A Roma la mostra di Jago, la rockstar della scultura contemporanea

Dal 12 marzo al 3 luglio, in contemporanea a quella dedicata a <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bill-viola-roma-palazzo-bonaparte" target="_blank">Bill Viola</a>, Palazzo Bonaparte ospita la mostra JAGO. The Exhibition, la prima grande mostra dello scultore Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, classe 1987. L’esposizione, prodotta e organizzata da Arthemisia e da Jago Studio, ripercorre la sensazionale seppur giovane carriera dell’artista insignito di numerosi riconoscimenti in tutto il mondo, come la Medaglia Pontificia nel 2010, il premio Gala de l’Art di Monte Carlo nel 2013, il premio Pio Catel nel 2015, il Premio del pubblico Arte Fiera nel 2017 e l’investitura come Mastro della Pietra al MarmoMacc sempre nel 2017. Attualmente lo scultore vive a Napoli, lavorando in uno studio-laboratorio situato all’interno della Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi. <h2>LA MOSTRA DI JAGO A ROMA</h2> La rassegna, curata dalla professoressa e storica dell’arte Maria Teresa Benedetti, prevede l’esposizione di 12 sculture. Fra tradizione e contemporaneità trovano spazio le prime sperimentazioni condotte dall’artista scolpendo i sassi di fiume, come in Memoria di Sé ed Excalibur, le opere monumentali di più recente realizzazione come Venere e Pietà, realizzata nel 2021 ed esposta per la prima volta nella chiesa romana di Santa Maria in Montesanto, e quelle più mediatiche come Habemus Hominem, iniziata nel 2009, rielaborata nel 2016 e ispirata a Papa Benedetto XVI. <h2>PALAZZO BONAPARTE DIVENTA UNO STUDIO D’ARTISTA</h2> Tipica dello stile di Jago ‒ conosciuto appunto come “The Social Artist” ‒ è la grande capacità comunicativa che lo spinge a condividere sui social l’intero processo creativo alla base di ogni sua opera. Condivisione e contatto con il pubblico caratterizzano anche la mostra romana, durante la quale Jago si renderà protagonista del primo esperimento di studio d’artista durante un’esposizione. Rendendo partecipi i visitatori, lo scultore lavorerà live alla realizzazione della sua prossima opera. [Immagine in apertura: Jago, Figlio Velato, 2019. Marmo, 200x100x50 cm. Chiesa di San Severo fuori le mura (NA). Photo by Alessio Li Volti]

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La musica indie rock dei Virginiana Miller

Sono i Virginiana Miller i protagonisti della puntata di My Generation ‒ la serie dedicata alle band che affondano le loro radici nel panorama musicale degli anni Novanta ‒ in onda su Sky Arte sabato 12 marzo.
I Virginiana Miller si sono contraddistinti all’interno della scena indipendente italiana di quel decennio rivoluzionario per il loro sound che viaggia tra l’indie rock e la musica d’autore. Il debutto con Gelaterie Sconsacrate nel 1997 riscuote il favore della critica al punto da portarli ad aprire il concerto dei Simple Minds al Foro Italico di Roma. 
Nel 2013 Tutti i santi giorni, brano inciso per l’omonimo film di Paolo Virzì, ottiene il David di Donatello come migliore canzone originale, mentre l’anno successivo è il turno della Targa Tenco per la migliore canzone con Lettera di San Paolo agli operai, contenuta in Venga il regno. Risale al 2019 l’ultimo album della band, The Unreal McCoy, interamente cantato in inglese e dal gusto classic rock americano. 
Anche stavolta i membri della band ripercorrono la loro storia, affiancati da esperti e addetti ai lavori che conoscono da vicino l’indimenticabile contesto musicale italiano degli anni Novanta.

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