Il concorso che mette in dialogo cinema e ambiente

L'importanza della conservazione del delicato <a href="https://arte.sky.it/news/world-weather-network-cambiamento-climatico" target="_blank">equilibrio ambientale</a> e della biodiversità del nostro fragile pianeta sono tematiche così importanti che hanno ormai conquistato anche il cinema: sempre più numerosi sono i film, i documentari o i cortometraggi a tema green. CinemAmbiente ‒ Environmental Film Festival si ispira proprio al rapporto tra cinema e salvaguardia dell'ambiente. La rassegna avrà luogo a Torino dal 5 all'11 giugno prossimi e sarà organizzata dal <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-francesco-rosi-mole-antonelliana-torino" target="_blank">Museo Nazionale del Cinema </a>con la Fondazione Maria Adriana Prolo. Il festival nacque nell'ormai lontano 1998 e da allora, come una rigogliosa pianta, è cresciuto in maniera organica, contribuendo a far germinare una rinnovata sensibilità ambientale. L'iniziativa CinemAmbiente ha anche dato vita al Green Film Network, l'associazione dei principali festival cinematografici ambientali a livello mondiale: la rete contribuisce alla missione più importante del festival torinese, quella di contribuire a dare visibilità alle tematiche ecologiche nell’ambito della settima arte.
<h2>DOCUMENTARI, CORTOMETRAGGI E MOLTO ALTRO A CINEMAMBIENTE</h2> Oltre alla proiezione delle pellicole selezionate, la rassegna sarà animata anche da un ricco programma di eventi, dibattiti, incontri con gli autori, presentazioni di libri, nonché spettacoli teatrali e concerti, tutti rigorosamente a <a href="https://arte.sky.it/foto/poster-illustrazione-ambiente" target="_blank">tematica ambientale</a>. Diverse giurie composte da riconosciuti esponenti del mondo del cinema, della cultura o dell'attivismo ecologico indicati dalla direzione del festival assegneranno i premi alle migliori realizzazioni cinematografiche. Tra i riconoscimenti, quello per il miglior documentario consiste in un premio di 5000 euro, mentre per i cortometraggi il montepremi è di 2000 euro. Per un'altra categoria, Earth to the Earth (pensata per riflettere sul tema del suolo e dell'inquinamento), il riconoscimento sarà di 3000 euro, mentre le categorie Environment and Society e Common Home non prevedono ricompense economiche. Il premio Star of Mole Antonelliana costituirà una sorta di riconoscimento alla carriera per un artista che si sia dimostrato particolarmente attento a declinare nel linguaggio cinematografico l'importanza dell'ecologia. Il premio Green Ciak sarà invece attribuito all'attore o all'attrice che avrà dimostrato un maggiore impegno sul fronte delle tematiche ambientali. Spazio anche all'assegnazione del premio letterario La Ghianda di CinemAmbiente.
<h2>COME PARTECIPARE AL CONCORSO</h2> La registrazione per partecipare al festival va effettuata <a href="https://filmfreeway.com/Cinemambiente">online</a> entro il 31 marzo 2023: sarà possibile candidare film ispirati alle tematiche ambientali realizzati dopo il 1° gennaio 2021. Gli autori selezionati per prendere parte alla rassegna saranno avvisati entro il 16 maggio. È necessario che i film in competizione non siano stati precedentemente proiettati in Italia. I film stranieri saranno proiettati in lingua originale con i sottotitoli in italiano. [Immagine in apertura: Foto di Jan Huber su Unsplash]

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A Ferrara il nuovo spazio che omaggia il regista Antonioni

