La street art di Saype sulla spiaggia di Rio de Janeiro

Avviato nel 2019 con uno spettacolare affresco sull'erba di fronte alla Tour Eiffel di Parigi, il progetto Beyond Walls di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/04/saype-beyond-crisis-svizzera" target="_blank">Saype</a> ha toccato nel corso degli anni <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/01/saype-land-art-sudafrica#05" target="_blank">capitali e luoghi iconici del pianeta</a>, contribuendo parallelamente a estendere la fama del suo autore fino a renderlo uno degli street artist più noti del globo. Il concept di questa grande opera diffusa, realizzata in tutti e cinque i continenti del mondo, è semplice quanto efficace: protagoniste dei dipinti sono infatti delle mani gigantesche che si tendono l’una verso l’altra, stringendosi fino a formare un’enorme catena che attraversa Paesi a ogni latitudine. L'obiettivo è dare vita a un imponente abbraccio, anzi, per dirla attraverso le parole dell'artista, alla “più grande catena umana della storia”. 
<h2>L'INTERVENTO DI SAYPE A RIO DE JANEIRO </h2> Presentato di recente a <a href="https://arte.sky.it/news/beyond-walls-saype-belfast" target="_blank">Belfast</a>, Beyond Walls approda per la prima volta in America Latina, con una serie di “affreschi urbani” realizzati in una delle capitali più grandi e popolose del continente: Rio de Janeiro. È qui che Saype ha dato vita ai suoi “abbracci urbani” in due dei luoghi più emblematici della città, simbolo delle contraddizioni del Brasile contemporaneo: la favela di Estàcio (conseguenza della distribuzione ineguale della ricchezza nel Paese e della mancanza di politiche a sostegno della popolazione più povera) e la spiaggia di Copacabana (una delle principali attrazioni per la gente del posto e per i turisti di tutto il mondo). 
<h2>LA STREET ART “SOCIALE” DI SAYPE</h2> Dipinti sulla sabbia e sul manto erboso utilizzando solo colori eco-compatibili a base di carbone, gesso e acqua, i due interventi coniugano – come ormai noto nella ricerca dell'artista – messaggio sociale e spettacolarità. Un aspetto, questo, che si amplifica tanto più in una città complessa come Rio de Janeiro, nella quale disuguaglianze sociali, povertà e violenza si oppongono e convivono con l'anima festosa ed esuberante tipica del luogo. 
[Immagine in apertura: Beyond Walls project by Saype. Rio de Janeiro. Photo credit Saype]

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È un omaggio a <a href="https://arte.sky.it/news/morte-lina-wertmuller" target="_blank">Lina Wertmüller </a>la pellicola Dietro gli occhiali bianchi, in onda su Sky Arte domenica 14 agosto, giorno in cui ricorre l'anniversario della sua nascita. Un racconto dedicato alla prima donna al mondo nella storia del cinema ad aver ricevuto una nomination al Premio Oscar come miglior regista, con il suo capolavoro Pasqualino Settebellezze (1975).
A partire dalle immagini girate a Cinecittà quando era aiuto regista di Federico Fellini in 8 e 1/2, il documentario descrive i luoghi dei suoi film più celebri, per scoprire l’universo artistico e umano di una donna che, sempre fedele alla sua vena ironica e grottesca, ha lasciato il segno in ogni ambito dello spettacolo in cui ha lavorato ‒ cinema, teatro, televisione, musica. 
Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio sono le tante interviste agli artisti testimoni di una carriera intensa, in continua evoluzione. Tra questi, Giancarlo Giannini, Marina Cicogna, Sophia Loren, ma anche Martin Scorsese, Harvey Keitel, Nastassja Kinski e il critico cinematografico John Simon. 
Dietro gli occhiali bianchi è un ritratto personale e poetico firmato da Valerio Ruiz, storico aiuto regista e stretto collaboratore della cineasta scomparsa nel 2021.

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