Il libro che fa immergere nell'arte spettacolare di teamLab

<p>Correva l'anno 2001 e l'allora neocostituito <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-teamlab-san-francisco-asian-art-museum" target="_blank">teamLab</a> debuttava ufficialmente con l'opera <em>Message Tree</em>, esposta al Tokyo Ginza Shiseido Building. Da allora sono trascorsi oltre due decenni (e una<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-tokyo-teamlab-arte-sauna" target="_blank"> pandemia</a>) e il collettivo artistico internazionale, costituito da un team interdisciplinare di specialisti che include artisti, programmatori, ingegneri, animatori CG, matematici e architetti, si è imposto fra le realtà più influenti, richieste e innovative del pianeta. A riannodare i fili di questa storia di successo è oggi Laura Lee<strong>: </strong>professore associato alla Florida State University e studiosa di cultura visiva contemporanea, con specifico interesse per il Giappone, è l'autrice di <em>Worlds Unbound: The Art of teamLab</em>.</p><h2>TUTTA LA STORIA DI TEAMLAB IN UN NUOVO LIBRO</h2> <p>Scritto in inglese ed edito da <a href="https://www.intellectbooks.com/worlds-unbound" target="_blank">Intellect Books</a>, il volume offre un'esaustiva panoramica sulla visione artistica e sui risultati di teamLab, evidenziandone la portata rivoluzionaria e le fondamentali innovazioni introdotte nel settore della new media art. Da sempre attivo nel territorio di "confluenza" fra arte, scienza e tecnologia, teamLab lega il proprio nome a opere che incoraggiano verso inedite relazioni tra sé e il mondo, proponendo esperienze immersive inedite e di particolare impatto. Arricchito da un'esclusiva intervista fra Lee e teamLab, nella quale si chiariscono i punti essenziali del processo creativo del collettivo, il libro prende le distanze da un'impostazione sequenziale e cronologica. Piuttosto che elencare, anno per anno, i (tanti) interventi artistici realizzati in giro per il mondo, esamina la "pratica teamLab" secondo quattro macro-tematiche: Ultrasubjective Space; Giappone e natura, Tecno-ecologia; Interattività e co-creazione. Un approccio critico adottato dall'autrice per "rivelare la continuità" che caratterizza tutto il lavoro del gruppo, rintracciabile sia nelle opere più note e identitarie che in quelle meno conosciute al grande pubblico, ma non meno rilevanti. </p><h2>PRONTO A TOKYO NEL 2023 IL NUOVO MUSEO DI TEAMLAB</h2> <p>E le novità che riguardano teamLab non si esauriscono con questa monografia fresca di stampa. Lo scorso 31 agosto, infatti, è stato l'ultimo giorno di apertura al pubblico del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/06/e-nato-tokyo-il-museo-darte-digitale-firmato-teamlab" target="_blank">teamLab Borderless in Odaiba</a>. Inaugurato nel 2018 a Tokyo, il museo d'arte digitale del collettivo riaprirà nel 2023 in una nuova sede, all'interno del progetto Toranomon-Azabudai. Nel solo anno inaugurale lo spazio sull'isola artificiale di Odaiba aveva accolto circa 2,3 milioni di visitatori provenienti da oltre 160 Paesi, divenendo il più visitato museo dedicato a un solo artista; tanti anche i riconoscimenti internazionali ottenuti. In una nota stampa, teamLab ha annunciato che nel nascente spazio espositivo i visitatori potranno vivere un'esperienza ancora più intensa e grandiosa, sempre all'insegna del concetto di "<em>vagare, esplorare, scoprire un mondo senza confini</em>". Nel frattempo dal 2019 è attivo il <a href="https://arte.sky.it/news/teamlab-installazioni-shanghai-cina" target="_blank">teamLab Borderless Shanghai</a> e presto apriranno le sedi di Amburgo e Jeddah.</p> <p>[Immagine in apertura: teamLab, exhibition view of teamLab Borderless: MORIBuilding DIGITALARTMUSEUM, 2023, Tokyo © teamLab, courtesy Pace Gallery<em></em>]  </p>
 

