A Genova un'ex stazione ferroviaria diventerà la Casa delle tecnologie

<p>Dopo Matera, Bari, Torino, L'Aquila, Prato e Roma, altre sette città italiane si apprestano a compiere un passo in avanti sul fronte della digitalizzazione. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha infatti annunciato i progetti vincitori dell'edizione 2022 del bando per le nuove <em>Case delle tecnologie emergenti</em>. Di conseguenza, a Bologna, Napoli, Genova, Taranto, Pesaro, Cagliari e Campobasso verrà finanziata la realizzazione di centri che si occuperanno del "<em>trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese su temi come la blockchain, l’internet of things, l'intelligenza artificiale e le tecnologie quantistiche</em>", come precisa il comunicato ufficiale.</p><h2>L'OPIFICIO DIGITALE DELLA CULTURA DI GENOVA</h2> <p>Concentrando l'attenzione sul capoluogo ligure, l'iter di candidatura della città era stato avviato nel 2020. Il soggetto capofila era il Comune, accanto al quale si erano riunite le eccellenze del territorio (fra cui centri di ricerca, poli di innovazione e incubatori), siglando un partenariato pubblico-privato. Il vicesindaco di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-rubens-genova-palazzo-ducale" target="_blank">Genova</a>, Pietro Piciocchi, nei giorni scorsi ha fornito dettagli sull'operazione, indicando anche il sito prescelto: la dismessa stazione ferroviaria di Pra'. "<em>La Casa delle tecnologie emergenti, tra pochi mesi, sarà un’opportunità straordinaria per l’intera città di Genova e in particolare per la delegazione di Pra’ che diventerà un importante polo per lo sviluppo di competenze innovative, start up, trasferimento tecnologico"</em>. Ampio il raggio d'azione della struttura, che si dedicherà anche alle "<em>enormi potenzialità collegate alla realtà aumentata applicata alle nuove realtà museali" </em>e diverrà <em>"uno strumento innovativo per la piena accessibilità e fruizione del patrimonio artistico e culturale del nostro territorio</em>", ha precisato Piciocchi.</p><h2>A GENOVA RINASCE L'EX STAZIONE DI PRA'</h2> <p>Attualmente in stato di abbandono, l’ex stazione di Pra’ "<em>si trasformerà in un incubatore di imprese, con una nuova vocazione, attraendo giovani con spazi per il coworking</em>", sempre secondo il vicesindaco. Sebbene si stimi una durata complessiva di circa due anni per lo sviluppo del progetto, entro giugno 2023 dovrebbero intanto essere ultimati i lavori di ristrutturazione e riallestimento degli spazi interni al dismesso edificio ferroviario. Più in generale, il percorso che porterà alla nascita della futura Casa delle Nuove Tecnologie genovese rientra fra gli interventi messi in campo per rendere la città "<em>nei prossimi anni, un importante polo del digitale, grazie all’arrivo di cavi per il trasferimento dati da tutto il mondo, un elemento chiave a servizio dello sviluppo e dell’insediamento di nuove imprese altamente tecnologiche</em>", come spiegato dall'assessore comunale allo Sviluppo economico e Lavoro Mario Mascia. </p> <p>[Immagine in apertura: Foto di Nick Fewings su Unsplash]</p>

