Bellini e Giorgione "insieme" per la prima volta dopo 400 anni a New York

Due capolavori del Rinascimento veneziano si incontrano per la prima volta dopo oltre 400 anni, e si danno appuntamento presso la <a href="https://arte.sky.it/news/ritratto-moroni-frick-collection-new-york" target="_blank">Frick Collection </a>di New York: sono i Tre Filosofi di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/06/mostra-giorgione-venezia-roma" target="_blank">Giorgione</a> e il San Francesco nel Deserto di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-4-novembre-giovanni-bellini-pittura" target="_blank">Giovanni Bellini</a>. Nel 1525 due quadri dal soggetto analogo risultano trovarsi, insieme ad altre opere, nella collezione del mercante Taddeo Contarini. Esposti per decenni nella casa lagunare del nobile, i due dipinti vengono separati nel 1589, passando di proprietà in proprietà finché, nel 1915, il magnate dell'acciaio Henry Clay Frick acquista il San Francesco di Bellini, lasciandolo poi in eredità al museo che porta il suo nome. <h2>GIOVANNI BELLINI E GIORGIONE “RIUNITI” A NEW YORK</h2> Sono quindi i Tre Filosofi del celebre colorista veneziano a volare a New York da Vienna, grazie al prestito del <a href="https://arte.sky.it/news/kunsthistorisches-museum-vienna-programmi-tv-3-marzo" target="_blank">Kunsthistorisches Museum</a>. Esposti uno di fianco all’altro nell'edificio in stile brutalista disegnato da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/02/le-architetture-di-marcel-breuer-sotto-la-lente-della-fotografia" target="_blank">Marcel Breuer</a>, i due capolavori dialogheranno fino al 4 febbraio 2024. “Questi due complessi dipinti rinascimentali hanno suscitato una quantità enorme di commenti nel corso degli anni, e siamo lieti di presentare la coppia insieme”, ha dichiarato il direttore Ian Wardropper.<h2>LA COLLEZIONE DI TADDEO CONTARINI</h2> Molte pagine sono state scritte nel tentativo di risalire alla storia che lega i due dipinti: nella versione più accreditata, gli studiosi suggeriscono che Giorgione concepì i Tre Filosofi (molto probabilmente commissionati dallo stesso Contarini) proprio osservando il San Francesco di Bellini, come un’opera quasi complementare. Xavier F. Salomon, vicedirettore della Frick Collection, spiega che "Nonostante l'attenzione profusa sui dipinti della sua collezione, Taddeo Contarini rimane una figura sfuggente, che possiamo comprendere solo attraverso qualche barlume di informazione su di lui. La riunione di questi due dipinti riporta in vita una parte importante della collezione di Contarini". [Immagine in apertura: Giovanni Bellini (ca. 1424/35–1516), St. Francis in the Desert, ca. 1475–80. Oil on panel, The Frick Collection, New York Photo: Michael Bodycomb]

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Mina inimitabile icona della musica in un nuovo saggio

<a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-29-dicembre-mina" target="_blank">Mina</a> è una delle voci più iconiche e rappresentative della grande musica italiana. Raggiunto l’apice della sua carriera, nel 1978 la cantante decide di ritirarsi dalle scene, entrando definitivamente nel mito. La sua è una scelta controcorrente e coraggiosa, che forse oggi risulterebbe quasi impossibile da praticare, data la rincorsa alla “visibilità” che spesso caratterizza la contemporaneità. Esce in libreria un libro dedicato alla voce, alla vita e al mito della cantante: Mina. Viva Lei – il cui titolo è tratto da un celebre brano del 1970 – è a cura del giornalista Tony di Corcia ed edito da<a href="https://arte.sky.it/news/libro-gianni-rodari-giovanna-ceccatelli" target="_blank"> Edizioni Clichy</a> (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina). <h2>IL NUOVO LIBRO DEDICATO A MINA</h2> Il volume racconta la vicenda biografica e la carriera di Mina: non solo in campo musicale, ma anche nella televisione, nella radio e soprattutto nella moda e nella cultura popolare italiana, ambiti in cui la sua presenza, ma anche la sua assenza, hanno lasciato un’impronta indelebile. La pubblicazione si apre con una lunga conversazione tra Tony di Corcia e la scrittrice Barbara Alberti, che ricorda Mina in prima persona. Segue una cronologia biografica, e infine un corredo fotografico d’eccezione: gli scatti di Gian Paolo Barbieri, alcuni dei quali inediti, realizzati nel 1969 per un servizio su Vogue Italia.<h2>IL MITO SENZA TEMPO DI MINA</h2> “Mina è lo scandalo, sempre e comunque, nel significato originario di inciampo. Inciampo alla morale comune. Non abuso della parola ‘rivoluzionario’: lei rivoluzionaria lo è stata fin dall’inizio”, racconta Barbara Alberti. “Un altro suo dono straordinario è la simpatia: la guardi e sei suo. Sono felice che esista, e del successo che ha avuto ritirandosi. E del fatto che non se ne sia mai pentita. Ha scelto la sua vita da edonista del quotidiano, e l’ha portata avanti fino in fondo, mantenendo gli affetti domestici”.

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