La vita turbolenta del pittore Pellizza da Volpedo

L'architettura di Lina Bo Bardi in versione contemporanea

Si rinnova negli Stati Uniti l'omaggio, in forma di monumentale installazione video riprodotta su nove schermi, dell'artista e regista inglese Isaac Julien all'architetta italo-brasiliana <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/03/lina-bo-bardi-mostra-architettura-citta-messico" target="_blank">Lino Bo Bardi</a>. Dopo la precedente tappa al MAXXI di Roma, l'opera <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/10/maxxi-roma-architettura-lina-bo-bardi-mostra-isaac-julien" target="_blank">Lina Bo Bardi – A Marvellous Entanglement</a> (accompagnata da una serie fotografica) è oggi protagonista al <a href="https://arte.sky.it/news/finale-super-bowl-musei-philadelphia-nelson-atkins" target="_blank">Philadelphia Museum of Art</a>, dove resterà esposta fino al 29 maggio prossimo. <h2>LINA BO BARDI E ISAAC JULIEN IN MOSTRA NEGLI STATI UNITI</h2> Prodotto nel 2019, questo intenso lavoro è stato realizzato in diverse località del Brasile; affronta il complesso tema della diaspora afro-brasiliana attraverso l'eredità dell'architetta <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/lina-bo-bardi-leone-oro-speciale-memoria-biennale-architettura-venezia" target="_blank">Bo Bardi</a>. Edifici simbolo della sua produzione, infatti, accolgono le letture delle due acclamate attrici brasiliane Fernanda Montenegro e Fernanda Torres: si tratta di madre e figlia, che sono state chiamate a vestire i panni della designer, in età matura e da giovane, portando in scena brani tratti dai suoi scritti. Ad accompagnarle è la colonna sonora della compositrice tedesco-spagnola Maria de Alvear. Di celebri strutture come il Museo d'arte di San Paolo o il SESC Pompéia, per citare alcuni dei siti scelti per l'opera, le riprese di Julien rivelano le singole innovazioni architettoniche, suggerendo allo spettatore che le istituzioni culturali sono luoghi in grado di custodire storie del nostro tempo e di porsi come soggetti attivi nella costruzione del contemporaneo. Affrontando questioni come la migrazione o il coinvolgimento del Brasile nella tratta transatlantica degli schiavi, l'artista si sofferma sulla comune percezione della storia. Parallelamente, incoraggia a ricordare <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/08/lina-bo-bardi-fumetto-architettura" target="_blank">Bo Bardi</a> non solo come rivoluzionaria progettista, ma anche come donna che non ha mai esitato a interrogarsi sulla complessità del Paese sudamericano.<h2>L'ARCHITETTURA DI BO BARDI NEL MUSEO DI FRANK GEHRY </h2> <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/10/maxxi-roma-architettura-lina-bo-bardi-mostra-isaac-julien" target="_blank">Lina Bo Bardi – A Marvellous Entanglement</a> è il risultato di sei anni di ricerche e riprese in Brasile. Risale tuttavia al 1996 il primo "incontro" fra Isaac Julien e l'architettura della progettista originaria di Roma, artefice di alcune delle più importanti istituzioni artistiche e culturali dello stato brasiliano. Edifici in cui ha scelto di porre enfasi sulle peculiarità del contesto locale e sulla cura delle relazioni sociali, che l'hanno resa una delle voci più influenti della corrente modernista del dopoguerra e un punto di riferimento nella pratica architettonica a livello internazionale. Per riproporre l'installazione al Philadelphia Museum of Art è stato necessario un intenso lavoro con l'artista e il suo team: in questa occasione, nella sede museale statunitense – riaperta nel maggio 2021 dopo un <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/architettura-frank-gehry-museo-philadelphia-museum-art" target="_blank">intervento di ristrutturazione e ampliamento</a> affidato all'architetto <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/03/architettura-torre-frank-gehry-arles-francia">Frank Gehry</a> – si compie anche una sorta di tête-à-tête tra due grandi nomi dell'architettura del Novecento. "Le installazioni di Isaac Julien sono esperienze coreografiche e caleidoscopiche che conferiscono alle immagini in movimento una dimensione scultorea immersiva. Sia narrative che non lineari, le opere di Julien non documentano semplicemente i loro soggetti, ma trasportano gli spettatori in altri mondi e nuovi modi di vedere. L'ubicazione di 'Lina Bo Bardi - A Marvelous Entanglement' al centro dell'edificio principale del museo invita chiunque entri nel museo in questo viaggio rivelatore", ha commentato Erica Battle, Interim Head of the Department of Contemporary Art. [Immagine in apertura: Tecnologia pré-histórica / Prehistoric Technology (Lina Bo Bardi - A Marvellous Entanglement series), 2019. Image courtesy Isaac Julien, Victoria Miro, London; and Jessica Silverman, San Francisco. © Isaac Julien 2019]

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