La mostra che ripercorre il viaggio di Renoir in Italia

Esistono momenti, nella vita di un artista, in cui cambiare rotta è un'esigenza necessaria e inevitabile, che induce a cercare spunti e nuove ispirazioni in territori fino a qual momento lontani dal novero delle possibilità. Accadde anche a <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-14-luglio-renoir" target="_blank">Pierre-Auguste Renoir</a>, il quale, alla soglia dei quarant'anni, scelse di prendere una parziale distanza dall'esperienza <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-14-ottobre-impressionismo" target="_blank">impressionista</a>, che pure ne aveva plasmato lo stile e la poetica. Risale al 1881 la scelta di compiere un viaggio in Italia, nel solco di un Grand Tour che per molti colleghi aveva rappresentato una eccezionale opportunità di crescita. La prima tappa fu Venezia, dove l'artista francese si misurò con l'esempio di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-vittore-carpaccio-washington" target="_blank">Carpaccio </a>e Tiepolo, proseguendo poi alla volta di Padova, Firenze e Roma. Nella Città Eterna <a href="https://arte.sky.it/news/libro-renoir-pittura" target="_blank">Renoir </a>fu colpito dalla magnificenza di Raffaello, mentre in Campania scoprì le meraviglie pittoriche di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-eros-pompei" target="_blank">Pompei </a>e a Palermo fece la conoscenza di Richard Wagner, che posò per lui senza tuttavia apprezzare pienamente l'esito del ritratto.<h2>RENOIR E L'ITALIA IN MOSTRA A ROVIGO</h2> La mostra Renoir e l'Italia, curata da Paolo Bolpagni, in programma dal 25 febbraio al 25 giugno 2023 nelle sale di Palazzo Roverella a Rovigo, ripercorre il viaggio dell'artista nel Belpaese, gettando nuova luce sulle conseguenze che questo itinerario ebbe sul suo linguaggio pittorico. Come sottolinea il curatore, "fondendo la lezione di Raffaello e quella di Jean-Auguste Dominique Ingres, il pittore recupera un disegno nitido e un’attenzione alle volumetrie e alla monumentalità delle figure, nel segno di una sintesi che [...] enucleò una personale forma di classicismo, mentre le tendenze dominanti viravano verso il Postimpressionismo da una parte e il Simbolismo dall’altra". Il classicismo messo in campo da <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-renoir-rococo-francoforte" target="_blank">Renoir </a>non rappresenta tuttavia una battuta d'arresto nella sua evoluzione stilistica, anzi. A spiccare, infatti, è la modernità che caratterizza questa fase creativa, destinata a diventare un esempio per le generazioni di artisti più giovani, come evidenziato in mostra dai confronti con le opere di pittori degli anni Venti e Trenta del Novecento.<h2>RENOIR FACCIA A FACCIA CON L'ARTE ITALIANA</h2> "Dipingendo in un possente stile neo-rinascimentale, dove i toni caldi e scintillanti mutuati dal tardo <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-25-dicembre-tiziano" target="_blank">Tiziano </a>e da <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/rubens-genova-palazzo-ducale" target="_blank">Rubens</a>, così come dai settecenteschi Fragonard e Watteau, si coniugavano con i riferimenti a un’iconografia mitica e classicheggiante, Renoir anticipava il 'ritorno all’ordine': un aspetto della sua produzione che non è stato sufficientemente messo a fuoco in tale prospettiva, giacché quella che superficialmente è apparsa a molti un’involuzione era, in realtà, una premonizione di molta della pittura che si sarebbe sviluppata tra le due guerre”, spiega Bolpagni. Arricchisce la rassegna il racconto biografico del figlio <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/renoir-libro-illustrazione" target="_blank">Jean</a>, regista altrettanto geniale, che consente di delineare il percorso compiuto dal padre verso la sua produzione più matura. [Immagine in apertura: Pierre-Auguste Renoir, Studio per “Le Moulin de la Galette”, 1875-1876, olio su tela, 65 x 85 cm, Ordrupgaard di Charlottenlund]

