Quattro micro architetture nei giardini di Villa Medici a Roma

Non solo Londra. A pochi giorni dall'apertura al pubblico del <a href="https://arte.sky.it/news/londra-serpentine-pavilion-theaster-gates" target="_blank">Serpentine Pavilion</a>, il tradizionale padiglione temporaneo realizzato nei Kensington Gardens, quest'anno opera dell'artista statunitense <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/09/theaster-gates-a-milano-nella-doppia-veste-di-artista-e-curatore">Theaster Gates</a>, anche nella capitale italiana sono state realizzate quattro micro-architetture anch'esse fruibili per tutta l'estate. Accade negli storici giardini di Villa Medici, sede dell'Accademia di Francia a Roma, che fino al 2 ottobre prossimo saranno il "teatro naturale" del Festival des Cabanes.<h2>QUATTRO PADIGLIONI D'AUTORE NELL'ESTATE DI ROMA</h2> Alla base della kermesse, che debutta ufficialmente con La Nuit des Cabanes in programma sabato 25 giugno (dalle 18 a mezzanotte), la volontà di invitare architetti, artisti e creativi a misurarsi con la dimensione en plein air di Villa Medici. Nel giardino sviluppato da Ferdinando de’ Medici alla fine del XVI secolo, hanno così preso forma quattro padiglioni temporanei affidati a tre studi francesi di architettura e a un gruppo di studenti del Master in Arti Politiche (SPEAP) di Sciences Po e dell’École des Arts Décoratifs. Le strutture, inedite, sostenibili e in larga parte realizzate in legno o con materiali di recupero, saranno impiegate per vari scopi. A unificare il percorso di visita è la "scenografia visiva" progettata dal collettivo di architetti italiani <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/11/nominati-larchitetto-italiano-2018-e-il-giovane-talento-dellarchitettura-italiana-2018" target="_blank">orizzontale</a>.<h2>LE ARCHITETTURE TEMPORANEE NEI GIARDINI DI VILLA MEDICI</h2> Disegnato dallo studio di architettura parigino agence DREAM, Pavillon ça joue! si caratterizza per la struttura sinuosa e scultorea, esito della destrutturazione di un tradizionale campo da gioco. Formata da 316 canne in legno, questa struttura incoraggia i visitatori a vivere un'esperienza ludica, all'insegna dello sport: le porte da calcio e canestri per il basket si possono usare per giocare con la palla. Dopo Roma, il Pavillon ça joue! sarà riproposto nel Grand Parc des Docks de Saint-Ouen di Parigi dalla prossima primavera, in vista dei <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/06/verso-parigi-2024-olafur-eliasson-illuminera-larco-di-trionfo" target="_blank">Giochi Olimpici che la capitale francese ospiterà nel 2024</a>. Il Banquets des vestiges, messo a punto dagli studenti del master, è invece stato concepito come “una capanna nomade, che si evolve tra dispiegamento e ritiro”, in grado di offrire un “rifugio per il pensiero e l’espressione”. Allo studio KOZ Architectes si deve il versatile padiglione Sous le pin, la cui forma aperta e l'articolazione spaziale evocano la dimensione delle costruzioni improvvisate e informali. A completare l'offerta architettonica del progetto è il padiglione ProtoCAMPO. In questo caso lo studio WALD ha riunito, in un'architettura unitaria e coerente, un basamento in legno che evoca l'archetipo dell'agorà e una copertura gonfiabile che genera una cupola. Alla base del concept, l'idea di concepire un luogo ospitale e accogliente, per "eventi, mediazione e meditazione". [Immagine in apertura: Pavillon ça joue!, agence DREAM, 2022. Giardini di Villa Medici a Roma © DREAM]

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

Il silent book ispirato al capolavoro di Lucio Fontana

Le parole lasciano spazio alle immagini, nel nuovo libro per bambini (ma non solo) ideato dalle <a href="https://arte.sky.it/news/gallerie-italia-riapertura-vicenza-milano-napoli" target="_blank">Gallerie d’Italia di Piazza della Scala</a>, a Milano, e dedicato a uno dei maggiori capolavori presenti nella collezione del museo. Si tratta di Concetto spaziale. La Luna a Venezia, dipinto da <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-lucio-fontana-carla-lonzi-parma" target="_blank">Lucio Fontana</a> nel 1961. Proprio la grande tela, una delle più iconiche nella produzione del pittore italiano, è presa come fonte di ispirazione per la storia, pensata da Federica Lamonaca e scandita dalle illustrazioni di Fabrizio Sclavi. 
<h2>NON SOLTANTO LUCIO FONTANA</h2> Ispirandosi all’immaginario poetico dei bambini, ma non per questo escludendo dalla lettura anche i più adulti, il piccolo volume – dal titolo La luna al museo, pubblicato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) – è un omaggio al museo, qui inteso non soltanto come “contenitore” di opere, ma anche come luogo di confronto, di stimolo e di scoperta del proprio personale universo. In questo senso l'opera di Fontana, con la sua forte carica simbolica e i suoi riferimenti agli astri e alla volta celeste, è presa come metafora dello spazio culturale, che è a sua volta una "galassia" nella quale privato e universale si incontrano e convivono. 
<h2>INCLUSIONE E ACCESSIBILITÀ AL MUSEO</h2> Pensato come strumento di supporto alla visita del museo, soprattutto per giovani studenti e persone con difficoltà cognitive, il libro presenta inoltre una serie di QR Code che rimandano a contenuti digitali aggiuntivi (tavole da scaricare, audio racconto, letture animate e in Lingua dei Segni), caricati su una pagina appositamente costruita sul sito web del museo. Un progetto pilota che conferma l'apertura della Gallerie d’Italia verso ogni tipo di pubblico, e l'impegno nella ricerca di temi quali la mediazione e l'accessibilità alla cultura.

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Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

Il libro della giungla: il grande classico in una nuova versione illustrata