Ad Abu Dhabi il complesso che riunisce una chiesa, una sinagoga e una moschea

<p>A quattro anni dall'annuncio e a tre dall'inizio del cantiere, l'Abrahamic Family House di <a href="https://arte.sky.it/news/marinella-senatore-fiera-abu-dhabi-art" target="_blank">Abu Dhabi</a> è realtà. Unico nel suo genere su scala globale, il complesso interreligioso progettato dallo studio di architettura <a href="https://arte.sky.it/news/adjaye-associates-biblioteca-centro-eventi-florida" target="_blank">Adjaye Associates</a> è stato eretto nel <a href="https://arte.sky.it/news/abu-dhabi-museo-storia-naturale-mecanoo" target="_blank">Saadiyat Cultural  District</a>, l'area di 27 chilometri quadrati a circa dieci di minuti dal centro della capitale degli Emirati Arabi Uniti, destinata nei prossimi anni a ospitare la più ampia concentrazione di strutture culturali al mondo.</p> <h2>CHIESA, SINAGOGA, MOSCHEA INSIEME AD ABU DHABI</h2> <p>Inaugurato ufficialmente e aperto ai fedeli lo scorso 16 febbraio (accessibile alle visite dal 1° marzo 2023), il complesso è formato dalla His Holiness Francis Church, dalla Moses Ben Maimon Synagogue e dalla Imam Al-Tayeb Mosque. In un unico sito, dunque, sono riunite una chiesa, una sinagoga e una moschea, ovvero i tre distinti luoghi di culto dedicati a Cristianesimo, Ebraismo e Islam. Per ciascuna delle tre religioni abramitiche è stato realizzato un edificio autonomo e riconoscibile, sebbene comune sia stato il punto di partenza di ogni processo compositivo. Si tratta del cubo, variamente "eroso" nelle facciate e articolato negli interni in modo tale da poter rispondere alle esigenze di culto di ogni confessione religiosa. Completano il sito una serie di spazi esterni condivisi, come il giardino sopraelevato destinato anche a eventi pubblici, e le zone all'aperto di pertinenza, fra cui i tre singoli cortili in cui è ricorrente la presenza dell'acqua. </p><h2>IL MAXI QUARTIERE CULTURALE E DEI MUSEI DI ABU DHABI</h2> <p>Anche grazie a specifiche scelte compiute dai progettisti sul fronte dei materiali e delle finiture, all'esterno l'Abrahamic Family House si presenta come un complesso dalla chiara armonia visiva. Sono stati utilizzati cemento, pietra calcarea dell'<a href="https://arte.sky.it/foto/oman-muscat-nuova-piazza-porto-studio-acme" target="_blank">Oman</a>, intonaco, oltre a legno e bronzo per i dettagli; la maggior parte dei materiali è di provenienza locale ed è selezionata per rispondere a requisiti di sostenibilità e durata. Protagonista indiscussa nel sito è la luce solare, che contribuisce a disegnare i suggestivi interni di ogni edificio con modalità diverse durante il giorno: una modalità con cui si intende incoraggiare il raccoglimento, la preghiera, l'ascolto. <em>"La nostra speranza è che attraverso questi edifici si celebrino tre distinte religioni e che persone di tutte le fedi e tutta la società possano imparare e impegnarsi in una missione di convivenza pacifica per generazioni a venire</em>", ha auspicato l'architetto ghanese-britannico <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/02/tra-architettura-e-memoria-la-mostra-di-david-adjaye-al-design-museum-di-londra" target="_blank">Sir David Adjaye OM OBE</a>, fondatore di Adjaye Associates. Dopo il completamento del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/12/la-prima-mostra-del-nuovo-louvre-abu-dhabi" target="_blank">Louvre Abu Dhabi</a>, l'Abrahamic Family House rappresenta quindi il nuovo "fiore all'occhiello" del distretto culturale e museale di Abu Dhabi, nel quale sono in fase di costruzione lo Zayed National Museum, progettato da <a href="https://arte.sky.it/news/norman-foster-mostra-parigi-centre-pompidou" target="_blank">Foster and Partners</a>, e il <a href="https://arte.sky.it/news/apertura-guggenheim-abu-dhabi-2025" target="_blank">Guggenheim Abu Dhabi</a>, disegnato da <a href="https://arte.sky.it/foto/architettura-torre-frank-gehry-arles-francia" target="_blank">Frank Gehry</a>.</p>

