L’estate ad Atene è all'insegna dell’arte contemporanea

Riaperto a giugno dopo una serie di slittamenti dovuti alla pandemia, l'<a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/atene-museo-arte-contemporanea" target="_blank">EMΣT - Museo Nazionale d'Arte Contemporanea di Atene</a> offre, per la stagione estiva 2022, un ricco e ambizioso programma espositivo che restituisce la varietà e la complessità culturale del territorio in cui ha sede. <h2>LE MOSTRE AL MUSEO EMΣT DI ATENE</h2> Sei le rassegne visitabili fino al prossimo 30 ottobre all'interno degli spazi del museo. La mostra collettiva Statecraft (and beyond), a cura della direttrice artistica di ΕΜΣΤ Katerina Gregos, esplora, ad esempio, attraverso i lavori di trentanove artisti provenienti da tutta la Grecia, i meccanismi alla base dello stato nazione come lo conosciamo oggi e ipotizza, considerando le attuali sfide europee e mondiali sulla migrazione di massa, sulla globalizzazione, sul nomadismo tecnologico e sulle società multirazziali, modelli alternativi di organizzazione politica. Per la prima volta in Grecia anche Sonic Detective, il lavoro dell’artista e produttore musicale <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/12/vincitori-turner-prize" target="_blank">Lawrence Abu Hamdan</a>, che con la presentazione di due contributi filmici, Rubber Coated Steel del 2016 e Walled Unwalled del 2018, indaga gli effetti politici dell’ascolto e la sofisticata potenza delle indagini audio in ambito giudiziario. L’installazione di Antonis Pittas intitolata Jaune, geel, gelb, yellow. Acts of Modernism with Theo van Doesburg, curata da Daphne Vitali, riflette, invece, sui diversi aspetti del malcontento politico; mentre il progetto In the Same Space, ideato dalla fotografa Eirini Vourloumis, giustappone numerose foto scattate con il cellulare dall’artista a scorci della città di Atene ai dipinti, acquerelli e disegni ispirati alla capitale greca del dopoguerra realizzati dal nonno, il pittore Andreas Vourloumis. Interessante anche il lavoro Waste (Inheritance) presentato dall'artista Jennifer Nelson che, esplorando il potenziale dell’ecologia sociale e della collaborazione collettiva, prevede, all’interno di una “Project Room”, la trasformazione (attuata attraverso la pratica della scultura) di imballaggi e materiali di scarto raccolti dalla sua famiglia in un anno di vita. Presente, inoltre, l’installazione site specific Arbre à Palabres, firmata da Stephan Goldrajch: un enorme albero alto sei metri, composto da pezzi di maglia e tessuti di ogni colore e filato realizzati, attraverso una open call, da persone di età ed estrazione sociale diverse e ispirato alle secolari piante presenti al centro di ogni villaggio africano, attorno alle quali vengono prese, dagli anziani saggi, le decisioni più importanti per la comunità. Allestita poi fuori dagli spazi museali, e visitabile sempre fino alla fine di ottobre, un'ulteriore rassegna curata dal National Museum of Contemporary Art Athens: la casa-studio degli artisti Nikos Kessanlis e Chryssa Romanos, situata a Polydroso, un quartiere alla periferia nord di Atene, ospita, infatti, il progetto multidimensionale e olistico dal titolo Amazonios, dedicato a otto anni di lavoro e ricerca dell’artista Dimitris Tsoumplekas.<h2>LA RASSEGNA DI EMΣT SULL’ISOLA DI SAMOS</h2> L’EMΣT, concentrandosi anche sulla creazione di sinergie e partnership con altre istituzioni greche ed estere, per questa stagione, mette in mostra la sua collezione anche al di fuori del contesto metropolitano. Presso l’Art Space Pythagorion dell'isola greca di Samos, fino al prossimo 25 settembre, è allestita, in collaborazione con la Fondazione Schwarz, la rassegna dal titolo HANDMADE: On the Social Dimensions of Craft. Un progetto espositivo che, attraverso il lavoro di nove artisti – Nikos Alexiou, Bertille Bak, Silvina Der Meguerditchian, Maria Louizou, Jennifer Nelson, Natalia Manta, Eleni Mylonas, Sphinxes, Maria Varela –, indaga la dimensione sociale, politica ed economica legata al lavoro artigianale. [Immagine in apertura: EMΣT. Photo by Stephie Grape]

