La fotografia di Eve Arnold approda a Forlì

<p>Leggenda della fotografia del Novecento e, insieme a <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/inge-morath-venezia-palazzo-grimani" target="_blank">Inge Morath</a>, prima donna a far parte dell'agenzia Magnum Photos, <a href="https://arte.sky.it/news/torino-mostra-eve-arnold-camera" target="_blank">Eve Arnold</a> sbarca a Forlì grazie alla nuova esposizione allestita nelle sale del <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/moda-museo-san-domenico-forli" target="_blank">Museo Civico San Domenico</a>. Intitolata <a href="https://arte.sky.it/mostre-eventi/eve-arnold-camera-torino" target="_blank"><em>Eve Arnold. L'opera, 1950-1980</em></a> e visitabile fino al 7 gennaio 2024, la mostra ripercorre la trentennale carriera dell'artista statunitense, presentando una serie di 170 scatti che ritraggono dive e divi di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-hollywood-fotografia-lazio" target="_blank">Hollywood</a>, sfilate di moda e reportage d'inchiesta estremamente attuali anche a distanza di anni.</p><h2>LA MOSTRA DELLA FOTOGRAFA EVE ARNOLD A FORLÌ</h2> <p>Curato da Monica Poggi, il percorso espositivo racconta l'intera produzione di Arnold, illustrando il suo particolare linguaggio, inizialmente caratterizzato dall'uso del bianco e nero e dal successivo passaggio ai colori. Protagonista dei suoi scatti è sempre l'essere umano: tra le sue prime opere, risalenti agli anni Cinquanta, spiccano le immagini dedicate alla comunità afroamericana e in particolare alle modelle delle sfilate di Harlem, immortalate – come mai prima di allora - dietro le quinte. Indimenticabile il reportage sui neonati del Mather Hospital di Port Jefferson: un lavoro che, eseguito dopo la dolorosa morte del figlio, esprime la fragilità e il dolore per quanto accaduto. In seguito all'ingresso nella prestigiosa agenzia <a href="https://arte.sky.it/news/libro-75-anni-magnum-photos" target="_blank">Magnum Photos</a>, nel 1951, ha inizio il dialogo di Arnold con il mondo dello spettacolo, di cui l'artista riesce a cogliere il lato più intimo e autentico: dalle immagini di Marlene Dietrich, ai ritratti di Joan Crawford prima di entrare sul set, fino agli iconici scatti di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-marilyn-monroe" target="_blank">Marilyn Monroe</a>, con cui instaura una profonda amicizia. A partire dal 1969, la fotografa riceve alcuni incarichi internazionali che la portano in <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/08/libro-fotografia-steve-mccurry-afghanistan" target="_blank">Afghanistan</a>, Pakistan, Turkmenistan, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-egitto-basilica-palladiana-vicenza" target="_blank">Egitto</a>, Emirati Arabi Uniti e persino in Cina, dove realizza un documentario dedicato alla situazione del Paese dopo l'insediamento di Deng Xiaoping.</p><h2>LA STORIA DI EVE ARNOLD</h2> <p>Nata nel 1912 a Philadelphia, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-hollywood-fotografia-lazio" target="_blank">Eve Arnold</a> si avvicina alla fotografia nella metà degli anni Quaranta. Dopo essersi trasferita a New York, sposa Arnold Arnold (da cui ha un figlio nel 1948). All'inizio degli anni Cinquanta frequenta un corso alla New School for Social Research e l'anno successivo esce il suo primo servizio sulle modelle di Harlem su <em>Picture Post</em>. Sostenitrice dei movimenti antirazzisti, nel 1951 entra nella Magnum Photos, dove realizza alcuni dei suoi più celebri scatti dedicati ai grandi personaggi del cinema e dello spettacolo. Dopo essersi trasferita a Londra nel 1962, si dedica ai reportage, realizzando incredibili documentari, come quello sulla condizione femminile in Medio Oriente del 1971.</p> <p>[Immagine in apertura: Installation view, <em>Eve Arnold. L'opera, 1950-1980</em>, Museo Civico San Domenico, 2023; Courtesy Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì]</p>

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Addio al maestro della fotografia Oliviero Toscani

Il mondo dei bambini negli scatti di Steve McCurry

Alla scoperta del nuovo festival fotografico di Torino

L'opera di Banksy a Venezia sarà restaurata

<p>Tappa obbligatoria e “chicca” nascosta tra le calli della laguna veneziana, <em>Il Bambino migrante</em> è una delle due sole opere di <a href="https://arte.sky.it/news/banksy-programmi-tv-29-dicembre" target="_blank">Banksy</a> presenti in Italia. Il famoso stencil del <a href="https://arte.sky.it/news/libro-banksy-carol-diehl" target="_blank">misterioso artista di Bristol</a> si trova su una parete nelle vicinanze di Campo San Pantalon, nel Sestiere Dorsoduro a Venezia. Comparso nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019, il murale non solo spinge a riflettere sulla drammatica crisi migratoria e sulla necessità di tutelare i bambini rifugiati, ma fa anche luce sulla <a href="https://arte.sky.it/news/venezia-allarme-unesco" target="_blank">crisi climatica</a> – argomento che, in una città come Venezia, assume una rilevanza specifica in relazione all’aumento del livello del mare.</p><h2>LE CONDIZIONI DEL MURALE DI BANKSY</h2> <p>Esposta alle intemperie, all’umidità, all’acqua e alla salsedine, la testimonianza di<a href="https://arte.sky.it/news/mostra-monza-banksy" target="_blank"> uno dei più grandi street artist</a> della storia si sta rapidamente deteriorando. Dopo oltre quattro anni dalla sua realizzazione, l’opera sarà restaurata e messa in sicurezza: un importante intervento di tutela del patrimonio artistico contemporaneo che sarà reso possibile dal sostegno del sottosegretario Vittorio Sgarbi. Venuto a conoscenza della fragilità del murale, il noto esponente politico ha dichiarato di essersi attivato subito per ottenere la disponibilità di un istituto bancario che coprirà le spese. </p><h2>L’INTERVENTO DI RESTAURO</h2> <p>Un provvedimento indispensabile, quello del sottosegretario, dal momento che la Soprintendenza si trova nell’impossibilità di agire, in quanto l’opera ha meno di sett'antanni e l’autore è vivente. “<em>Non ci interessa se l’opera abbia o no più di settant’anni, né se l’autore sia vivo e neppure se ci dia il consenso al restauro, </em><em>dal momento che, tra l’altro, il murales è stato realizzato ‘illegalmente’. Mi assumo io la responsabilità dell’intervento avendo la delega sull’arte contemporanea, ed è mio compito tutelarla</em>”, ha dichiarato Sgarbi in una <a href="https://www.beniculturali.it/comunicato/25304" target="_blank">nota ufficiale diffusa dal Ministero</a>.</p> <p>[Immagine in apertura: foto di Marialaura Gionfriddo su Unsplash]</p>

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I maestri della street art si danno appuntamento a Parma