La quotidianità di Pablo Picasso in una serie di scatti d'autore

<p>A lavoro, mentre seleziona ceramiche per una mostra; da solo; con gli amici; in compagnia della seconda moglie Jacqueline Roque: è un <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-picasso-museo-malaga" target="_blank">Pablo Picasso</a> colto nella vita di tutti i giorni, fra gli affetti personali o alla prese con il processo creativo quello raccontato dalla mostra fotografica attualmente in corso al Museo Picasso Málaga. </p><h2>50 FOTO SVELANO IL PICASSO PRIVATO</h2> <p>Allestita al piano inferiore dell'istituzione di Málaga, l'esposizione riunisce una cinquantina di fotografie appartenenti all'archivio fotografico Roberto Otero, dal 2005 divenuto parte della collezione permanente del museo spagnolo. Intitolata <a href="https://www.museopicassomalaga.org/en/temporary-exhibitions/picasso-visto-por-otero-2022-eng"></a><em>Picasso as seen by Otero</em>, la rassegna delinea "<em>un racconto o una narrazione letteraria aperta che funge da introduzione alla vita personale</em>" del celebre artista, come sottolineato da José Lebrero, direttore artistico del museo. Anche attraverso materiali inediti, come lettere e quaderni con appunti a mano, la mostra accende i riflettori su una fase della parabola umana e professionale di Picasso in cui il poliedrico autore sembra non avere più nulla da dover dimostrare in termini artistici. Emerge, di conseguenza, una figura più libera, ovvero svincolata dalla necessità di dover costruire a tutti i costi una reputazione. Scomparso nel 2004, il giornalista, scrittore e fotografo argentino Roberto Otero fu presentato a <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-immersiva-picasso-san-francisco" target="_blank">Picasso</a> da conoscenti comuni; strinse con lui un'amicizia che durò dal 1960 fino agli ultimi anni dell'artista. Otero, di conseguenza, è stato un osservatore della maturità del "padre" della corrente cubista e gli oltre 1500 documenti del suo archivio restituiscono lo spirito di quella fase.</p><h2>I 20 ANNI DEL MUSEO PICASSO DI MALAGA</h2> <p><em>Picasso as seen by Otero</em>, che si concentra sugli anni in cui l'artista visse nel sud della Francia, è stata eccezionalmente prorogata fino all'8 gennaio 2023, per effetto del successo riscosso nel primo periodo di apertura. Si concluderà dunque nell'anno in cui il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/04/nuovo-allestimento-museo-picasso-malaga" target="_blank">Museo Picasso Málaga </a>celebrerà il traguardo del ventennale dall'apertura e in cui ricorrono i cinquant'anni dalla morte di Picasso, oggetto di un vastissimo programma di mostre ed eventi internazionali raggruppati sotto il titolo di <em>Celebrating Picasso. 1973-2023</em>. </p>

<p>[Immagine in apertura: Pablo Picasso and Roberto Otero next to the photograph of the maquette for "Head of a Woman" (1962-1964), commissioned by the Chicago Civic Center Mougins, Notre-Dame-de-Vie, August 1966. Gelatin silver print, 20,3 x 25,2 cm. Fondo Roberto Otero. Museo Picasso Málaga © Sucesión Pablo Picasso, VEGAP, Madrid, 2022]</p>

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<p><a href="https://arte.sky.it/news/studio-dipinti-giovanili-edward-hopper" target="_blank">Edward Hopper</a> è l'artista degli interni per definizione. Esponente di spicco del realismo americano, il pittore di Nyack ha spesso rivolto la sua attenzione al mondo domestico, raffigurando le atmosfere sospese e palpitanti di stanze, negozi, bar e cinema negli Stati Uniti degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.</p> <p>Narrando in maniera minuziosa e quasi cinematografica gli ambienti interni, Hopper descrive i silenzi e l'aria di solitudine che circondano i <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/04/edward-hopper-libro" target="_blank">protagonisti delle sue tele</a>. L'abitazione, o comunque lo spazio chiuso e privato, diventa "contenitore" di emozioni: estensione del corpo di chi lo abita e allo stesso tempo soglia che separa gli esseri umani dal mondo fuori.  </p>
<p><h2>LA MOSTRA SU EDWARD HOPPER A NEW YORK</h2> <p>Nonostante la fama dell'artista dovuta proprio alle rappresentazioni <em>indoor</em>, una nuova mostra sposta l'attenzione oltre le pareti domestiche, volgendo lo sguardo al paesaggio metropolitano e al rapporto dell'artista con lo spazio urbano. Si intitola <em>Edward Hopper’s New York</em>, ed è parte del programma espositivo del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/06/nasce-al-whitney-museum-una-straordinaria-collezione-dedicata-roy-lichtenstein" target="_blank">Whitney Museum of American Art di New York</a>.    </p>
<p><h2>LE VISIONI METROPOLITANE DI HOPPER</h2> <p>È qui che gli organizzatori del progetto (Kim Conaty, Steven e Ann Ames e Melinda Lang) hanno radunato oltre duecento opere tra dipinti, stampe, disegni e acquerelli, affiancati all'interno del percorso espositivo (visitabile fino al prossimo 5 marzo) da cimeli, taccuini, fotografie e lettere provenienti da collezioni private, pubbliche e dagli archivi della stessa istituzione ospite.</p> <p>Allestite in maniera tematica, e suddivise in otto sezioni ognuna delle quali dedicata a uno specifico aspetto del rapporto di Hopper con lo spazio cittadino, le opere sono tratte dall'intera carriera del pittore: dagli schizzi giovanili realizzati appena trasferitosi a New York nel 1908 alle opere mature ideate nel suo appartamento a Washington Square, a sud di Manhattan (lo stesso nel quale visse e lavorò insieme alla moglie Josephine Verstille Nivison dal 1913 al 1967).  </p>
<p><h2>CARTOLINE DA NEW YORK</h2> <p>L'obiettivo del progetto è restituire le sensazioni dell'artista di fronte al mondo esterno, alla sua frenesia e ai suoi costanti cambiamenti. È così che la vitalità di New York, i suoi grattacieli, ma soprattutto i luoghi meno convenzionali e più periferici della Grande Mela, diventano nelle opere di Hopper specchio di un'umanità inquieta, sempre contesa tra vecchio e nuovo.</p> <p>Tra le sezioni più accattivanti del percorso espositivo, <em>The Window</em> – il capitolo dedicato al motivo delle finestre e agli scorci di paesaggio visibili dalla propria abitazione – e <em>The Horizontal City</em> – con opere quali <em>Early Sunday Morning</em> e <em>Manhattan Bridge Loop</em>, dedicati a una New York onirica e sospesa.  </p>
<p>[Immagine in apertura: Edward Hopper, <em>Sunlight in a Cafeteria</em>, 1958. Oil on canvas, 102.1 × 152.7 cm. Yale University Art Gallery, New Haven; bequest of Stephen Carlton Clark, B.A. 1903. © 2022 Heirs of Josephine N. Hopper/Licensed by Artists Rights Society (ARS), New York]</p>

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