Thom Yorke torna in Italia con la sua nuova super band

<p>Thom Yorke torna a fare visita al nostro Paese, con una serie di concerti programmati in ben cinque città della Penisola. Ad accompagnare il cantautore e polistrumentista britannico non saranno tuttavia i <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-radiohead-kid-a-mnesia" target="_blank">Radiohead</a> – la band nella quale da più di trent'anni l'artista milita, portando avanti una ricerca musicale tutta all'insegna della migliore sperimentazione. Al suo fianco, piuttosto, ci saranno Jonny Greenwood e Tom Skinner, ovvero gli altri due componenti del nuovo progetto musicale The Smile.  </p>
<p><h2>NON SOLO RADIOHEAD</h2> <p><a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/05/radiohead-thom-yorke-nuova-band" target="_blank">Messo in piedi in pieno lockdown, nel 2021</a>, e presentato come una sorta di “side project” dei più celebri Radiohead, il gruppo ha recentemente lanciato i primi due singoli della sua produzione: <em>You Will Never Work in Television Again</em> e <em>The Smoke</em>. Due pezzi nei quali l'esperienza pop-rock della band di <em>OK Computer</em> echeggia fortemente, aggiungendosi a riff claustrofobici e ritmi corrosivi, assai più evidenti nelle performance live del gruppo (che per la prima volta si è esibito in pubblico il 29 e 30 gennaio scorsi, con tre concerti trasmessi in streaming dal Magazine di Londra).</p> <p>L'impressione è che la nuova formazione di Thom Yorke faccia sul serio, puntando ad affermarsi in tutta autonomia, magari correndo il rischio di mettere in “standby” per qualche anno il cammino dei Radiohead (fermi al 2016, con la pubblicazione dell'ultimo album in studio <em>A Moon Shaped Pool</em>).  </p>
<p><h2>I CONCERTI DI THE SMILE IN ITALIA</h2> <p>Nell'attesa di ascoltare il primo disco ufficiale del gruppo (prodotto da Nigel Godrich), la band ha annunciato una serie di concerti internazionali, che prenderanno il via la prossima primavera. Sono cinque le date in programma in Italia, a partire dalla prima esibizione prevista al Fabrique di Milano il 14 luglio.</p> <p>A questo primo live farà seguito (il 15 luglio) il concerto a Ferrara, nell'ambito del festival <em>Ferrara sotto le stelle</em>, mentre il 17 e il 18 del mese il trio farà scalo allo Sferisterio di Macerata e all'Auditorium Parco Della Musica di Roma. Ultimo appuntamento il 20 luglio a Taormina: nella splendida scenografia del Teatro Antico, The Smile si esibiranno per l'ultima volta prima di lasciare il nostro Paese.</p>

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<p>Le opere d'arte sono in grado di "parlare", ma siamo davvero in grado di decifrare i loro messaggi? A spingerci verso questo interrogativo sono le sempre più frequenti rivelazioni che emergono dagli esami ai quali vengono sottoposti, in particolare, disegni e dipinti, inclusi quelli eseguiti da indiscussi maestri dell'arte internazionale. Stavolta a finire sotto i riflettori (non solo degli specialisti del settore) è il ritratto che Édouard Manet realizzò nel 1870 alla pittrice Eva Gonzalès, sua allieva e modella. I dati emersi nel corso di una recente analisi tecnica condotta sull'opera forniscono nuove prospettive interpretative, che saranno raccontate dalla mostra <em>Discover Manet and Eva Gonzalès</em>, in programma dapprima alla Hugh Lane Gallery di Dublino e poi, dal 21 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023, alla National Gallery di Londra.</p><h2>DIETRO LE QUINTE DI UN RITRATTO DI MANET</h2> <p>Con questo progetto espositivo l'istituzione anglosassone si appresta a inaugurare un ciclo di rassegne che, di volta in volta, si focalizzerà su un singolo dipinto, estendendo la narrazione a una molteplicità di punti di vista. Una modalità in grado di aprire percorsi inattesi, esattamente come avvenuto in questo caso. In particolare, la radiografia e la scansione a fluorescenza realizzate sul ritratto hanno rivelato importanti (e fin qui non conosciuti) dettagli del metodo di lavoro di Manet. Nel ritrarre l'allieva e collega, il celebre pittore ebbe non poche incertezze e tentennamenti: si mise ripetutamente a lavorare sul suo viso, riavviando il processo più volte. Non solo: animato da quello che è stato definito come "<em>il suo sforzo di creare un senso di spontaneità</em>", rielaborò il disegno dei tessuti e degli arredi, modificandone le angolazioni di rappresentazione e introducendo oggetti ad hoc. La mostra si concentrerà su questi dati, con l'obiettivo dichiarato di svelare il dietro le quinte del dipinto, così da concedere al visitatore la sensazione di trovarsi accanto a Manet, nelle intense e faticose ore di lavoro al cavalletto.</p><h2>ÉDOUARD MANET ED EVA GONZAL<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%88" data-ved="2ahUKEwix7LrWp971AhVglP0HHdNDCfoQFnoECAMQAQ" ping="/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://it.wikipedia.org/wiki/%25C3%2588&ved=2ahUKEwix7LrWp971AhVglP0HHdNDCfoQFnoECAMQAQ"></a>ÈS</h2> <p>Parallelamente <em>Discover Manet and Eva Gonzalès </em>costituirà l'occasione per un'indagine sulla vita dell'artista francese Eva Gonzalès, fra le voci femminili della corrente impressionista. Nata in una famiglia benestante e vissuta fra 1847 e il 1883, entrò nello studio di Manet nel 1869, all'età di 22 anni; fu anche una delle modelle preferite, come testimonia questo lavoro. La mostra farà luce sulla sua parabola artistica, mettendo in evidenza le specificità della sua produzione e del suo stile, che la resero una figura autorevole del movimento impressionista. La sua esperienza di artista donna nella Parigi del XIX secolo verrà inoltre analizzata in relazione ad autrici coeve o dalla generazione precedente: saranno quindi esposti autoritratti realizzati da artiste attive dal XVIII secolo fino all'inizio del XX, posti in dialogo con i loro ritratti dipinti da colleghi e insegnanti maschi. </p> <p>[Immagine in apertura: Édouard Manet, <em>Portrait of Eva Gonzalès</em>, 1870 . Oil on canvas  191.1 x 133.4 cm.  Sir Hugh Lane Bequest, 1917, The National Gallery, London. In partnership with Hugh Lane Gallery, Dublin (detail of head)] </p>

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