L'attesa è ormai finita per gli appassionati di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-goya-grosz-parma" target="_blank">Francisco José de Goya y Lucientes</a>: il 6, 7 e 8 marzo le sale cinematografiche accoglieranno, nell'ambito della rassegna La Grande Arte al Cinema promossa da Nexo Digital, il <a href="https://arte.sky.it/news/goya-perugino-borromini-bernini-cinema" target="_blank">docufilm </a>L'ombra di Goya, diretto da José Luis López-Linares, regista del film campione d’incassi Bosch. Il giardino dei sogni, e scritto da Jean-Claude Carrière e Cristina Otero Roth. Artista dal talento impareggiabile, Goya seppe distinguersi, a cavallo fra Settecento e Ottocento, come ritrattista e acclamato pittore della corte spagnola, ma anche come dissacrante interprete dei vizi e delle ossessioni dell'essere umano. <h2>GOYA AL CINEMA</h2> Passato alla storia grazie a capolavori come la Maja vestida (nell'immagine in apertura) e la Maja desnuda, Saturno che divora i suoi figli e la serie dei Capricci, nella quale ha dato spazio a temi come la follia e l'inconscio, Goya si è interrogato sull'esistenza umana senza porre limiti alla propria creatività, restituendo un universo popolato di incubi e di inquietudini che hanno segnato la sua stessa esistenza. Sono memorabili, in tal senso, le "pinturas negras" della <a href="https://arte.sky.it/news/installazione-prado-parreno-goya-madrid" target="_blank">Quinta del Sordo</a>, la casa nelle vicinanze di Madrid in cui scelse di isolarsi una volta colpito da una tragica sordità. A ripercorrere la vicenda di Goya e a mettere in luce le sue doti creative sono dodici specialisti di svariate discipline, invitati dal regista della pellicola a interrogarsi sulla poetica del pittore. Tra le personalità coinvolte spiccano quelle dell'artista <a href="https://arte.sky.it/news/libro-pittura-julian-schnabel" target="_blank">Julian Schnabel</a> e di Jean-Claude Carrière, scomparso nel 2021, storico amico e collaboratore di <a href="https://arte.sky.it/news/film-fumetto-salvador-dali-luis-bunuel" target="_blank">Luis Buñuel</a>, che López-Linares ha avuto la fortuna di filmare un anno prima della morte. Grazie alle preziose testimonianze degli intervistati e a un approccio trasversale, non ancorato alla cronologia, il docufilm spazia fra le opere di Goya, collegandole alla sua biografia e all'epoca storica in cui furono realizzate.<h2>LE PAROLE DEL REGISTA</h2> Come ha spiegato il regista José Luis López-Linares: “Abbiamo passeggiato nei luoghi in cui Goya ha vissuto e dipinto. Jean-Claude Carrière ha condiviso i suoi pensieri su ciò che questi spazi, queste opere e l'atmosfera che regnava in questi luoghi gli ispiravano via via. La sua conoscenza della materia era enciclopedica e le sue riflessioni vivaci (…). Come regista, mi comporto come un archeologo sensibile, un passante che propone idee, emozioni nascoste dietro ogni scoperta. Mi piace pensare che faccio film anche per i morti, per i miei genitori e i miei amici, per Chesterton e Miguel de Cervantes, per il mio bisnonno Alfredo che ha combattuto ed è morto a Cienfuegos, per Goya naturalmente e per Jean-Claude Carrière. Spero che da dove si trova ora, questo film possa piacergli. Volevo che lo spettatore percepisse il più fedelmente possibile ciò che la sordità di Goya ha cambiato nella sua vita e nella sua arte (…). Il nostro approccio è stato quello di cercare di scavare un buco nelle Pitture nere di Goya per vedere cosa c'era dietro”.

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L'arte di Goya sbarca al cinema | Sky Arte

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Domenica 5 marzo ricorre l’ottantesimo anniversario della nascita di Lucio Battisti, indimenticato cantautore scomparso nel 1998. Per ricordare il suo incredibile talento Sky Arte manderà in onda due episodi di 33 Giri Italian Masters che approfondiranno la storia dei suoi brani.
Nell’episodio dedicato al disco Il mio canto libero, pubblicato nel 1973, il batterista Gianni Dall’Aglio monterà davanti alle telecamere proprio quella batteria che utilizzò per registrare le ritmiche delle canzoni dell’album, narrando gli aneddoti legati alle sessioni di registrazione cominciate nel 1972 o al suo rapporto con Battisti. Il chitarrista Massimo Luca introdurrà alcuni brani con la sua chitarra acustica e qualche interpretazione e spiegazione dei testi di “Giulio” Mogol, mentre Morgan, oltre a ricordare quanto David Bowie apprezzasse Battisti “as a guitar player”, si esibirà in una versione esclusiva di Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi. Al mixer Maurizio Biancani sarà affiancato da Mario Lavezzi e insieme entreranno nelle tracce del disco isolando l’ascolto di parti orchestrali, ritmiche di chitarra a dodici corde o elementi percussivi, mostrando alcuni degli ingredienti sonori che compongono la ricetta finale degli arrangiamenti che resero celebre il disco. Il giornalista Ernesto Assante presenterà il contenuto delle canzoni analizzate e l’effetto che queste hanno oggi come allora. Anche il compositore pianista Vince Tempera, che suonò nella canzone Luci-ah, prenderà parte al racconto. Oltre a suonare live la sua parte di piano di quel brano, reinterpreterà in una versione esclusiva la title track dell’album insieme a Mario Lavezzi alla voce e chitarra acustica.
Chi non ricorda le incredibili atmosfere che la leggendaria coppia artistica formata da Mogol e Lucio Battisti era in grado di evocare attraverso la musica? Il successivo episodio di 33 Giri Italian Masters ci farà immergere in quelle indimenticabili sonorità grazie all'ascolto del multitraccia originale dell'album Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso eccetera, pubblicato nel 1976 dopo un viaggio dei due negli Stati Uniti. In compagnia di addetti ai lavori ed esperti riscopriremo brani come Il veliero, Respirando e Ancora tu, quest'ultima intonata in versione acustica da Brunori Sas, grande fan di Battisti.

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