La passione di Renoir per il Rococò in una mostra

<p>Frivolo e addirittura immorale: così veniva considerato lo stile rococò dopo la Rivoluzione francese, eppure nel XIX secolo fu oggetto di un rilancio talmente marcato da catturare nella sua orbita alcuni artisti di spicco dell’Impressionismo, come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/renoir-libro-illustrazione" target="_blank">Pierre-Auguste Renoir</a>. A offrire un colpo d’occhio su questi aspetti è lo Städel Museum di Francoforte che, il prossimo 2 marzo, inaugurerà la mostra dal titolo <em>Renoir. Rococò Revival</em>.</p> <h2>LA MOSTRA SU RENOIR A FRANCOFORTE</h2> <p>La rassegna presenterà le punte di diamante della collezione del museo, partendo da <em>After the Luncheon</em> (1879) firmato da Renoir ed <em>Embarkation for Cythera</em> di Antoine Watteau (1709-10 circa), che si affiancheranno ai circa 120 dipinti, opere su carta e manufatti  provenienti dai più grandi musei del mondo, quali il Musée d’Orsay di Parigi, la National Gallery di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York e il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, e da collezioni private. Un’esposizione che si preannuncia imperdibile e che sarà visitabile fino al 19 giugno 2022. </p> <h2>DALL’IMPRESSIONISMO AL ROCOCÒ</h2> <p>Sebbene il Rococò non fosse più in auge nel XIX secolo, Pierre-Auguste Renoir ne fu ugualmente attratto, tanto da condividerne alcune tematiche nei suoi dipinti, come scene di vita domestica e familiare, momenti di riposo all’aperto, le passeggiate nei parchi o sulle rive di un fiume. Un immaginario non del tutto sconosciuto ai suoi occhi – e alla sua tavolozza – a fronte dello studio dei grandi esponenti del Rococò come Antoine Watteau, Baptiste Siméon Chardin, François Boucher e Jean-Honoré Fragonard durante la sua formazione da pittore di porcellane. Alla luce dell’influenza esercitata dal Rococò su Renoir, la mostra intende mettere in relazione i lavori dell’artista con quelli dei suoi contemporanei, come Edgar Degas, Édouard Manet, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-claude-monet-palazzo-reale-milano" target="_blank">Claude Monet </a>e Berthe Morisot, a riprova della fascinazione impressionista nei confronti dei dettami rococò.</p> <p>[Immagine in apertura: Pierre-Auguste Renoir, <em>Oarsmen at Chatou</em>, 1879. Oil on canvas, 81,2 × 100,2 cm. National Gallery of Art, Washington, D.C., Gift of Sam A. Lewisohn Photo: Courtesy National Gallery of Art, Washington]</p>

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I grandi musicisti jazz si incontrano a Bergamo

<p>Ottime notizie per tutti gli appassionati di jazz. Torna, infatti, il <em><a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/03/40-anni-di-bergamo-jazz-festival-compagnia-dei-suoi-direttori" target="_blank">Bergamo Jazz Festival</a></em>, giunto alla sua 43esima edizione, sotto la direzione artistica di Maria Pia De Vito. Le tante sfumature del jazz prenderanno forma grazie alle improvvisazioni di “<em>giovani generazioni di musicisti caratterizzati da grande maestria strumentale</em>”, spiega la direttrice artistica, e di “<em>grandi maestri che si incontrano, offrendo, nella piena maturità della propria esperienza, esempi stellari di lirismo, di potenza espressiva che si sprigiona dalla inequivocabile unicità del proprio suono e dall’articolazione del proprio mondo compositivo e linguaggio improvvisativo</em>”. </p>
<p><h2>IL PROGRAMMA DI BERGAMO JAZZ FESTIVAL 2022</h2> <p>Le giornate dal 17 al 20 marzo si preannuncian ricche di eventi volti a coinvolgere la comunità bergamasca, tra mostre, laboratori didattici e, ovviamente, concerti, che vedranno esibirsi i protagonisti della rassegna in varie sedi cittadine, a partire dal rinnovato Teatro Donizetti. Qui saliranno sul palco personaggi di spicco del panorama musicale come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/08/enrico-rava-tour-album-jazz" target="_blank">Enrico Rava</a>, Jeff Ballard, Fred Hersch e Brad Mehldau, il quale regalerà al pubblico un lungo concerto dopo la cancellazione della performance del 2020 a causa del lockdown. </p>
<p><h2>IL JAZZ FA TAPPA A BERGAMO</h2> <p>Una nuova sede va ad aggiungersi alla mappa del festival, il Teatro Sant’Andrea, che affiancherà il Teatro Sociale di Città Alta e gli spazi ospiti anche della sezione <em>Scintille Jazz</em>, interamente dedicata agli artisti emergenti. </p> <p>Ad arricchire il programma sarà la mostra fotografica dello statunitense Jimmy Katz, dal titolo <em>Closed Session</em>, che inaugurerà negli spazi dell’Ex Chiesa della Maddalena il prossimo 16 marzo. Non mancheranno poi i laboratori con le scuole e le occasioni di ascolto delle nuove tendenze con gli appuntamenti a cadenza mensile di<em> Jazz Pills </em>fino al mese di maggio.  [Immagine in apertura: Enrico Rava © Roberto Cifarelli / ECM Records]</p>

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