L’open call del festival Fotografia Europea di Reggio Emilia

La nuova edizione del festival <a href="https://arte.sky.it/news/reggio-emilia-festival-fotografia-europea" target="_blank">Fotografia Europea </a>di Reggio Emilia si terrà dal 28 aprile all'11 giugno 2023, promuovendo ancora una volta la partecipazione collettiva. È proprio in quest'ottica che è stata annunciata l'open call internazionale 2023, dedicata al tema Europe matters, fulcro della rassegna. Il festival Fotografia Europea metterà a fuoco le caratteristiche e le fragilità proprie dell'Europa odierna, intesa come comunità tuttora in via di formazione, prendendo in esame, attraverso l’arte dello scatto, gli impatti delle politiche di inclusione ed esclusione, i concetti di appartenenza e di solidarietà.

<h2>COME PARTECIPARE ALL’OPEN CALL DI FOTOGRAFIA EUROPEA</h2>
Le fotografie ritenute più meritevoli tra quelle partecipanti alla open call saranno esposte all'interno del circuito del XVIII festival Fotografia Europea e otterranno un premio di 3000 Euro che coprirà i costi di produzione, installazione, trasporti, vitto e alloggio durante i giorni inaugurali. Tutti i lavori inviati entro il 16 gennaio 2023 saranno valutati da una giuria composta dal comitato artistico della kermesse. La call è aperta a fotografi, curatori e collettivi europei senza vincoli di età.

<h2>I GIOVANI E LA FOTOGRAFIA</h2>
La open call rappresenta tuttavia solo una delle attività del festival Fotografia Europea: sempre la Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia ripete infatti l'esperienza del progetto formativo Speciale diciottoventicinque, dedicato ai giovani tra i 18 e i 25 anni appassionati di fotografia. Giunto alla dodicesima edizione, il format rappresenta una straordinaria possibilità per partecipare a un grande progetto collettivo parte del circuito ufficiale di Fotografia Europea 2023. L'artista incaricata di seguire l'iniziativa quest'anno sarà <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-13-gennaio-the-square-napoli" target="_blank">Elena Mazzi</a>, che in questa edizione prenderà spunto dalla celeberrima area Campovolo della città emiliana per guidare i giovani fotografi in erba a sviluppare una loro personale lettura dello spazio fisico e della sua fruizione culturale e sociale. Per partecipare occorrerà inviare il modulo di iscrizione entro il prossimo 9 gennaio. L'ultimo, ma non meno importante, appuntamento è con FE+SK Book Award, il premio dedicato al libro fotografico ideato da Fotografia Europea insieme alla casa editrice Skinnerboox: è ancora possibile partecipare inviando il proprio progetto fotografico entro il 16 gennaio prossimo. Tutti i dettagli sono consultabili sulla pagina web di <a href="https://www.fotografiaeuropea.it/">Fotografia Europea</a>. [Immagine in apertura: Photo by Jean-Pierre Brungs on Unsplash]

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Il mondo dei bambini negli scatti di Steve McCurry

Alla scoperta del nuovo festival fotografico di Torino

Il cinema di Francesco Rosi in mostra a Torino

Il 15 novembre 2022 il grande regista<a href="https://arte.sky.it/news/francesco-rosi-programmi-tv-15-novembre" target="_blank"> Francesco Rosi </a>avrebbe compiuto cento anni: è stata questa l'occasione per dare il via alla mostra a ingresso gratuito Le mani sulla verità - 100 anni di Francesco Rosi, allestita a Torino, al piano terra della <a href="https://arte.sky.it/news/mole-antonelliana-torino-cinema" target="_blank">Mole Antonelliana</a>. L'esposizione, aperta fino al 17 aprile 2023, è curata da Domenico De Gaetano e Carolina Rosi con Mauro Genovese e Maria Procino, e approfondisce la figura di Francesco Rosi attraverso cinque dei suoi titoli più significativi: Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, Uomini contro, Il caso Mattei e Cristo si è fermato a Eboli. Il pubblico può così avvicinarsi alla storia di Francesco Rosi grazie a un percorso espositivo multimediale, particolarmente ricco di foto di scena, di locandine delle sue pellicole, di oggetti da lui utilizzati nonché dei numerosi premi ottenuti nel corso della sua carriera. A spiccare sono anche le sceneggiature originali, provenienti dall'archivio del Museo Nazionale del Cinema ospitato presso la stessa Mole Antonelliana.
<h2>IL CINEMA SECONDO FRANCESCO ROSI</h2> La figura di regista socialmente impegnato esemplificata da Francesco Rosi è introdotta in mostra da testimonial di eccezione che contribuiscono a rendere evidente l’attualità del suo messaggio. La speculazione edilizia e la camorra sono i temi affrontati in Le mani sulla città, film raccontato da Francesco Di Leva, la follia della guerra e il valore della pace sono gli argomenti di Uomini contro, narrato da Artem. I misteri italiani e gli inestricabili intrecci tra politica e affari sono alla base di Salvatore Giuliano, ma anche de Il caso Mattei, commentati dalle voci di Marco D'Amore e da The Jackal. Cristo si è fermato a Eboli invece approfondisce la questione meridionale e il periodo della dittatura fascista, con Valeria Parrella come testimonial. Sono vicende che ‒ pur ambientate nei decenni passati ‒ mettono in luce una radicata condiscendenza del nostro Paese nei confronti dei gruppi di interesse, che spesso vedevano premiate le loro istanze ai danni della verità, considerata da Francesco Rosi l'ideale sommo, il senso ultimo del suo impegno cinematografico.
<h2>L'ARCHIVIO DI ROSI AL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA DI TORINO</h2> Il Museo Nazionale del Cinema, per espressa volontà dello stesso regista, conserva l'archivio personale di Francesco Rosi: stupisce in particolare la completezza della documentazione relativa a ogni fase di lavorazione dei film, dalla stesura del soggetto fino alle ultime fasi di post-produzione, compreso un ricco corredo di sceneggiature, storyboard e disegni, ma notevole è anche la corrispondenza con altre grandi personalità del mondo del cinema. Come ricorda Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e co-curatore della mostra: “Acquisire il fondo Rosi è stato un grande privilegio. È uno dei maestri del cinema italiano e i materiali conservati restano di sorprendente attualità per i temi affrontati e per la capacità di parlare allo spettatore utilizzando un approccio e uno stile che sono alla base del suo cinema di impegno civile e politico. L’obiettivo della mostra è proprio quello di valorizzare questo patrimonio, non solo per i cinefili che già lo conoscono ma di raggiungere soprattutto i giovani, futuri interpreti di questi valori. Per questo motivo nel particolare allestimento multimediale si è dato spazio a testimonial che sanno interagire con le nuove generazioni”. [Immagine in apertura: Le mani sulla città, Francesco Rosi, 1963. Rod Steiger. Foto di Mario Dolcetti - © Reporters Associati & Archivi – Roma Collezione Museo Nazionale del Cinema]

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