A Milano la moda racconta l'emancipazione femminile

<p>Il Novecento è stato un "secolo spartiacque" sotto svariati punti di osservazione. Con la progressiva ascesa della società "moderna", la figura della donna è stata al centro di una metamorfosi epocale, con dirette conseguenze nei ruoli rivestiti dentro e fuori il contesto familiare, nella percezione del proprio corpo e nella presa di coscienza delle potenzialità individuali, a lungo sottostimate. Questo percorso può essere esaminato anche adottando come prospettiva di analisi l'evoluzione del vestiario femminile: appena inaugurata a Milano, la mostra <em>Momenti di Moda a Palazzo Morando. Dal busto alla salopette </em>descrive cosa è avvenuto nel corso del XX secolo puntando proprio sul potere narrativo di abiti, accessori e indumenti delle generazioni di donne che ci hanno preceduto.</p><h2>L'EMANCIPAZIONE FEMMINILE SECONDO LA MODA</h2> <p>Curata da Enrica Morini, Margherita Rosina e Ilaria De Palma, e visitabile gratuitamente nelle sale di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, la rassegna è articolata in sette sintetiche tappe; l'itinerario temporale procede dai primi del Novecento fino agli anni Ottanta. Decenni densissimi di trasformazioni, in cui si assiste al progressivo abbandono di un capo in uso dalla prima metà dell’Ottocento, finalmente considerato un limite alla gestualità femminile: il busto, con stecche di acciaio o di balena, che disegnava una silhouette in linea con gli ideali più diffusi, inizia a scomparire. Un "addio" ritenuto fondamentale per l'avvio del percorso verso l’emancipazione femminile, che nella mostra milanese trova il proprio "apice simbolico" nell'esposizione di una salopette in tessuto jeans con pettorina e bretelle, firmata Fiorucci, risalente al 1978. Nato nell’Ottocento come indumento da lavoro, questo comodo abito si impone nella moda giovanile degli anni Settanta e diviene sinonimo di uno stile di vita libero, informale, disinvolto.</p><h2>IL NOVECENTO DELLE DONNE VISTO ATTRAVERSO GLI ABITI</h2> <p>Fra questi due "estremi", ovvero il busto e la salopette, il percorso di visita include una ragionata selezione di abiti provenienti anche dalla collezione del Comune di Milano, che attualmente include oltre 6mila pezzi, dal XVI al XXI secolo. Si alternano così i capi legati alla stagione delle flapper, risalenti a un secolo fa esatto, che cedono il passo all'eleganza distintiva degli anni Trenta, per poi passare ai riflessi prodotti anche sulla moda dal clima di incertezza e difficoltà dovuto ai conflitti mondiali. Il secondo dopoguerra segna la rinascita della grande sartoria degli anni Cinquanta, destinata di lì a poco a essere "superata" dalle accessibili produzioni in serie proposte dai grandi magazzini e, in Italia, dal successo delle collezioni prêt-à-porter. In occasione di questa rassegna vengono riuniti pezzi selezionati per mostre organizzate molti decenni fa o alla prima esposizione pubblica: una scelta non casuale, che invita a riflettere sulla fragilità del patrimonio tessile e sulla necessità di evitare il suo prolungato contatto con la luce e l’aria.</p> <p><strong></strong>[Immagine in apertura: André Perugia, scarpe modello <em>D’Orsay,</em> 1924-1926. Milano, Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, inv. C1191 (© Comune di Milano – tutti i diritti riservati – Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, Milano – Photo Giulia Bellezza 2022)]</p>

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

La street art torna protagonista a Pompei

<p>Grazie a un nuovo protocollo di intesa rivolto allo sviluppo turistico-economico della città di Pompei e dell’intero territorio vesuviano, sottoscritto tra il comune campano e il <a href="https://arte.sky.it/news/casa-cerere-parco-archeologico-pompei-cavallo" target="_blank">Parco Archeologico</a>, sta per tornare il <a href="https://arte.sky.it/news/festival-street-art-pompei" target="_blank"><em>Pompei Street Festival</em></a>, ideato dall'artista Nello Petrucci. Dal prossimo 22 settembre, per tre giorni, numerosi appuntamenti di street art, musica, cinema e fotografia prenderanno forma nel tessuto sociale cittadino per stimolare la riflessione e aprire nuove strade al cambiamento. Rinnovato, inoltre, anche per questa seconda edizione, l’impegno di riqualificazione urbana delle aree degradate o in totale abbandono disseminate sul territorio pompeiano: in programma ben ventuno interventi di street art su edifici privati e pubblici.</p><h2>I PROTAGONISTI DI POMPEI STREET FESTIVAL</h2> <p>"Resilienza e antichità" è il binomio tematico scelto per guidare i trentadue street artist internazionali – dall’argentino <a href="https://arte.sky.it/news/festival-street-art-civitacampomarano-molise" target="_blank">Alex Senna</a> al canadese Ben Johnston –, selezionati per l’edizione 2022 del festival, che trasformerà il territorio in un museo a cielo aperto. I live show, previsti ogni giorno nelle vie centrali di Pompei (via Sacra, via Lepanto e piazza Bartolo Longo), consentiranno inoltre al pubblico di assistere in diretta allo sviluppo dell’opera, "carpendo" i segreti del mestiere. I live painting show avranno quest’anno anche un’appendice speciale all’interno del <a href="https://arte.sky.it/news/app-pompei-mypompeii" target="_blank">Parco Archeologico degli Scavi di Pompei</a>: a quattro street artist verrà infatti chiesto di far dialogare le loro opere con gli antichi bassorilievi, dipinti e graffiti pompeiani. Max Bagnasco lavorerà nel viale di accesso al Parco archeologico, mentre Ben Johnston, Gomad e Run daranno vita ai loro lavori murali all’interno degli scavi, presso via dell’Abbondanza.</p><h2>NON SOLO STREET ART AL FESTIVAL DI POMPEI</h2> <p>La seconda edizione del <em>Pompei Street Festival</em>, oltre a occuparsi di arte, e nello specifico di street art, sarà articolata in altre tre sezioni: cinema, musica e fotografia. Previsto, dunque, un fitto cartellone di eventi come il concorso internazionale dedicato ai corti e ai documentari a tema "Legalità" (nel trentesimo anniversario dalle stragi di Capaci e via d’Amelio) e "Lavoro Precario"; i <em>Dj Set on the street</em> tenuti, tra gli altri, da Daddy G dei<a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/04/lalbum-mezzanine-dei-massive-attack-tradotto-dna" target="_blank"> Massive Attack,</a> da Paolo Polcari degli Almamegretta e da Filo Q; workshop di fotografia coordinati dai migliori autori campani, e una mostra dedicata ai conflitti bellici attualmente in corso nel mondo allestita attraverso gli scatti di celebri fotoreporter. Tra gli appuntamenti organizzati per sensibilizzare la coscienza sociale dei cittadini, spiccano poi le iniziative <em>TreeNation</em>, <em>La Parola del Cuore</em>, il seminario <em>Plastic Free</em>, e il check point HIV <em>Street Haart</em>. Per conoscere tutti gli eventi in programma, consigliamo di consultare il <a href="https://www.pompeistreetfestival.it/" target="_blank">sito ufficiale</a> del festival.</p> <p>[Immagine in apertura: Photo by Tom Podmore on Unsplash]</p>

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La street art torna protagonista a Pompei | Sky Arte

Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

A Milano la moda racconta l'emancipazione femminile

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Ancora novità per la Domus Aurea a Roma

Il lato oscuro di Babbo Natale

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