L'osservatorio d'artista di James Turrell fra le montagne del Colorado

In occasione dell’edizione 2022 del Green Box Arts Festival (aperto fino al 4 luglio), è stato ufficialmente inaugurato il <a href="https://arte.sky.it/news/installazione-james-turrell-colorado" target="_blank">Green Mountain Falls Skyspace</a>, il panoramico osservatorio creativo progettato dall’iconico artista della luce e dello spazio James Turrell nell’area di Pikes Peak, a soli venti minuti di macchina dal centro di Colorado Springs. Lo <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/02/james-turrell-massachusetts-museum-skyspace" target="_blank">skyspace</a>, il primo realizzato nello stato del Colorado e l’unico al mondo a essere incastonato sul versante di una montagna, si aggiunge a un elenco di oltre ottantacinque interventi site specific che l'artista ha ideato in tutto il mondo a partire dagli anni Settanta. <h2>LO "SKYSPACE" DI GREEN MOUNTAIN FALLS</h2> L’installazione, divenuta già simbolo distintivo del territorio delle Green Mountain Falls, è raggiungibile attraverso un sentiero che parte dal centro della cittadina e rappresenta una sorta di estensione armoniosa del paesaggio, una struttura che, grazie al tetto retrattile favorisce durante tutto l’arco della giornata, dall’alba al tramonto – e in tutte le condizioni metereologiche –, suggestivi incontri di luce e colori.<h2>L’EDIZIONE 2022 DEL GREEN BOX ARTS FESTIVAL</h2> L’opera sensoriale, commissionata dalla Historic Green Mountain Falls Foundation e interamente realizzata con materiali locali, è stata celebrata all’interno della manifestazione dalla poetessa originaria di Pikes Peak Ashley Cornelius. Durante il festival sono state presentate anche altri interventi artistici, fra cui la scultura dell'artista israeliano Yaacov Agam intitolata Communication X9 e un'opera realizzata in residenza dall’artista ceco-americano Michael Krondl. [Immagine in apertura: Interior of James Turrell's Green Mountain Falls Skyspace, 2022. © James Turrell. Photo by Jeff Kearney TDC Photography]

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La mostra di Daniele Spanò a Roma indaga la crisi dell’immagine nell’era digitale

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La mostra che fa luce sull'Espressionismo svizzero

Fino al prossimo 23 ottobre, il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-aosta-fotografia-museo-archeologico-regionale" target="_blank">Museo Archeologico Regionale di Aosta</a> ospita, per la prima volta in Italia, una mostra d’eccezione dedicata a un movimento artistico del Novecento ancora poco conosciuto e indagato, l’Espressionismo svizzero. La rassegna, resa possibile grazie ai prestiti provenienti dal Kunst Museum di Winterthur e da importanti collezioni museali e private svizzere, vede la curatela di David Schmidhauser e Daria Jorioz.<h2>L’ESPRESSIONISMO SVIZZERO AD AOSTA</h2> La rassegna, intitolata semplicemente Espressionismo svizzero, raccoglie per la prima volta capolavori provenienti da tutta l’area geografica elvetica, includendo sia il Ticino sia la zona della Svizzera francese. Attivo fino alla prima metà del Novecento, il movimento artistico si sviluppò infatti in modo graduale all'interno delle diverse aree del Paese, tanto da poter parlare, per la grande varietà di approcci espressivi e tendenze stilistiche, di "plurilinguismo elvetico". Troviamo, così, artisti come Cuno Amiet o il gruppo di Ginevra Le Falot, vicini alle influenze del<a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/09/impressionisti-e-fauves-larte-dellottocento-nelle-collezioni-private" target="_blank"> Fauvismo francese</a>; il collettivo lucernese Der Moderne Bund e quello basilese Rot-Blau, interessati, invece, al valore simbolico del colore tipico di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/06/kirchner-e-il-gruppo-die-brucke-a-genova" target="_blank">Die Brücke</a> e nell’area di Ascona il gruppo dell’Orsa Maggiore, dedito principalmente al tema del paesaggio. Tuttavia, furono numerosi anche gli autori che, senza aderire ad alcuna aggregazione specifica, perseguirono una ricerca artistica individuale.<h2>LE OPERE IN MOSTRA AL MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AOSTA</h2> In mostra spiccano capolavori quali Il grande carosello di Louis Moilliet e Paesaggio a Mendrisiotto di Hermann Scherer e opere dall’inconfondibile tratto crudo e spigoloso, tipico della corrente espressionista di respiro europeo, come Interno con tre donne di Albert Muller o La lettrice di Hans Berger. Non mancano poi straordinarie figure femminili come quella di Alice Bailly, autrice di opere come Fredda mattina in Lussemburgo. [Immagine in apertura: Albert Müller, Interno, 1924, olio su tela. Kunst Museum Winterthur. Acquisto dal fondo artistico, 1965. Inv. KV 1007 © Kunst Museum Winterthur]

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