Cambia volto lo storico Museo di Storia Naturale di Lille

A 200 anni esatti dall'apertura, il Musée d'histoire naturelle di Lille si appresta a voltare pagina. Un proposito che verrà perseguito attraverso il restyling della storica sede architettonica e significative novità nell'impostazione scientifica complessiva. L'obiettivo dell'istituzione è porsi in linea con gli standard museali contemporanei e favorire un'ampia conoscenza delle proprie collezioni. Di base a Oslo, lo studio <a href="https://arte.sky.it/news/teatro-opera-dusseldorf-snohetta" target="_blank">Snøhetta</a> è stato scelto per la ristrutturazione della sede museale, risalente alla seconda metà dell'Ottocento:<h2>IL RESTYLING DEL MUSEO DI STORIA NATURALE DI LILLE</h2> "Attraverso il nostro design, miriamo a rivitalizzare il museo come punto di riferimento (...), contribuendo agli obiettivi di sostenibilità della città di Lille", ha dichiarato l'architetto norvegese Kjetil Trædal Thorsen, co-fondatore di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/03/snohetta-completa-il-primo-ristorante-sottomarino-in-europa" target="_blank">Snøhetta</a>, studio che in questo incarico opererà all'interno di un team transdisciplinare composto dalla scenografa Adeline Rispal, dagli architetti paesaggisti di Taktyk, oltre che dagli studi Quadriplus e VPEAS. Il progetto è finalizzato a ripristinare la coerenza e l'identità dell'edificio, al fine sia di migliorarne l'integrazione con il contesto urbano di Lille, sia di offrire condizioni di visita più coinvolgenti. Per farlo, si agirà sulla ridefinizione dei percorsi e sull'introduzione di spazi espositivi flessibili. Fra le novità salienti, rientra l'ampliamento della sede: caratterizzato all'esterno da una facciata rivestita in mattoni e dall'uso del legno negli ambienti interni, il nuovo innesto attraverserà i tre corpi di fabbrica del volume originario collegando gli spazi espositivi, i depositi e le collezioni in un insieme coerente. Si lavorerà anche sulle facciate storiche, che saranno preservate e restaurate, sui cortili e sul rafforzarmento della presenza del verde.<h2>LE TRASFORMAZIONI URBANE IN CORSO A LILLE </h2> La ristrutturazione del museo, che dovrebbe concludersi in tempo per l'annunciata riapertura del 2025, non è il solo ambizioso intervento avviato a Lille. Da quando è stata scelta come Capitale Europea della Cultura, nel 2004, la città francese ha intrapreso un significativo percorso nel campo dell'innovazione artistica e culturale, divenendo un riferimento su scala europea.
Il suo distretto universitario, ad esempio, è attualmente al centro di un'importante trasformazione urbana, che punta a coniugare rinnovamento e conservazione, con particolare riguardo per gli edifici neoclassici. Il programma di intervento del Musée d'histoire naturelle suscita interesse anche dal punto di vista ambientale, poiché <a href="https://arte.sky.it/news/knubben-norvegia-snohetta-acqua" target="_blank">Snøhetta</a> intende adottare soluzioni (tecniche, costruttive, sul fronte dei materiali e degli impianti) capaci di soddisfare gli obiettivi che la città stessa si è posta. Nel giugno 2021, infatti, oltre 140 realtà del settore edile hanno sottoscritto il Lille Low Carbon Pact, per conseguire collettivamente una drastica riduzione delle emissioni di carbonio a livello urbano. Un tema particolarmente caro a <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/01/in-svezia-il-sensazionale-rifugio-tra-gli-alberi-di-snohetta" target="_blank">Snøhetta</a>, che negli anni si è distinto in questo settore anche grazie a innovativi progetti come quello del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/02/piu-che-sostenibile-snohetta-progetta-il-primo-hotel-energia-positiva" target="_blank">primo hotel a energia positiva</a>.
[Immagine in apertura: Natural History Museum of Lille. Copyright © Snøhetta]

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

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I disegni autografi di Michelangelo in mostra a Viterbo

