Un'eccezionale scenografia immersiva per la Turandot di Puccini

<p>Sono trascorsi quasi cento anni dalla scomparsa del compositore toscano <a href="https://arte.sky.it/news/villa-museo-giacomo-puccini-torre-del-lago-restauro" target="_blank">Giacomo Puccini</a>, che trovò la morte nel 1924 senza aver potuto terminare la sua <em>Turandot. </em>Un secolo dopo, proprio con il progetto delle scene per la celebre opera lirica (in seguito completata da Franco Alfano), il collettivo artistico internazionale <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-teamlab-san-francisco-asian-art-museum" target="_blank">teamLab</a>  si misura per la prima volta con il linguaggio della scenografia, disciplina che impone la conoscenza di una specifica gamma di tecniche e nozioni. L'occasione è stata offerta dallo spettacolo che ha calcato le scene del Grand Théâtre de Genève, in Svizzera, dal 20 giugno al 3 luglio scorsi. Questa produzione sarà riproposta in Giappone: è attesa infatti nella cornice della Tokyo Nikikai Opera dal 23 al 26 febbraio 2023 e i biglietti sono già in distribuzione da alcuni giorni.</p><h2>TEAMLAB FIRMA LA SCENOGRAFIA PER LA TURANDOT DI PUCCINI</h2> <p>Particolarmente conosciuto per l'approccio interattivo, per l'utilizzo innovativo delle risorse digitali e per la capacità di offrire agli spettatori memorabili esperienze immersive, <a href="https://arte.sky.it/news/teamlab-installazioni-shanghai-cina" target="_blank">teamLab</a> ha interpretato il progetto come l'occasione per ridefinire il tradizionale rapporto gerarchico fra palco e platea. Il (caleidoscopico) risultato finale è una scenografia basata sull'uso scultoreo della luce, elemento con il quale prende vita uno spazio senza confini tra palco e pubblico, come precisa il collettivo in una nota. A realizzarlo sono quarantacinque laser variamente impiegati: talvolta danno vita a piani effimeri, in altri casi generano sculture tridimensionali di luce 3D oppure, attraverso raggi sottili, accompagnano lo svolgimento dell'opera sottolineando specifici momenti. </p><h2>UNA SCENOGRAFIA DI PROIEZIONI LUMINOSE</h2> <p>Accanto allo studio accurato degli effetti illuminotecnici, sono stati adottati anche dispositivi tecnici e materiali ad hoc, fra cui superfici riflettenti, vetro e, non da ultimo, un palcoscenico rotante con due fronti. La scenografia realizzata è l'esito di un percorso durato oltre quattro anni, che ha esordito in ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto a causa della <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-tokyo-teamlab-arte-sauna" target="_blank">pandemia</a>. Questo tempo aggiuntivo, tuttavia, ha permesso a teamLab di lavorare a lungo con il regista dell'opera, Daniel Kramer, sviluppando soluzioni inedite. Il collettivo, alla cui ascesa globale è dedicata la recente monografia <em><a href="https://arte.sky.it/news/teamlab-libro-tecnologia" target="_blank">Worlds Unbound: The Art of teamLab</a></em>, si prepara dunque al 2023 in grande stile. Oltre al debutto di questa scenografia a Tokyo, il prossimo anno nella capitale giapponese aprirà la nuova sede del museo d'arte digitale del gruppo: prenderà il posto dell'acclamato <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/06/e-nato-tokyo-il-museo-darte-digitale-firmato-teamlab" target="_blank">teamLab Borderless in Odaiba</a>, chiuso dal 31 agosto scorso, e sarà all'interno del nuovo complesso Toranomon-Azabudai. </p> <p>[Immagine in apertura: Opera <em>Turandot</em> at Grand Théâtre de Genève, Geneva © teamLab, Courtesy Daniel Kramer, Grand Théâtre de Genève, and Pace Gallery]</p>

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L'Iliade diventa un avvincente spettacolo teatrale