<p>[Immagine in apertura: The Abrahamic Family House complex, viewed from the north. Credit Adjaye Associates]</p>

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Un nuovo hub culturale alla Reggia di Caserta

Il nuovo allestimento del Museo Schifanoia a Ferrara

Le architetture italiane diventate iconiche grazie al cinema

La rivoluzione della stampa artistica da Andy Warhol a Damien Hirst

<p>La mostra <em>Andy Warhol to Damien Hirst. </em><em>The Revolution in Printmaking, </em>aperta fino al 21 luglio 2023 all’Albertina Modern di Vienna, mette in evidenza tutta la vitalità della stampa artistica dagli anni Sessanta del secolo scorso in poi, nel solco di una rassegna espositiva in tre capitoli che intende far luce su una tecnica antica ma ancora capace di stupire il pubblico. La straordinaria collezione d'arte grafica dell'Albertina, tra le più estese d'Europa, riflette tutta la varietà della produzione recente. Non mancano ad esempio grandi nomi dell'arte pop e del minimalismo come <a href="https://arte.sky.it/news/robert-rauschenberg-catalogo-ragionato" target="_blank">Robert Rauschenberg</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/roy-lichtenstein-studio-casa-studenti" target="_blank">Roy Lichtenstein </a>o <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-3-ottobre-artisti-luoghi-ispirazione" target="_blank">Donald Judd</a>, ma anche personalità del calibro di Georg Baselitz, Jörg Immendorf e <a href="https://arte.sky.it/news/libro-interviste-anselm-kiefer" target="_blank">Anselm Kiefer</a>. Sono inoltre presenti opere di artisti più recenti come Christiane Baumgartner e Michaela Konrad.</p>
<p><h2>LA STAMPA ARTISTICA IERI E OGGI</h2> <p>Tra gli estremi cronologici dell'esposizione viennese, indicati da <a href="https://arte.sky.it/news/andy-warhol-mostra-alula-arabia-saudita" target="_blank">Andy Warhol </a>e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-londra-damien-hirst-nft" target="_blank">Damien Hirst</a>, è possibile osservare un'incredibile varietà di approcci: si va dalle tecniche tradizionali come la xilografia fino alla sperimentazione con linguaggi innovativi che estendono il significato di “stampa”. Quali sono le caratteristiche principali della rivoluzione che ha avuto luogo sin dagli anni Sessanta nelle stampe d'arte? Secondo i curatori Klaus Albrecht Schröder e Constanze Malissa sono almeno tre: il primo elemento è il principio della serialità dell'opera d'arte, di cui troviamo in mostra un esempio perfetto: il <em>Mao-Tse-Tung </em>del 1972 di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-taschen-andy-warhol-friends" target="_blank">Andy Warhol</a>, che venne riprodotto in innumerevoli serigrafie dall'artista di Pittsburgh. Il genio della Pop Art utilizzò l'espediente della riproduzione seriale anche per altri capolavori, come nel caso di <em>Electric Chair </em>del 1971, anch'esso presente in mostra. </p>
<p><h2>LA MOSTRA ALL’ALBERTINA MODERN DI VIENNA</h2> <p>Il secondo fattore di novità è dato dalla dimensione inedita che assume la stampa in tempi recenti: in mostra troviamo opere di proporzioni considerevoli, come <em>Soviet / American Array IV </em>di Robert Rauschenberg, realizzata tra il 1988 e il 1990, oppure l'enorme <em>Ways of Worldly Wisdom: The Battle of Hermann </em>di <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/anselm-kiefer-venezia-palazzo-ducale" target="_blank">Anselm Kiefer</a> del 1993, realizzata con la tecnica della xilografia. Da ultimo, l’uso della serigrafia, una tecnica antica che consente la produzione di opere in serie e che, negli ultimi decenni, è stata utilizzata dagli artisti come strumento per indagare la realtà e restituirla attraverso il linguaggio creativo.</p> <p>[Immagine in apertura: Andy Warhol, <em>Electric Chair</em>, 1971. Screen Print, 90 x 122 cm. The ALBERTINA Museum, Vienna. Donation: der Gesellschaft der Freunde der bildenden Künste © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by Bildrecht, Vienna 2023]</p>

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