Riparte il treno per visitare le Ville Pontificie

<p>Fino al 29 ottobre 2022, ogni sabato dalle 8 alle 18:30, dalla stazione della Città del <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-16-novembre-vaticano" target="_blank">Vaticano </a>– la più piccola del mondo ‒ è di nuovo possibile raggiungere in treno la residenza estiva dei papi: i Giardini e le Ville Pontificie di Castel Gandolfo. Riparte dunque il cosiddetto “Treno delle Ville Pontificie” che permette ‒ dopo l’interruzione dovuta alla pandemia ‒ di visitare nello stesso giorno prima i Musei Vaticani e i relativi Giardini, poi di salire su un treno diretto ad Albano Laziale e raggiungere infine Castel Gandolfo.</p> <h2>IL TRENO DELLE VILLE PONTIFICIE</h2> <p>Il viaggio in treno verso quella che è stata la residenza estiva papale fino al 2015 percorre anche un piccolo tratto della linea ferroviaria vaticana inaugurata nel 1934. Tra natura, arte e storia, il suggestivo viaggio ha una durata di circa quaranta minuti, necessari a compiere il tragitto lungo una ventina di chilometri.</p> <h2>LE STORICHE RESIDENZE PAPALI DI CASTEL GANDOLFO</h2> <p>Una volta raggiunto Castel Gandolfo, sui colli romani, per cittadini e turisti è possibile esplorare tutta l’area di proprietà pontificia a ridosso del lago di Albano messa a disposizione della collettività dall’ottobre 2016 da Papa Bergoglio, rendendola un polo museale. Saranno così visitabili – anche attraverso un tour guidato su un panoramico pulmino ecologico – i rigogliosi Giardini di Villa Barberini e l’ala più riservata ed esclusiva del Palazzo Apostolico, ovvero lo studiolo privato del papa, la camera da letto con gli arredi originali, la storica biblioteca e la cappella dove, per la prima volta nella storia, il 23 marzo del 2013, due papi – Papa Benedetto XVI e Papa Bergoglio – si sono trovati a pregare insieme.</p> <p>[Immagine in apertura: Castel Gandolfo e il lago di Albano, Roma. Photo by Mark F. on Unsplash]</p>

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Tutto il design di Aldo Rossi in mostra a Milano

<p>Scomparso nel 1997 e primo architetto italiano insignito del Pritzker Prize nel 1990, Aldo Rossi si conferma come una delle figure più influenti della scena architettonica e della cultura visiva del Novecento italiano. La sua ampia produzione, progettuale ma anche come storico e teorico della disciplina, continua ad alimentare percorsi di ricerca, che si riflettono in pubblicazioni e appuntamenti espositivi. A un anno di distanza dalla <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-aldo-rossi-roma-maxxi-architettura" target="_blank">grande monografica</a> del MAXXI, dal titolo <em><a href="https://arte.sky.it/news/mostra-architettura-aldo-rossi-maxxi-roma" target="_blank">Aldo Rossi. L’architetto e le città</a></em>, il Museo del Novecento di Milano si appresta a dedicare all'autore della ricostruzione del <a href="https://arte.sky.it/news/teatro-la-fenice-venezia-riapertura-installazione-chiglia-nave" target="_blank">Teatro La Fenice</a> di Venezia una nuova mostra.</p><h2>LA MOSTRA SU ALDO ROSSI A MILANO</h2> <p>Visitabile dal 29 aprile al 2 ottobre 2022, <em>Aldo Rossi. Design 1960-1997</em> accenderà i riflettori sui prodotti sviluppati dal noto progettista. In un percorso che si snoda in nove sale, unificate dall'allestimento firmato da Morris Adjmi - MA Architects – collaboratore e poi associato di Rossi a New York –, la mostra riunisce per la prima volta oltre 350 tra arredi e oggetti d’uso, prototipi e modelli, dipinti, disegni e studi progettati e realizzati da Aldo Rossi. Gli oltre venticinque anni presi in esame restituiscono gli esiti delle collaborazioni con alcune delle più prestigiose realtà della produzione industriale italiana, mettendo in evidenza la varietà dei suoi lavori, il loro costante rapporto con l’architettura, la peculiare concezione del proprio spazio domestico senza tralasciare l'attenzione per le opere grafiche. </p><h2>OLTRE 350 PEZZI ESPOSTI AL MUSEO DEL NOVECENTO</h2> <p>Curata da Chiara Spangaro, in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi e Silvana Editoriale, <em>Aldo Rossi. Design 1960-1997 </em>è stata resa possibile anche grazie al contribuito di musei e archivi aziendali, di collezioni museali, anche private: dal Museo Alessi al Molteni Museum, dalla Fondazione Museo Archivio Richard-Ginori della Manifattura di Doccia, a Firenze, fino a istituzioni come MAXXI, Università Iuav di Venezia, Centre Georges Pompidou e altri ancora. Affiancata da un programma di eventi collaterali, la mostra propone anche una lettura "privata" di Rossi: vengono infatti esposti, fra gli altri pezzi, anche mobili e oggetti collezionati dal progettista e presenti nelle sue case. Immancabili gli iconici pezzi di design firmati Rossi: dal mobile vetrato <em>Piroscafo</em>, elaborato con Luca Meda a partire dalla facciata di un edificio di archeologia industriale a Perugia, fino alla caffettiera <em>La conica.</em> </p> <p>[Immagine in apertura: Aldo Rossi e la poltrona Parigi per UniFor, 1989. © Federico Brunetti. Courtesy Federico Brunetti]</p>

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

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Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

Riparte il treno per visitare le Ville Pontificie

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