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

La mostra evento su Monet nel Principato di Monaco

<p>Giusto centoquaranta anni fa <a href="https://arte.sky.it/news/monografia-pittura-claude-monet" target="_blank">Claude Monet</a> si recava per la prima volta a Monte Carlo e in Costa Azzurra, rimanendo impressionato dalla luminosità del Mediterraneo. In occasione di questa ricorrenza, il Grimaldi Forum nel Principato di Monaco dedica al grande artista l'esposizione <em>Monet in full light</em>, dall'8 luglio al 3 settembre 2023. Rappresenterà la principale mostra estiva del centro culturale, nonché una delle più grandi esposizioni monografiche focalizzate sull'arte di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-claude-monet-essenziale-ippocampo" target="_blank">Monet </a>organizzate degli ultimi anni. Sbalorditivi i suoi numeri: un centinaio i dipinti in arrivo da tutto il mondo, esposti su una superficie di 3000 metri quadrati. </p><h2>MONET, L'IMPRESSIONISMO E IL MEDITERRANEO </h2> <p>La rassegna, curata da Marianne Mathieu, sarà l'occasione per scoprire un momento fondamentale dell'evoluzione artistica di <a href="https://arte.sky.it/news/claude-monet-joan-mitchell-mostra-parigi" target="_blank">Monet</a>. Nel 1883, infatti, il pittore francese si reca per la prima volta a Monte Carlo e scopre la Riviera insieme a <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-renoir-rococo-francoforte" target="_blank">Pierre-Auguste Renoir</a>. Il sole del sud gli piace così tanto che torna da solo anche l'anno seguente e nel 1888. Le atmosfere erano decisamente diverse da quelle della sua idillica (ma più fredda) <a href="https://arte.sky.it/archivio/2015/10/giardino-monet-libro-illustrato" target="_blank">Giverny</a>, che proprio in quegli anni diventava la sua residenza. Nel Principato di Monaco e nella costa mediterranea i protagonisti erano invece i colori vivaci, che scintillavano sotto una luce intensa: la scoperta della nuova gamma cromatica  riaccese subito l'ispirazione di Monet.</p>

<p><h2>LA MOSTRA SU MONET NEL PRINCIPATO DI MONACO</h2> <p>Marianne Mathieu, studiosa specializzata nell'opera di Monet, ha riassunto in poche, illuminanti parole l'evoluzione dell'artista e il rilievo dei viaggi nel sud della Francia. "<em>L'opera di Monet è molto coerente. Dalla sua gioventù a Le Havre fino agli ultimi dipinti a Giverny il pittore non cerca mai di dipingere un tema, ma piuttosto un momento. Monet non dipinge un paesaggio, ma un'atmosfera. Nella Riviera, tra il 1883 e il 1888, raggiunge la maturità. A <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/02/gli-ultimi-anni-di-monet-tra-le-ninfee-di-giverny" target="_blank">Giverny</a>, da cui raramente si allontanò alla fine del secolo, il pittore evolse ancora, cambiò il suo punto di vista e si concentrò esclusivamente sullo specchio d'acqua. Monet abbandonò le vedute panoramiche per un'inquadratura più vicina, realizzando visioni quasi astratte dell'acqua e dei suoi riflessi. Non dipinge il suo giardino, ma gli elementi dell'acqua e della luce. Dipinge l'immagine di un mondo fluttuante</em>”. L'elemento acquatico diventa dunque una costante della tarda produzione di Monet: e chissà che questo "idillio" sia nato proprio sulla Riviera francese, nel 1883.</p>
<p><h2>DI SCENA UN CENTINAIO DI DIPINTI DI MONET</h2> <p>Nel centinaio di dipinti di <em>Monet in full light</em>, raramente esposti assieme, spiccano le venticinque opere realizzate proprio durante il soggiorno dell'autore nella Riviera francese: i visitatori avranno l'opportunità di osservarle non lontano dai luoghi in cui vennero realizzate. Le opere presenti al Grimaldi Forum ripercorrono tutta la lunga carriera dell'artista e provengono anche dal museo che possiede una delle più grandi collezioni di dipinti di Monet al mondo: il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-parigi-monet-impressione-levar-sole" target="_blank">Musée Marmottan Monet</a> di Parigi. Nel complesso all'esposizione prendono parte trenta prestatori, fra cui altre prestigiose istituzioni museali come il Cleveland Museum of Art, il <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/musee-orsay-parigi-cambio-nome" target="_blank">Musée d'Orsay </a>di Parigi, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza a Madrid, il Museum Barberini a Potsdam, il Philadelphia Museum of Art, la <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-25-anni-fondation-beyeler-basilea" target="_blank">Fondation Beyeler</a> a Basilea e il Palazzo dei Principi di Monaco, con la sua collezione di dipinti. </p> <p>[Immagine in apertura: Claude Monet, <em>Villas at Bordighera</em>, 1884. Oil on canvas 61 x 74 cm Hasso Plattner Collection]</p>

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