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Rinvenuta a Pompei una testuggine di 2000 anni fa
Altro
25 giugno 2022
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Rinvenuta a Pompei una testuggine di 2000 anni fa
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25 giugno 2022
A Pompei è riaffiorata tra la terra e i detriti di una bottega di via dell’Abbondanza – nel luogo in cui prima dell’evento sismico del 62 d.C. sorgeva una ricca domus e in seguito le Terme Stabiane – un esemplare di tartaruga di terra sorprendentemente conservata, con il suo uovo ancora non deposto.
Le campagne di scavo in corso a Pompei continuano a far emergere importanti resti archeologici e preziose testimonianze (non solo di natura antropica) risalenti all’ultima fase della città dopo la devastazione causata dal violento terremoto del 62 d.C., e prima della definitiva eruzione del Vesuvio avvenuta diciassette anni più tardi. Nei pressi di una bottega sita in via dell’Abbondanza, sono stati infatti ritrovati i resti di una piccola testuggine: un esemplare femmina di una specie locale di tartaruga da terra denominata "Testudo hermanni", probabilmente rifugiatesi nello spazio dismesso per trovare un luogo adatto alla deposizione del suo unico uovo che ancora custodiva all’interno del carapace.
LA NUOVA SCOPERTA A POMPEI
Non si tratta del primo ritrovamento di testuggini a Pompei, ma finora resti del genere erano stati rinvenuti solo all'interno di giardini o aree interne di grandi domus, come ad esempio la casa di Giulio Polibio. La recente scoperta del piccolo rettile ha invece avuto luogo nell’ambito di una campagna di scavo presso l’area delle Terme Stabiane, volta a indagare lo sviluppo urbano del quartiere abitativo prima dell’impianto del complesso termale avvenuto solo in seguito al terremoto del 62 d.C.
In particolare, le ricerche stavano interessando le botteghe poste ai civici 6 e 7, caratterizzate da facciate in blocchi di tufo di Nocera, e posizionate a occidente rispetto all’ingresso delle terme su via dell’Abbondanza. La piccola tartaruga aveva infatti realizzato la sua tana per la deposizione delle uova, dopo aver scavato un piccolo tunnel che, probabilmente, partiva proprio dal piano di calpestio post-sismico.
I DETTAGLI SULLA SCOPERTA
Lo scavo è stato condotto congiuntamente da un team internazionale composto, oltre che dagli esperti del Parco archeologico di Pompei, da tre istituzioni universitarie: la Freie Universität di Berlino, l'Università di Napoli L'Orientale e l’Università di Oxford.
La rimozione della testuggine è stata affrontata attraverso la documentazione dell’esemplare in tre fasi: misurazione del carapace (che con i suoi appena quattordici centimetri di lunghezza lo riconduce a un esemplare non ancora entrato in età matura), misurazione dello scheletro interno dell’animale, e misurazione del piastrone (ovvero la parte ventrale del guscio). Il reperto è stato poi trasferito presso il Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco, dove sarà studiato e analizzato in modo più dettagliato.
[Immagine in apertura: crediti Parco archeologico di Pompei]
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