Il videogioco per tutti gli aspiranti direttori di museo

<p>Chi dice che gestire un museo <em>non </em>è un gioco da ragazzi, si sbaglia di grosso! A sfatare il mito in maniera ironica è, infatti, il videogame <em>Idle Museum</em>, che “sfida” i giocatori ad amministare un museo in tutti i suoi aspetti. <em>Idle Museum</em> entra nella rosa dei <a href="https://arte.sky.it/news/videogame-musei-tecnologia" target="_blank">videogiochi </a>targati <a href="https://pixodust.com/idle-museum">Pixodust Games</a>, strizzando l’occhio a una delle imprese più stimolanti quanto complesse per i professionisti del settore museale. Ecco allora che ogni utente potrà esprimere la propria creatività, tra progetti e mostre, in un ambiente espositivo tutto da modellare, spaziando dall’arte alla storia fino alla scienza e alla zoologia. </p> <h2>DIRIGERE UN MUSEO PER GIOCO</h2> <p>Sono tanti i personaggi che aiuteranno ogni neo-direttore a farsi largo nell’intricata matassa di mansioni e compiti ricevuti in sorte. Ovviamente si procede a piccoli passi, partendo dall’organizzazione di una delle aree espositive, selezionando gli oggetti della collezione da presentare, per poi passare all’allestimento delle mostre e alla loro curatela. Opere d’arte di ogni sorta, ma anche reperti archeologici e altri manufatti, saranno utili e necessari per attrarre e conquistare il consenso del pubblico. </p><h2>I COMPITI DI UN DIRETTORE DI MUSEO</h2> <p>Inoltre, per rendere ancor più frizzante la sfida, ci sono una serie di quiz a sfondo culturale e, per non perdere d’occhio l’aspetto realistico del videogame, nessun giocatore potrà esimersi dalle faccende amministrative, come la gestione del personale, risorsa importantissima per il buon funzionamento del museo digitale.</p> <p>[Immagine in apertura: <em>Idle Museum</em>. Courtesy Pixodust]</p>

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

La rappresentazione delle donne nell'arte va in mostra a Brescia

<p>In attesa della mostra che si aprirà a <a href="https://arte.sky.it/news/milano-mostra-donna-pittura-tiziano">Palazzo Reale, a Milano</a>, la donna e il suo universo sono protagonisti di un altro grande progetto espositivo, ma questa volta ci troviamo a Palazzo Martinengo, a Brescia, dove è tutto pronto per la riapertura, dopo l'arresto dovuto alla pandemia, di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/mostra-brescia-donne-tiziano-boldini"><em>Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini</em></a><em>,</em> a cura di Davide Dotti, in programma dal 22 gennaio al 12 giugno 2022. Con oltre novanta capolavori firmati da artisti del calibro di Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez, Zandomeneghi e, ovviamente, Boldini, la mostra analizzerà il ruolo rivestito dalle donne nella storia dell’arte nostrana, dal Rinascimento alla Belle Époque. Inoltre le informazioni riportate su una serie di pannelli realizzati in collaborazione con la Fondazione Marcegaglia Onlus terranno accesa l’attenzione su fatti drammaticamente attuali come la violenza domestica e la disparità di genere.</p> <h2>IL DIPINTO DI TIZIANO MAI ESPOSTO IN ITALIA</h2> <p>Il percorso è diviso in otto sezioni ben distinte per tema e soggetto, dove il pubblico potrà cogliere le numerose modalità iconografiche con le quali la figura femminile è stata rappresentata nel corso del tempo. La letteratura, dal canto suo, ha contribuito a ispirare gli artisti dell’epoca, ritraendo le donne come eroine bibliche, dee mitologiche, madri e femme fatale. Tra i capolavori che si potranno ammirare nelle sale di Palazzo Martinengo ci sarà anche la preziosa <em>Maddalena penitente</em> di Tiziano, l'olio su tela incluso in una raccolta privata tedesca ed esposto per la prima volta in Italia. Spazio anche al disegno della celebre <em>Coppia di amanti</em> <em>in piedi</em> di <a href="https://arte.sky.it/news/klimt-dipinti-google-arts-culture" target="_blank">Gustav Klimt </a>e agli esiti pittorici di Giovanni Boldini, capace di restituire le molte sfumature dell’immagine femminile.</p> <h2>DALL’ARTE ALL’ATTUALITÀ</h2> <p>La mostra ha l’obiettivo non solo di descrivere la rappresentazione della donna nella storia dell’arte, ma anche di sensibilizzare i più giovani verso le problematiche che la riguardano nella società contemporanea attraverso il linguaggio della creatività. Inoltre, l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo ha dichiarato il suo impegno nel sostegno della ricerca sul cancro femminile: l’1% del ricavato della mostra sarà donato a Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.  [Immagine in apertura: Gian Antonio Guardi, <em>Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle</em>, collezione privata]</p>

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

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