Il cinema incontra l’arte contemporanea a Firenze

Tutto pronto per la 16esima edizione de <a href="https://arte.sky.it/news/firenze-festival-schermo-arte" target="_blank">Lo Schermo dell’Arte</a>, la rassegna dedicata al cinema e all’arte contemporanea che si svolge a Firenze con la direzione di Silvia Lucchesi. La kermesse si inserisce nel programma cittadino denominato 50 Giorni di Cinema Internazionale e prevede un ricco cartellone di oltre 30 proiezioni, incluse opere in anteprima mondiale e italiana anche alla presenza dei rispettivi autori.<h2>ARTE CONTEMPORANEA E CINEMA A FIRENZE</h2> Cuore dell'appuntamento, in calendario dal 15 al 19 novembre, è il Cinema La Compagnia, nel centro storico di Firenze. A questa sede principale, se ne aggiungono poi altre “collaterali”, come l’Accademia di Belle Arti, la New York University Florence e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-anish-kapoor-palazzo-strozzi-firenze" target="_blank">Palazzo Strozzi</a>, che mette a disposizione gli spazi dell’Altana e della Strozzina: è proprio nella cornice di quest'ultima che viene presentata l'installazione multicanale La Montagna Magica di Micol Roubini, a cura di Gabi Scardi. La serata inaugurale de Lo Schermo dell’Arte sarà nel segno di Pixelated Revolution, l’incontro con l’artista libanese Rabih Mroué che introdurrà i partecipanti al tema delle immagini della guerra e dei conflitti, mediate dagli schermi e dal web. Seguirà poi il primo atto del focus dedicato alla carriera del regista olandese <a href="https://arte.sky.it/news/bando-residenza-artisti-immagini-movimento" target="_blank">Guido van der Werve</a>, con l’anteprima nazionale del suo primo film autobiografico.<h2>IL PROGRAMMA DE LO SCHERMO DELL'ARTE 2023</h2> ‌Nei giorni successivi, il festival proseguirà con talk, incontri e con la presentazione delle produzioni artistiche inedite di Simon Liu, Gerard Ortín Castellví, Maryam Tafakory e Yuyan Wang sostenute dal VISIO Production Fund. E poi, ancora, spazio ai documentari, con la proiezione di Radical Landscape di Elettra Fiumi, incentrata sull’esperienza di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/10/firenze-celebra-la-stagione-dellarchitettura-radicale" target="_blank">architettura radicale fiorentina</a> di Fabrizio Fiumi e del Gruppo 9999. Il 19 novembre Lo Schermo dell’Arte si concluderà con l’anteprima italiana di Inside di Vasilis Katsoupis, thriller psicologico con Willem Dafoe che si articola attorno a una collezione di opere d’arte contemporanea curata per il film da Leonardo Bigazzi. Il programma completo è consultabile <a href="https://www.schermodellarte.org/" target="_blank">online</a>. [Immagine in apertura: Yuyan Wang, Look on the bright side, 2023. Video still. Courtesy l’artista, Lo schermo dell’arte e FRAC Bretagne]

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A Bergamo inaugura un nuovo hub culturale con una mostra sulla crisi climatica

A Bergamo è nato un nuovo centro per l’arte contemporanea da una ex fabbrica di gres. Si chiama Gres Art 671, ed è frutto di un lungo processo di rigenerazione a opera di De8 Architetti, studio di Bergamo guidato da Mauro Piantelli. Gli spazi industriali – ben 3mila metri quadri – sono stati riconvertiti non solo in un ampio spazio in grado di ospitare mostre, concerti, eventi e laboratori, ma anche in un’area per lo studio e lo smart working (instaurando quindi un dialogo con il lavoro del passato e il lavoro del presente) e una zona per l’incontro, lo svago e il tempo libero. Tutto questo a ingresso gratuito. <h2>IL NUOVO HUB CULTURALE GRES ART 671</h2> A inaugurare il nuovo hub culturale sono tre installazioni immersive (alimentate interamente a energia solare) di <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/05/festival-di-cannes-none-collective-firma-il-padiglione-italiano" target="_blank">NONE Collective</a> incentrate sul cambiamento climatico, che compongono la mostra Solarpunk. Visitabile fino al 7 gennaio 2024, il progetto espositivo pone all’osservatore tre domande: innanzitutto, “cosa succederebbe se, non potendo stare all’aperto, dovessimo fare docce solari per questioni di salute?”. La risposta è riposta in Solarium, un’opera che invita i partecipanti a distendersi su dei cuscini e “prendere il sole” sotto 320 tubi luminosi e colorati. <h2>LA MOSTRA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO DI NONE COLLECTIVE</h2> Con la seconda opera, The bright side of the sun, gli artisti si chiedono: “cosa faremmo se non ci fossero i combustibili fossili e il sole fosse l’unica fonte di energia?”. Ben 625 lampade alogene compongono una struttura cubica fatta di specchi che moltiplicano la luce, emanando il calore del sole. Infine, l’installazione Disastro. Simulatore di deriva risponde alla domanda: “e se i disastri climatici fossero sempre più frequenti?”. E sceglie di dare una risposta positiva, che invita alla speranza: su una pedana vibrante (una sorta di “zattera” che invita all’incontro e alla resilienza), i visitatori si incontrano e condividono una parte di questo viaggio senza senza stelle (“dis-astro”) nella follia del mondo contemporaneo.[Immagine in apertura: NONEcollective, Solarpunk. Foto Michele Nastasi. Opera The bright side of the sun]

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