Alla Scala di Milano la Turandot di Puccini in versione ipertecnologica

La storica Biennale Teatro diretta da Luca Ronconi nel 1975


Lo storico Palazzo Pitti di Firenze ora ha un "gemello digitale"

<p><em>"Gli Uffizi si confermano di nuovo all’avanguardia dello sviluppo tecnologico: il gemello digitale, fedele fino al millimetro, di Palazzo Pitti non ha soltanto un enorme valore come documentazione dello status della Reggia, ma offre anche dati per la conoscenza e la ricerca storica". </em>Con queste parole, Il direttore delle  <a href="https://arte.sky.it/news/uffizi-firenze-miglior-museo-mondo" target="_blank">Gallerie degli Uffizi</a> Eike Schmidt ha commentato la conclusione delle operazioni necessarie per la realizzazione del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/08/palazzo-pitti-firenze-scansione-3d" target="_blank">modello 3D della reggia fiorentina</a> nelle cui stanze, a ridosso del <a href="https://arte.sky.it/news/restauro-boboli-2030-firenze" target="_blank">giardino di Boboli</a>, nei secoli vissero i Medici, gli Asburgo-Lorena e i Savoia. </p><h2>IL MODELLO DIGITALE DI PALAZZO PITTI</h2> <p>Un tempo residenza nobiliare e oggi sede di <a href="https://arte.sky.it/news/museo-icone-russe-firenze-palazzo-pitti" target="_blank">cinque musei</a>, il monumentale complesso architettonico dispone dunque di un accurato "omologo digitale". Il modello rappresenta uno strumento <em>"importantissimo per le progettazioni delle manutenzioni e dei restauri",</em> come precisato dallo stesso <em></em>Schmidt, che potrà essere utilizzato anche per <em>"sviluppare delle esperienze per i visitatori nelle quali potranno vedere spazi normalmente non accessibili, oltre alla nascita e alla ‘crescita’ del Palazzo attraverso i secoli</em>”. Per raggiungere questo risultato sono state coinvolte varie professionalità e le Gallerie degli Uffizi, attraverso il coordinamento dell’architetta Elena Pozzi, hanno collaborato con gli specialisti del Dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze, a partire dalla professoressa Grazia Tucci. Sull'immobile sono state condotte operazioni di topografia, di fotogrammetria terrestre e con droni, oltre a scansioni laser. Il modello ottenuto è considerato un unicum: mai prima d'ora era stato compiuto un intervento di questa natura su un edificio storico civile di tali dimensioni, oltre che estremamente articolato e oggetto nei secoli di trasformazioni e variazioni d'uso. </p><h2>I SEGRETI DI PALAZZO PITTI SVELATI DALLA RICOSTRUZIONE 3D</h2> <p>Fra gli aspetti più interessanti di questa ricostruzione tridimensionale rientra il "recupero" di ambienti scomparsi da secoli, perché demoliti. A riprendere vita, ad esempio, è lo scalone "a lumaca" originariamente realizzato nel Cinquecento dal celebre architetto e scultore toscano <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/09/il-cinquecento-fiorentino-rivive-nella-grande-mostra-di-palazzo-strozzi" target="_blank">Bartolomeo Ammannati</a>, a ridosso dell'omonimo cortile interno della reggia, che fu in seguito sostituito. In altre parole è possibile vedere com'era (e com'è poi diventata) la più celebre architettura dell'Oltrarno fiorentino. Infine, in aggiunta agli spazi esterni e alle strutture architettoniche, questa dettagliata versione digitale di Palazzo Pitti comprende tutti gli interni della residenza medicea, fra cui opere, addobbi, suppellettili e apparati decorativi. Una risorsa preziosa che, attraverso 20 tera di dati immagazzinati, "<em>permetterà all’amministrazione di curare, manutenere e valorizzare in maniera più efficiente il complesso architettonico, integrando tra loro le informazioni geometriche, materiali, storiche, termoidrometriche"</em>, ha sottolineato l'architetta Pozzi.</p> <p>[Immagine in apertura: Courtesy Gallerie degli Uffizi e University of Florence]</p>

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