, che, con una spedizione archeologica coordinata dal professor Masato Sakai in collaborazione con lo studioso Jorge Olano, ha portato alla luce ben 168 nuovi disegni, rinvenuti nell'area desertica nei pressi della città.  </p>
<p><h2>LA NUOVA SCOPERTA A NAZCA</h2> <p>Scoperti nell'ambito di una serie di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/peru-linee-nazca-intelligenza-artificiale-scoperta" target="_blank">esplorazioni aeree condotte tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020</a>, i ritrovamenti consistono in numerosi disegni stilizzati di animali, tra i quali figurano uccelli, serpenti, balene, felini ed esseri umani. Così come per gli altri geoglifi già catalogati, i disegni (fotografati e successivamente “ricostruiti” in maniera digitale dagli esperti) sono composti da un insieme di linee tracciate sul terreno dell'arido altopiano.  </p> <p>Realizzate per “sottrazione”, queste straordinarie testimonianze grafiche si sono conservate nel corso dei millenni grazie al clima stabile che governa questa porzione del Paese, e all'assenza di precipitazioni che ne ha garantito l'essiccamento e la preservazione.    </p>
<p><h2>I GEOGLIFI DI NAZCA</h2> <p>Prodotti tra il 100 a.C. e il 300 d.C., i geoglifi recentemente scoperti (gran parte dei quali non più grande di circa dieci metri) si aggiungono ai quasi duecento rinvenuti tra il 2004 e il 2018, facendo salire a ben 358 il numero di disegni registrati negli ultimi venti anni sul territorio di Nazca; un numero sbalorditivo, che alimenta domande e misteri intorno al fenomeno delle “linee”, mai del tutto compreso dagli studiosi.  </p> <p>Non è infatti pienamente chiara la ragione di questi grandi geoglifi. L'ipotesi più accreditata è quella dell'archeologa tedesca Maria Reiche, che negli anni Quaranta del secolo scorso rintracciò nei disegni una motivazione astrologica, sottolineando le relazioni tra le figure e le costellazioni. Nei prossimi mesi i nuovi ritrovamenti saranno ulteriormente esplorati, anche con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, avviando un'adeguata campagna di conservazione di queste fragili testimonianze, messe a rischio dalla progressiva espansione delle aree urbane limitrofe.  </p> <p>[Immagine in apertura: credit Yamagata University]</p>

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