La magia del Natale in una serie di speciali francobolli

<p>Il conto alla rovescia per il Natale è giunto agli ultimi rintocchi: anche la <a href="https://www.royalmail.com/" target="_blank">Royal Mail</a> – la più importante azienda postale britannica, fondata nel 1516 a Londra – si prepara a festeggiare con una <a href="http://www.royalmail.com/christmas2023" target="_blank">serie di francobolli</a> da collezione ispirati alla magia delle feste. Sono cinque i piccoli capolavori dell’illustrazione che compongono la speciale collezione natalizia. Ogni immagine è affiancata da una frase estratta da un canto di Natale tradizionale: <em>O Holy Night; O Little Town of Bethlehem; Silent Night; Away in a Manger; </em>e<em> We Three Kings</em>. </p><h2>I FRANCOBOLLI ILLUSTRATI CHE CELEBRANO IL NATALE</h2> <p>L’illustratore Tom Duxbury – specializzato in copertine di libri, tra cui spiccano quelle per <em>Serpentine</em> e <em>The Collectors</em> di Philip Pullman – firma dei meravigliosi disegni che si distinguono per la brillantezza dei colori e per le linee essenziali, risultato della particolare tecnica scelta dall’artista: quella della stampa attraverso blocchi di legno accuratamente incisi. </p> <p>“<em>Affrontare il tema della Natività è stata l'occasione per creare paesaggi notturni ricchi e luminosi</em>”, spiega l’illustratore. “<em>Questi luoghi e quel momento specifico suscitano un sentimento speciale; quello della quiete, della morbidezza e della magia.</em>”</p><h2>I FRANCOBOLLI DA COLLEZIONE DELLA ROYAL MAIL</h2> <p>Sono numerose le serie di francobolli da collezione che negli ultimi anni la Royal Mail ha dedicato alla scena culturale contemporanea, dai grandi protagonisti della musica, al mondo del cinema e dell’arte figurativa. Tra le più iconiche, spicca la raccolta <a href="https://arte.sky.it/foto/francobolli-harry-potter" target="_blank">dedicata alla celeberrima serie di <em>Harry Potter</em></a>; l’edizione che nel 2020 <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/06/queen-francobolli-poste" target="_blank">celebrava i Queen</a> nel 50esimo anniversario della band britannica; seguita nel 2022 da quella realizzata in occasione del 60esimo anno di attività dei <a href="https://arte.sky.it/foto/rolling-stones-francobolli" target="_blank">Rolling Stones</a>. Non manca l’omaggio all’immaginario pop, con la serie dedicata agli <a href="https://arte.sky.it/foto/supereroi-marvel-francobolli" target="_blank">eroi dei fumetti</a> (illustrati da Mike McKone e Lee Garbett) e con quella uscita per i 100 anni dalla nascita del famoso artista <a href="https://arte.sky.it/news/francobolli-mostra-roy-lichtenstein" target="_blank">Roy Lichtenstein</a>. </p> <p>[Immagine in apertura: credit Royal Mail]</p>

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Dai depositi del Museo Correr spunta un'opera di Andrea Mantegna

<p>Dalla <a href="https://arte.sky.it/news/riapertura-ca-rezzonico-venezia-museo-settecento" target="_blank">Fondazione Musei Civici di Venezia</a> arriva la notizia di un’importante scoperta: si tratta del ritrovamento di un piccolo dipinto su tavola, rinvenuto in condizioni non ottimali nei depositi del <a href="https://arte.sky.it/foto/sale-reali-museo-correr-venezia" target="_blank">Museo Correr</a>. L’opera – che raffigura la <em>Madonna col Bambino Gesù, San Giovanni Battista fanciullo e sei sante</em> – è subito stata notata dall’attuale conservatore del museo per la sua straordinaria fattura, indirizzata a ricerche più approfondite e sottoposta a uno scrupoloso intervento di restauro finanziato dalla Fondazione G. E. Ghirardi. Le indagini diagnostiche hanno portato a intravedere nel dipinto la mano esperta di <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-2-dicembre-andrea-mantegna" target="_blank">Andrea Mantegna</a>.</p><h2>IL DIPINTO ATTRIBUITO AD ANDREA MANTEGNA</h2> <p>Il piccolo dipinto sembrerebbe, per soggetto e composizione, il “gemello” di un capolavoro conservato nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston e attribuito al maestro del <a href="https://arte.sky.it/news/rinascimento-africani-programmi-tv-27-novembre" target="_blank">Rinascimento</a>, proveniente dalle celebri collezioni mantovane dei Gonzaga ed eseguito su loro prestigiosa committenza alla fine del Quattrocento. Combaciando perfettamente in alcuni specifici punti, è lecito supporre che i due lavori siano stati realizzati a partire dallo stesso cartone, nel medesimo atelier e a breve distanza di tempo. Quello veneziano, però, resta incompiuto, abbandonato per qualche motivo dal maestro poco prima che fosse terminato. </p> <p>Nel corso del 2024, l’opera sarà protagonista non solo di ulteriori studi, ma anche di numerose iniziative espositive programmate tra Piazzola sul Brenta, città natale del Mantegna, e il Museo Correr di Venezia.</p><h2>LA SCOPERTA DELLA FONDAZIONE MUSEI CIVICI DI VENEZIA</h2> <p>“<em>Questa storia incredibile inizia quando un nostro conservatore del museo nel prevedere un intervento di restauro ha colto dalla poco leggibile superficie della tavola dipinta alcuni indizi che potevano celare un’opera dal grande valore artistico</em>”, ha dichiarato Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia. “<em>Una storia il cui lieto fine potrebbe restituire alla città un prezioso dipinto. Sono emozionata e orgogliosa di questa scoperta. Ringrazio la Fondazione Ghirardi che con noi ha accettato la scommessa di restaurare l’opera, riportando alla luce uno dei tanti tesori nascosti nei nostri depositi</em>”.</p><h2>UN MISTERO ANCORA TUTTO DA SCOPRIRE</h2> <p>Sono ancora tanti gli interrogativi che, per il momento, restano aperti. Ad esempio, chi fu il committente dell’opera? Le indagini preliminari suggeriscono che possa trattarsi di una donna, forse una illustre dama dei Gonzaga. E ancora, perché sono state predisposte due versioni del dipinto, e a chi erano indirizzate? Rimane ancora sconosciuto, inoltre, l'avventuroso viaggio che ha portato il dipinto nella laguna veneziana, fino a giungere nelle mani del collezionista Teodoro Correr, da cui nasce la Fondazione Musei Civici di Venezia.</p> <p>[Immagine in apertura: courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia. Photo Elisa Chesini]</p>

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