Il concorso per ritrarre l'opera in vetro esposta al Jardin du Palais-Royal di Parigi

Al via il concorso che invita a fotografare la monumentale installazione <a href="https://arte.sky.it/news/installazione-vetro-parigi-reflexions" target="_blank">Réflexions</a>, firmata dal maestro del vetro Emmanuel Barrois. Inaugurata lo scorso 15 settembre, l’opera è esposta nel verde del Jardin du Palais-Royal di Parigi fino al 15 novembre; per partecipare al contest, invece, c’è tempo fino al 24 ottobre. <h2>PRONTA A PARIGI L'INSTALLAZIONE "RÉFLEXIONS"</h2> Réflexions è un soggetto fotografico piuttosto inusuale: si tratta infatti di una struttura alta ben 15 metri, costituita da un reticolato in vetro. Per la sua realizzazione sono state necessarie grande sapienza artigiana, profonda conoscenza delle tecnologie industriali, massima precisione. Oltre alla sua mole, a colpire l'attenzione sono i riflessi generati dalle sue singole parti, gli stessi ai quali deve la denominazione. Come prismi, gli elementi in vetro che formano l'opera danno vita a giochi di luce cangianti e iridati, che variano a seconda del momento del giorno. Alla base dell'ambizioso intervento artistico si colloca la volontà di stimolare un dibattito collettivo sul rapporto tra materialità e immaterialità, tra trasparenza e opacità, nel contesto dello spazio pubblico e urbano. Un obiettivo condiviso anche dal contest.<h2>COME PARTECIPARE AL CONCORSO FOTOGRAFICO</h2> Indetto dall'Atelier Barrois e dal Municipio di Parigi, il concorso si svolge via Instagram. Per partecipare, basta caricare uno scatto legato all'installazione sul social network (avendo cura di conservare l’originale ad alta definizione), taggando il <a href="https://www.instagram.com/reflexions.paris/" target="_blank">profilo ufficiale di </a><a href="https://www.instagram.com/reflexions.paris/" target="_blank">Réflexions</a> e usando l'hashtag #ReflexionsContest. I finalisti saranno annunciati il prossimo 6 novembre, nel corso di un convegno: le dieci foto vincitrici, scelte da Emmanuel Barrois, saranno stampate su plexiglass ed esposte nel peristilio del Municipio di Parigi fino al 15 novembre. Infine, ognuno dei vincitori otterrà in regalo un prisma originale inciso, proveniente proprio da Réflexions. [Immagine in apertura: Réflexions, Atelier Barrois. Crédit photo Sergio Grazia]

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A Torino duemila anni di scambi tra Asia ed Europa

L'eterno rapporto di scambio tra Asia e continente europeo diventa protagonista di un nuovo allestimento negli spazi del <a href="https://arte.sky.it/news/mao-torino-metalli-islam" target="_blank">MAO – Museo d'Arte Orientale</a> di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-van-gogh-torino-stupinigi" target="_blank">Torino</a>. Intitolata Trad u/i zioni d'Eurasia, la mostra indaga il legame di connessione tra i due mondi che, seppure geograficamente distanti, da sempre si “parlano”. Visitabile dal prossimo 5 ottobre fino al 1° settembre 2024, l'esposizione esplora i concetti di traduzione, trasposizione e interpretazione culturale, ospitando una serie di oggetti d'arte provenienti dall'Asia occidentale, centrale e orientale: opere che illustrano il costante dialogo e i fenomeni di circolazione materiale e immateriale tra i due continenti nel corso di duemila anni di storia.<h2>IL LEGAME TRA ASIA ED EUROPA A TORINO</h2> Concepito come terzo progetto del ciclo espositivo Frontiere liquide e mondi in connessione, l'itinerario torinese accoglie una serie di tessuti, ceramiche, miniature, metalli e pigmenti colorati: creazioni provenienti da importanti collezioni e istituzioni italiane, da <a href="https://arte.sky.it/news/torino-restauro-facciata-palazzo-madama" target="_blank">Palazzo Madama</a> di Torino alla Fondazione Bruschettini per l'Arte Islamica e Asiatica, fino al <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/11/mostra-cina-iran-museo-ceramiche-faenza" target="_blank">Museo delle Ceramiche di Faenza</a>. Tra i manufatti esposti spiccano splendide sete provenienti dall'antica regione della Sogdiana, snodo di diverse vie carovaniere, caramiche bianche e blu realizzate tra il Golfo Persico e la <a href="https://arte.sky.it/news/zaha-hadid-architects-ponte-cina-chengdu" target="_blank">Cina</a>, e una selezione di raffinati “panni tartarici”, stoffe dorate in seta prodotte tra Iran e Cina durante la dominazione mongola nel XIII secolo. Ad arricchire l'affascinante viaggio tra i due mondi saranno anche i "tiraz", tessuti con iscrizioni ricamate, e persino una serie di bruciaprofumi zoomorfi, uno degli elementi distintivi delle società islamiche medievali. Non mancheranno infine i contributi di alcuni artisti contemporanei: dall'installazione site specific dell'artista franco-marocchina Yto Barrada dedicata al colore e alla materialità dei capolavori esposti, all'opera MOSADEGH dell'artista iraniana Shadi Harouni, fino all'installazione immersiva Shimmering Mirage (Black) di Anila Quayyum Agha.<h2>IL DIALOGO TRA I DUE MONDI IN SCENA AL MAO</h2> Curata da Nicoletta Fazio, Veronica Prestini, Elisabetta Raffo e Laura Vigo, l'esposizione indaga la migrazione di idee, tecniche e simboli tra <a href="https://arte.sky.it/news/portale-online-arte-india-asia-meridionale" target="_blank">Asia </a>e <a href="https://arte.sky.it/news/maxxi-messina-museo-cultura-mediterraneo" target="_blank">Mediterraneo</a>, mettendone in luce anche le contaminazioni culturali. I manufatti esposti, oltre a creare nuove narrazioni della cultura visiva e materiali, riaffermano il ruolo centrale giocato dall'Asia nella trasmissione di idee su scala globale, e sottolineano ancora l'importanza del mar Mediterraneo come area di scambio e “frontiera liquida” in cui i due continenti inevitabilmente si incontrano. [Immagine in apertura: Shimmering Mirage, Weight of Black: Jule Collins Smith Museum of Fine Art, Auburn, AL, 2021. Acciaio laccato e bulbo alogeno / Lacquered steel and halogen bulb, 48" x 48" x 48" 2019. Photo by Mike Cortez]

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