100 fotografie di Elliott Erwitt in arrivo a Milano

<p>A Milano, dal 27 maggio al 16 ottobre 2022, le sale del Museo Diocesano Carlo Maria Martini ospitano la grande retrospettiva dedicata a uno dei fotografi più importanti del Novecento, <a href="https://arte.sky.it/foto/fotografie-elliott-erwitt-libro" target="_blank">Elliott Erwitt</a>. La mostra, intitolata <em>Elliott Erwitt, 100 fotografie</em>, è curata da Biba Giacchetti in stretta collaborazione con Erwitt stesso e raccoglie cento dei suoi scatti più famosi ‒ da quelli iconici in bianco e nero a quelli a colori e meno conosciuti, tra ironia e passione per il dettaglio.</p> <h2>LA MOSTRA SU ELLIOTT ERWITT A MILANO</h2> <p>Il percorso espositivo, suddiviso in sezioni tematiche, ripercorre la carriera del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/04/elliott-erwitt-fotografia-mostra-lucca-center-of-contemporary-art" target="_blank">fotografo</a> e offre una testimonianza lucida e vivida sulla storia del Novecento. I temi trattati nei suoi scatti, ironici, romantici e sinceri, vanno dalla ritrattistica dei più importanti personaggi del mondo della politica e dello spettacolo alla documentazione dei grandi fatti della storia fino ai reportage di viaggio.</p> <h2>GLI SCATTI DI ELLIOTT ERWITT</h2> <p>In mostra saranno quindi presenti numerose fotografie-manifesto come quella storica che immortala Nixon e Kruscev a Mosca nel 1959; l’immagine struggente di una <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-15-gennaio-jackie-kennedy" target="_blank">Jackie Kennedy</a> in lacrime durante il funerale del marito, <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-8-agosto-famiglia-kennedy" target="_blank">John Fitzgerald Kennedy</a>, assassinato a Dallas nel 1963, o il celebre incontro di pugilato tra <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-18-agosto-muhammad-ali" target="_blank">Muhammad Ali</a> e Joe Frazier del 1971. Particolare attenzione è dedicata alla serie di ritratti scattati da Erwitt a <a href="https://arte.sky.it/news/marilyn-monroe-andy-warhol-asta" target="_blank">Marilyn Monroe</a>. Si tratta di insolite fotografie che restituiscono un’immagine più spontanea della diva americana, immortalata durante le pause sui set cinematografici.  [Immagine in apertura: Elliott Erwitt, France, Paris, 1989 © Elliott Erwitt]</p>

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Addio al maestro della fotografia Oliviero Toscani

Il mondo dei bambini negli scatti di Steve McCurry

Alla scoperta del nuovo festival fotografico di Torino

L'artista-sciamano Joseph Beuys in mostra a Venezia

<p>Dal 20 aprile 2022 Palazzo Cini a San Vio, nel cuore di Venezia, ospita la mostra dedicata al poliedrico artista tedesco <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-12-maggio-joseph-beuys" target="_blank">Joseph Beuys</a>. La rassegna, a cura di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini, e realizzata in collaborazione con la galleria Thaddaeus Ropac, inaugurerà la stagione espositiva 2022 dell’affascinante casa-museo veneziana sorta nel 1984 per custodire la straordinaria collezione d’arte dell’imprenditore e filantropo Vittorio Cini. <em>Joseph Beuys. Finamente Articolato</em>, questo il titolo della rassegna, sarà visitabile fino al 21 novembre 2022.</p> <h2>LA MOSTRA DEDICATA A JOSEPH BEUYS</h2> <p>Allestita al secondo piano della Galleria Palazzo Cini, la retrospettiva prevede l’esposizione di un corpus di quaranta opere tra sculture, dipinti, opere su carta e disegni firmati da Beuys a partire dalla fine degli anni Quaranta. Suddivise in due filoni tematici – uno relativo allo studio del corpo e della figura umana, l’altro incentrato sul ruolo simbolico dell’immagine animale nella pratica artistica –, le opere giovanili di Beuys riescono già ad anticipare riflessioni e questioni tutt'ora di grande attualità, quali il rapporto tra uomo e natura, l’arte come impegno sociale e ricerca spirituale. </p> <h2>JOSEPH BEUYS A VENEZIA</h2> <p>Il titolo della mostra prende spunto da una delle opere più importanti tra quelle esposte: la scultura <em>Supporto per la schiena di un essere umano finamente articolato (tipo lepre) del XX secolo d.C. (Backrest for a fine-limbed person (hare-type) of the 20th Century AD)</em> completata da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/05/querce-joseph-beuys-mostra-tate-modern-londra" target="_blank">Beuys</a> nel 1972 e facente parte di una serie più ampia chiamata <em>Processi arrestati</em>. L’opera, fusa in ferro partendo da una forma in gesso che serviva come schienale per sostenere un corpo ferito, allude nella sua forma alla sagoma di una lepre, animale centrale nel simbolismo artistico e concettuale di Beuys. La lepre, utilizzata per esempio anche nella celebre performance del 1965 <em>How to Explain Pictures to a Dead Hare</em>, per il visionario artista incarnava, infatti, uno stato perduto di innocenza umana e, per il suo modo di scavare la terra e scendere in profondità, rappresentava un’intima connessione con la natura. </p> <p>[Immagine in apertura: Joseph Beuys, <em>Zwei Frauen</em>, 1955. Pencil, watercolour, gouache and iron chloride on paper. Image 21 x 29,5 cm Frame 41 x 50 x 3 cm (JB 1146). Photo Ulrich Ghezzi © Joseph Beuys Estate / VG-Bildkunst, Bonn 2022 Courtesy Thaddaeus Ropac, London · Paris · Salzburg · Seoul] </p>

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