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Sophia Loren e la grande fotografia ad Artbox

Le foto della grande mostra di Yayoi Kusama alla Fondation Beyeler

La nuova puntata di Artbox celebra il mito di Sophia Loren

Il capolavoro di Dino Buzzati fra cinema e illustrazione

Presentato al <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/i-vincitori-del-festival-di-cannes-2019" target="_blank">Festival di Cannes 2019</a>, nella selezione Un Certain Regard, La famosa invasione degli orsi in Sicilia è stata la prima prova alla regia dell'illustratore, pittore e fumettista <a href="https://arte.sky.it/news/libro-illustrazione-lorenzo-mattotti" target="_blank">Lorenzo Mattotti</a>. La sceneggiatura, firmata da Thomas Bidegain, Jean-Luc Fromental e dallo stesso Mattotti, si basa sull'omonimo romanzo di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/11/nel-segno-di-buzzati-un-progetto-semestrale-a-milano" target="_blank">Dino Buzzati</a>, autore del quale nel 2022 ricorrono i cinquant'anni dalla morte. Una ricorrenza alla base di una serie di iniziative, inclusa la mostra in corso a Belluno, nella cornice del Museo Civico di Palazzo Fulcis, fino al 26 febbraio 2023.<h2>A BELLUNO LA MOSTRA CHE UNISCE BUZZATI E MATTOTTI</h2> Intitolata semplicemente Mattotti & Buzzati. La famosa invasione degli orsi in Sicilia, la rassegna è inclusa fra le celebrazioni promosse in omaggio al noto scrittore. Per l'occasione, vengono per la prima volta esposte in Italia le illustrazioni originali di Dino Buzzati, poste in dialogo con oltre 150 tavole originali di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/mostra-paesaggio-patagonia-lorenzo-mattotti-disegni-mantova" target="_blank">Lorenzo Mattotti</a>. Seppure in momenti storici successivi e con modalità distinte, entrambi gli autori si sono messi alla prova con il testo del romanzo ricorrendo alle potenzialità espressive rispettivamente del disegno e dell'animazione. Quando nel 1945 Buzzati pubblicò sul Corriere dei Piccoli La famosa invasione degli orsi in Sicilia, in una versione a puntate, corredò la narrazione destinata ai piccoli lettori che avevano vissuto il trauma della guerra con le sue illustrazioni. Più di settant'anni dopo, nel 2019, per realizzare la versione cinematografica dell'opera <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/09/mostra-copertine-mattotti-mantova" target="_blank">Mattotti</a> ha ampiamente lavorato sul fronte delle immagini. Il percorso espositivo, di conseguenza, testimonia questo lungo processo creativo con disegni a colori e in bianco e nero, bozzetti scenografici, studi dei personaggi, ambientazioni grafiche.<h2>LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA</h2> Il lungometraggio <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/anche-il-film-danimazione-di-lorenzo-mattotti-in-concorso-a-cannes" target="_blank">La famosa invasione degli orsi in Sicilia</a> fu dunque uno dei titoli presentati nella prestigiosa kermesse cinematografica francese quattro anni fa. Nella vicenda immaginata da Buzzati, un gruppo di orsi guidati da Re Leonzio elabora una "strategia" per sopravvivere alla carenza di cibo dovuta al freddo intenso che investe il Granducato di Sicilia. Oltre alla versione cinematografica, alla quale hanno partecipato in veste di doppiatori anche <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/11/toni-servillo-classifica-attori-new-york-times" target="_blank">Toni Servillo</a>, Antonio Albanese e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/07/anniversario-andrea-camilleri-teatro-libro-montalbano" target="_blank">Andrea Camilleri</a>, il romanzo ha ispirato anche uno spettacolo teatrale. [Immagine in apertura: Lorenzo Mattotti, Re Leonzio chiama il figlio Tonio scomparso tra le montagne, pastelli colorati su carta]

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