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Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

La mostra che svela la reazione di Paul Klee alle sfide della tecnologia

Per la 55esima mostra della sua storia, il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-paul-klee-bambini-berna" target="_blank">Zentrum Paul Klee</a> a Berna, progettato dall'architetto <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/02/libro-illustrazione-renzo-piano-architettura" target="_blank">Renzo Piano </a>e sede permanente della più importante collezione di opere di Klee al mondo, invita a riflettere su un preminente aspetto dell'epoca a cavallo fra Ottocento e Novecento. In apertura il prossimo 3 settembre, Paul Klee. About Technical Frenzy rivela infatti come il <a href="https://arte.sky.it/news/imostra-paul-klee-politica-berna" target="_blank">celebre artista</a> si misurò con gli stravolgimenti tecnologici che si susseguirono nel corso della sua esistenza. Come noto, e in analogia con quanto sta avvenendo in anni recenti, anche i primi decenni del XX secolo furono caratterizzati da significative trasformazioni tecniche. Il mondo stava entrando in una nuova era meccanizzata, portatrice di rilevanti innovazioni, ma anche sinonimo di sfide sociali senza precedenti.<h2>OLTRE 100 OPERE DI PAUL KLEE IN MOSTRA A BERNA </h2> Visitabile fino al 21 maggio 2023, la mostra prende in esame – per la prima volta – l'atteggiamento di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/09/berna-mostra-paul-klee-viaggi" target="_blank">Paul Klee</a> verso le conquiste tecniche del suo tempo, soffermandosi sui riflessi di queste ultime nella sua produzione. Un tema complesso, poiché rispetto alla coeva rivoluzione industriale l'artista scelse di percorrere una sorta di "terza via": mentre alcuni suoi contemporanei credevano fermamente nel progresso e svilupparono un linguaggio artistico che risultasse adeguato al nuovo corso, altri preferirono un approccio distaccato e un ritorno all'essenza stessa della pratica. Agli sviluppi tecnologici Klee rispose con un "distacco critico", talvolta con ironia, individuando propri temi di analisi e sperimentando le tecniche e gli strumenti in ascesa, a partire dai microscopi e dai raggi X. <h2>PAUL KLEE E IL PROGRESSO TECNICO DI INIZIO NOVECENTO</h2> Per descrivere l'incontro fra l'opera dell'artista e le novità dell'età moderna, il percorso espositivo di Paul Klee. About Technical Frenzy risulta strutturato in cinque sezioni – dedicate a robot e cyborg, meccanica e dinamismo, fotografia, microscopia e raggi X, geometria e costruzione. Molte le curiosità che emergono, a partire dai tanti disegni esposti, nei quali si rintraccia il ricorso a metodologie riferibili ai nuovi mezzi disponibili o esito di tecniche messe a punto dallo stesso pittore. In particolare il suo interesse verso gli strumenti che consentivano di estendere la comprensione del mondo oltre ciò che l'occhio umano era in grado di cogliere autonomamente contribuì a rafforzare la sua visione: risale al 1920 l'efficace motto di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/04/mostra-paul-klee-david-zwirner" target="_blank">Klee</a> sintetizzabile in "l'arte non riproduce il visibile, ma rende visibile". Una posizione che causò distanze con alcune correnti del suo tempo e che raggiunse pienezza in numerose opere; fra queste, le composizioni pittoriche in cui preponderante è la forza del colore anziché l'impostazione geometrica. Le circa 115 opere in mostra a Berna contribuiranno a rivelare questa "diversità" del lavoro di Paul Klee, soffermandosi sull'attualità di una tematica come lo sviluppo tecnologico che, ieri come oggi, non è esente da risvolti sociali e psicologici. 
[Immagine in apertura: Paul Klee, Berg-insel Luftbild [Aerial View of a Mountainous Island], 1929, 263. Watercolour on primed gauze on cardboard 33,3 x 42,7 cm. Zentrum Paul Klee, Bern]

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