La mostra che racconta il Memoriale a Michelangelo mai realizzato

<p>Il CARMI ‒ Museo Carrara e Michelangelo situato nel complesso di Villa Fabbricotti, all’interno del parco artistico di scultura ambientale della Padula, presenta la mostra <em>1972. Michelucci, Moore e Michelangelo. La vitalità del marmo</em> dedicata alla storia del mai realizzato Memoriale in onore di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/05/film-michelangelo-buonarroti-cinema-2" target="_blank">Michelangelo Buonarroti</a>, sognato e progettato tra il 1972 e il 1975 dall’architetto Giovanni Michelucci. La mostra, curata da Marco Ciampolini ed Emanuela Ferretti, sarà aperta al pubblico dal 30 aprile al 15 settembre 2022.</p>
<p> <h2>LA MOSTRA SUL MONUMENTO IN ONORE DI MICHELANGELO</h2> <p>Il percorso espositivo, volendo ripercorrere la pluriennale evoluzione del progetto destinato poi a rimanere solo su carta, è articolato in tre grandi nuclei tematici. Parte con la presentazione dell’idea iniziale di un monumento dedicato a Michelangelo da parte del Circolo Arturo Dazzi e del suo presidente Pierantonio Balli, si sofferma sul complesso e dettagliato progetto dell’architetto Michelucci e giunge alla rievocazione della grande mostra antologica del celebre scultore <a href="https://arte.sky.it/news/henry-moore-scoperta-scultura-asta" target="_blank">Henry Moore</a> ‒ che avrebbe dovuto prendere parte al progetto ‒ al Forte Belvedere di Firenze nel 1972, a conferma del vivace fermento culturale che si respirava nella patria del marmo tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.</p>
<p><h2>MICHELANGELO E MICHELUCCI A CONFRONTO</h2> <p>A testimonianza poi della profonda riflessione che Michelucci aveva condotto su Michelangelo e sulla sua eredità artistica per la progettazione del Memoriale, è possibile rintracciare in mostra stimolanti connessioni tra i due. La ricca selezione di 150 studi che Michelucci aveva prodotto per il monumento, include, ad esempio, alcuni interessanti disegni dedicati alla scultura michelangiolesca del <em>Dio fluviale</em>, presente in mostra sotto forma di un modello realizzato nel 2017 in occasione del restauro dell’opera.</p>
<p>[Immagine in apertura: Giovanni Michelucci (1891-1990), <em>Disegni di studio per il Memoriale a Michelangelo</em>, 1972, Pistoia, Centro di Documentazione “Giovanni Michelucci”]</p>

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Torna a Vicenza il festival dedicato alla musica jazz

<p>Dopo due edizioni fortemente limitate a causa dalla pandemia, dall’11 al 22 maggio torna a Vicenza il festival <em>New Conversations – Vicenza Jazz</em>, la storica kermesse internazionale dedicata alla musica jazz. L’edizione 2022, la ventiseiesima, è incentrata sulle celebrazioni per il centenario della nascita di Charles Mingus, uno dei più grandi musicisti e compositori jazz mai esistiti e una delle figure più rilevanti nella storia della musica afroamericana. </p> <p>Il programma artistico, curato da Riccardo Brazzale, può contare anche quest’anno sulla presenza di grandi nomi del sound jazz internazionale come i chitarristi <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-27-maggio-bill-frisell-jazz" target="_blank">Bill Frisell</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/festival-jazz-bologna" target="_blank">John Scofield</a>, il musicista statunitense di origine siciliana Joe Lovano, i Doctor 3 ed Enrico Rava, in concerto con Fred Hersch e Maria Pia De Vito. </p> <p>Importante novità di questa edizione il “raddoppio” del cartellone grazie a quattro serate estive, dal 14 al 17 luglio, organizzate presso il Complesso Monumentale di Santa Corona.</p>
<p><h2>GLI OSPITI DI VICENZA JAZZ</h2> <p>Le prime due serate del festival saranno dedicate all'eccezionale figura di Mingus, a cui è appunto dedicata la kermesse. Fra i tributi live spiccano quello del contrabbassista Furio Di Castri con il suo storico progetto <em>Furious Mingus</em>, quello del celebre sassofonista David Murray e l’inconsueta esplorazione dei Doctor 3, una delle più famose jazz band italiane degli ultimi venticinque anni. Nelle altre serate i riflettori saranno puntati sulle atmosfere d'oltreoceano di Joe Lovano, Bill Frisell e John Scofield e su quelle mediterranee e di influsso orientale del bassista israeliano Avishai Cohen e del pianista armeno Tigran Hamasyan. Spazio anche al talento del bassista camerunense Richard Bona e alle sonorità nordiche suggerite dal sassofonista John Surman. La serata finale del festival si terrà all’Auditorium Fonato di Thiene con il trio del pianista Claudio Filippini in concerto insieme al sassofonista Michele Polga.</p> <h2>LE PRODUZIONI ORIGINALI DEL JAZZ FESTIVAL DI VICENZA </h2> <p>Ben cinque in questa edizione le produzioni originali proposte in esclusiva: le due dedicate a Mingus, poi <em>Songs from the Heart</em>, il quartetto creato da Ada Montellanico, voce di riferimento nel panorama jazzistico italiano, le composizioni del variopinto Earth Trio formato dal bassista Paolo Damiani, dal sassofonista Rosario Giuliani e dal batterista Zeno De Rossi, e il duetto del trombettista Enrico Rava e del pianista Fred Hersch arricchito dalla voce di Maria Pia Di Vito.</p> <p>[Immagine in apertura: Avishai Cohen. Foto di Andreas Terlaak]</p>

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