La fondamentale mostra Michelangelo e la Cappella Sistina. I disegni di Casa Buonarroti in dialogo con Sebastiano del Piombo, prodotta e organizzata dal Comune di Viterbo e da Associazione Metamorfosi, indaga il rapporto tra <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/05/film-michelangelo-buonarroti-cinema-2" target="_blank">Michelangelo</a> e <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/03/michelangelo-e-sebastiano-del-piombo-due-maestri-italiani-a-londra" target="_blank">Sebastiano del Piombo</a>, accostando numerosi disegni provenienti dal museo Casa Buonarroti di Firenze relativi alle due fasi di realizzazione degli affreschi della <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-cappella-sistina-michelangelo-america" target="_blank">Cappella Sistina</a> (la volta e il Giudizio Universale) con due dei più grandi capolavori dell'artista veneto che sono conservati proprio a Viterbo: la Pietà e la Flagellazione di Cristo. La mostra (visitabile a partire da domani, 30 ottobre) è curata da Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Casa Buonarroti, mentre l'ideazione del progetto si deve all'assessore alla Bellezza del Comune di Viterbo, il critico e storico dell'arte Vittorio Sgarbi. 
<h2> L'AMICIZIA TRA MICHELANGELO E SEBASTIANO DEL PIOMBO </h2> I motivi di interesse della mostra sono numerosi: primo fra tutti la <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/03/michelangelo-e-sebastiano-del-piombo-tra-arte-e-amicizia" target="_blank">storica amicizia tra i protagonisti della rassegna</a>. Risale al periodo tra il 1512 e il 1516 l'inizio della collaborazione fra il Buonarroti e il pittore veneto, portato a Roma dal banchiere Agostino Chigi con l'intento di fargli decorare alcune lunette della loggia della sua villa. Nasce da qui l'alleanza tra i due artisti, sorta anche in reazione all'ostilità di entrambi (ma soprattutto del toscano) nei confronti di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-25-dicembre-raffaello" target="_blank">Raffaello</a>, rivale di sempre alla corte papale. La mostra di Viterbo intende chiarire il rapporto di amicizia e di stima tra Sebastiano del Piombo e Michelangelo. Quest'ultimo, il cui carattere difficile era noto, fu anche un fine letterato e un delicato poeta, e nella colta figura del primo, proveniente da un'agiata famiglia veneziana, riconosceva un degno interlocutore. 
<h2>LE OPERE IN MOSTRA A VITERBO</h2> Nel progetto al Museo dei Portici, situato presso il Palazzo dei Priori di Viterbo – un ambiente quantomai adatto a ospitare queste vicende così impregnate dalle atmosfere della Roma papalina della prima metà del Cinquecento –, sono esposti disegni assai importanti della produzione michelangiolesca: dagli studi della muscolatura dal sapore scultoreo alle figure degli “ignudi reggifestone”. Sono presenti, inoltre, i fogli contenenti gli studi per affreschi assai celebri della volta, come quelli relativi alla Cacciata dal Paradiso Terrestre. La seconda sezione riguarda invece gli studi di Michelangelo relativi a quell'incredibile vortice di corpi, angeli e demoni che popolano l'abside della Cappella Sistina: stiamo parlando del celeberrimo Giudizio Universale, qui omaggiato con alcune copie antiche dei Dannati, a testimonianza di come sin dalla sua conclusione gli affreschi fossero considerati un modello inarrivabile a cui ispirarsi. 
<h2>LE PAROLE DI VITTORIO SGARBI</h2> “Non era mai accaduto che i due capolavori di Sebastiano del Piombo, conservati a Viterbo e ora accolti in un nuovo allestimento nel Palazzo dei Priori, fossero messi a confronto con i disegni di Michelangelo di Casa Buonarroti, relativi alle due fasi della Cappella Sistina”, ha commentato Vittorio Sgarbi. “L’accostamento è tanto più utile perché sul retro di una delle due tavole, la 'Pietà', si vedono alcuni disegni che è assai difficile attribuire all’uno o all’altro pittore, in quanto, come intuì il Vasari, essi esprimono un’unica visione e un unico sentimento”. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 15 gennaio. 
[Immagine in apertura: Michelangelo Buonarroti, Studio di testa per il “Diluvio” per la Volta Sistina, 1509-1510 circa, matita rossa, 125 × 142 mm, Firenze, Casa Buonarroti, inv. 47 F © Associazione MetaMorfosi, Roma. Foto: Massimo Menghini]

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