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Come vede gli artisti un maestro della fotografia italiana

<p>Sulla scia delle rassegne dedicate a <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/09/mostra-fotografia-michael-kenna-abruzzo" target="_blank">Michael Kenna</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-scianna-sciascia-borges-parma" target="_blank">Ferdinando Scianna</a> e Carla Cerati, la  Reggia di Colorno (complesso di edifici risalente al XVIII secolo e situato in provincia di Parma) torna a connotarsi come sede di grandi eventi fotografici.  </p> <p>A confermare l'orientamento dello storico spazio verso l'arte dello scatto è la monografica in arrivo, rivolta alla produzione di uno dei maestri dell'obiettivo più influenti del Novecento italiano. Stiamo parlando di <em>Nino Migliori. L’arte di ritrarre gli artisti</em>: un denso e multiforme progetto espositivo visitabile a partire dal prossimo 15 ottobre.  </p>
<p><h2>LA FOTOGRAFIA DI NINO MIGLIORI</h2> <p>Protagonista dell'iniziativa è, appunto, il bolognese Migliori, tra i più autorevoli sperimentatori italiani nell'ambito dell'immagine fotografica. Ospite speciale della nuova edizione del festival <em><a href="https://arte.sky.it/news/mostre-festival-emilia-romagna-fotografia" target="_blank">Colornophotolife</a></em>, l'artista sarà raccontato all'interno del tragitto espositivo con quasi novanta opere inedite, tra le quali spiccano senza dubbio i ritratti di colleghi e “mostri sacri” dell'arte del secolo scorso, immortalati in scatti passati alla storia.  </p>
<p><h2>LA MOSTRA DI NINO MIGLIORI A COLORNO</h2> <p>Sono cinque gli episodi che scandiscono l'allestimento, a cura di Sandro Parmiggiani, con la direzione di Antonella Balestrazzi. Si passa dalla sezione dedicata ai ritratti in bianco e nero avviati negli anni Cinquanta, quando Migliori è a Venezia e frequenta la casa di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/02/mostra-venezia-peggy-guggenheim-migrating-objects" target="_blank">Peggy Guggenheim</a>, alle immagini a colori; dalle sequenze di fotogrammi tratti dal mezzo televisivo alle grandi “trasfigurazioni” su cui Migliori interviene pittoricamente.</p> <p>A catturare l'attenzione del pubblico (che avrà l'occasione di visitare la mostra fino al prossimo 10 aprile) saranno soprattutto i volti di icone della cultura, della musica e dello spettacolo del Novecento e non solo. Tra questi Enrico Baj, <a href="https://arte.sky.it/news/man-ray-picasso-programmi-tv-7-agosto" target="_blank">Man Ray</a>, Luigi Ontani, <a href="https://arte.sky.it/news/robert-rauschenberg-catalogo-ragionato" target="_blank">Robert Rauschenberg</a>, Ferdinando Scianna, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/emilio-vedova-mostra-milano-palazzo-reale" target="_blank">Emilio Vedova</a> e il “vate” della Pop Art <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-18-ottobre-andy-warhol" target="_blank">Andy Warhol</a>. E poi ancora <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/04/mostra-emilio-tadini-fondazione-marconi-milano" target="_blank">Emilio Tadini</a>, Eugenio Montale, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/07/la-maddalena-omaggia-gian-maria-volonte-a-25-anni-dalla-scomparsa" target="_blank">Gian Maria Volonté</a> e il designer <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/10/morte-enzo-mari-design" target="_blank">Enzo Mari</a>. Una sequenza di artisti frequentati da Migliori e osservati attraverso uno sguardo in grado di metterne a nudo la personalità.  </p>
<p>[Immagine in apertura: Nino Migliori, <em>Dario Fo</em>, 1978. © Fondazione Nino Migliori]</p>

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