Il concorso per progettare un museo delle emozioni

<p>Un'unica tavola in formato A2 con schizzi, rendering, piante, sezioni, prospetti, schemi e ogni altra rappresentazione considerata utile: è quanto dovranno presentare, per spiegare la loro proposta, i partecipanti al concorso di idee <em>Museum of Emotions / Edition #3</em>. Lanciata dalla <a href="https://arte.sky.it/news/concorso-casa-luce-artificiale" target="_blank">piattaforma Buildner</a>, sul cui sito ufficiale è consultabile il <a href="https://architecturecompetitions.com/museumofemotions3/" target="_blank">bando</a> con tutti i dettagli, la competizione resterà aperta fino al 21 luglio 2023, data ultima per la registrazione. I progetti potranno essere quindi inviati entro il 31 agosto 2023.</p><h2>IL CONCORSO PER IL MUSEO DELLE EMOZIONI</h2> <p>Il tema proposto offre l'opportunità di riflettere su una questione forse ritenuta secondaria, ma in realtà centrale nell'esperienza quotidiana di ogni individuo: la relazione fra architettura ed emozioni. Le modalità con cui vengono progettati gli edifici influiscono sulle sensazioni individuali, finendo così per incidere anche sul nostro benessere. Accedendo a strutture diverse, ciascuno avverte uno stato d'animo e, specie nei casi di permanenza prolungata, sviluppa la propria percezione di un determinato luogo. Attraverso gli strumenti propri del lessico architettonico, i progettisti possono contribuire a suscitare serenità, calma, curiosità o emozioni di altro registro. Gli ambienti dedicati al lavoro, ad esempio, vengono concepiti con modalità diverse da quelle adottate nel disegno degli spazi museali e non solo per rispondere alla distinta gamma di funzioni previste. Queste le premesse alla base del concorso<em> Museum of Emotions</em>, che incoraggia i partecipanti a considerare l'architettura come lo strumento per far emergere stati emotivi differenti. Anzi, agli antipodi.</p><h2>CAPIRE LA RELAZIONE FRA ARCHITETTURA ED EMOZIONI </h2> <p>Prendendo in considerazione parametri come la dimensione degli spazi, la composizione dei volumi, il colore, l'illuminazione, la scelta dei materiali, i candidati sono chiamati a progettare un museo che, oltre alla reception, dovrà essere dotato di due sale espositive separate: la prima dedicata alle emozioni positive; la seconda a quelle negative. Trattandosi di un concorso di idee, ognuno è libero di rispondere al tema scegliendo in autonomia il sito in cui collocare il proprio Museum of Emotions, che potrà essere reale o immaginario; anche per la dimensione della struttura non sono previsti vincoli. Come già sinteticamente indicato, le proposte elaborate (singolarmente o in team di massimo quattro persone) dovranno essere comunicate esclusivamente attraverso l'uso di elementi visivi: nessun testo, inclusa la spiegazione del concept, è ammesso. In palio premi per un totale di 7mila euro, che sarà diviso fra i primi tre classificati e fra due premi speciali, uno riservato agli studenti, un altro legato al tema della sostenibilità. Sei, infine, le menzioni d'onore previste. I risultati saranno resi noti il 9 ottobre 2023.</p> <p>[Immagine in apertura: Foto di Scott Graham su Unsplash] </p>

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In Germania 150 fotografie raccontano il genio di Max Ernst

<p><a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/10/mostra-max-ernst-moma-new-york" target="_blank">Max Ernst</a>, protagonista recentemente anche di una <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-max-ernst-palazzo-reale-milano" target="_blank">grande mostra al Palazzo Reale di Milano</a>, sembra essere oggi un artista più amato che mai. Nella città di Brühl, in Renania, presso la casa dove l'artista nacque nel 1891, fu creato nel 2005 un museo a lui dedicato: è qui che è stata allestita l'esposizione <em>Image. Max Ernst in Photographs</em>, visitabile fino al prossimo 23 aprile.  </p>
<p><h2>MAX ERNST VISTO DAI GRANDI FOTOGRAFI</h2> <p>La mostra presenta al pubblico circa 150 scatti che ci portano per mano alla scoperta del mondo quotidiano del pittore e scultore tedesco. Per farlo sono stati utilizzati in gran parte i cospicui fondi fotografici dello stesso Max Ernst Museum, arricchiti da una donazione della quarta moglie di Ernst: l'artista <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/03/mostra-dorothea-tanning-tate-modern-londra" target="_blank">Dorothea Tanning</a>. Tra le opere in mostra troviamo scatti di grandi fotografi come <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/04/berenice-abbott-la-fotografa-di-new-york" target="_blank">Berenice Abbott</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/04/fotografia-henri-cartier-bresson-libro" target="_blank">Henri Cartier-Bresson</a>, Yousuf Karsh, Robert Lebeck, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-lee-miller-florida-surrealismo" target="_blank">Lee Miller</a>, Arnold Newman, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/06/mostra-fotografia-irving-penn-stoccolma" target="_blank">Irving Penn</a>, <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/01/mostra-picasso-edward-quinn-fotografia-firenze" target="_blank">Edward Quinn</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/man-ray-picasso-programmi-tv-7-agosto" target="_blank">Man Ray</a>, tra gli altri.  </p> <p>L'esposizione offre un punto di vista diverso su Max Ernst: più che l'artista, infatti, dalle foto emerge la sua personalità. L'esistenza di Ernst fu segnata dalle due guerre mondiali, da numerosi cambi di residenza e da matrimoni travagliati, non ultimo quello con la straordinaria ereditiera e collezionista <a href="https://arte.sky.it/news/peggy-guggenheim-compleanno-concerto-venezia" target="_blank">Peggy Guggenheim</a>, tra il 1941 e il 1943. Ernst fu un artista cosmopolita che riuscì sempre a reinventarsi dovunque fosse stato portato dal destino. Dalla Germania natia si trasferì infatti dapprima a Parigi, poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, fuggì negli Stati Uniti e lì risiedette fino al 1953, prima di tornare in Europa.    </p>
<p><h2>LA CASA-MUSEO DI MAX ERNST</h2> <p>Del periodo americano sono presenti in mostra alcune foto molto interessanti che lo ritraggono in momenti di svago e relax, come quella realizzata davanti alla sua scultura <em>Capricorn</em> in compagnia della moglie Dorothea Tanning nel 1948 in Arizona. Un altro scatto, sempre realizzato in Arizona, risale a due anni prima e porta la firma dalla grande Lee Miller.</p> <p>Assieme a <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-pablo-picasso-san-francisco" target="_blank">Pablo Picasso</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/libro-taschen-andy-warhol-friends" target="_blank">Andy Warhol</a>, Max Ernst è stato forse uno tra gli artisti più fotografati del XX secolo.  Il Max Erst Museum di Brühl è un luogo privilegiato per entrare nella sua mente geniale e nella sua fantasia sconfinata: qui possiamo infatti contemplare il modo in cui l'artista vedeva il mondo attraverso le sue opere. Grazie all'esposizione fotografica, ora possiamo anche scoprire come gli altri vedevano Max Ernst.  </p>
<p>[Immagine in apertura: Alexander Liberman, <em>Max Ernst</em>, 1959, Photography, Max Ernst Museum Brühl des LVR, Max Ernst Foundation, © The J. Paul Getty Trust]</p>

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