A cento anni dall’avvio della collaborazione tra <a href="https://arte.sky.it/news/gio-ponti-libro-architettura-design" target="_blank">Gio Ponti</a> e l’azienda <a href="https://arte.sky.it/news/novita-museo-ginori-firenze" target="_blank">Richard-Ginori</a>, di cui l’architetto e designer milanese fu direttore artistico dal 1923 al 1933, il MIDeC – Museo Internazionale Design Ceramico di Laveno-Mombello, in provincia di Varese, gli rende omaggio con un ampio progetto espositivo che raccoglie ben cento pezzi delle storiche ceramiche.
<h2>IL GENIO CREATIVO DI GIO PONTI </h2>
100%. Un centenario e cento pezzi: Richard-Ginori e Gio Ponti in una collezione lavenese, a cura di Anty Pansera e Giacinta Cavagna di Gualdana, è visitabile fino al prossimo 8 ottobre e ripercorre il contributo creativo senza precedenti che Ponti fornì alla manifattura. È infatti con la direzione del <a href="https://arte.sky.it/news/libro-concattedrale-taranto-gio-ponti" target="_blank">celebre architetto</a> che la Richard-Ginori divenne il noto marchio dalla fama internazionale che è tuttora. Già nel 1923, alla prima Mostra Biennale delle Arti Decorative Internazionali di Monza, Ponti portò decorazioni e motivi inediti di grande valore, riscuotendo un significativo successo tra il pubblico e la critica. Due anni dopo, nel 1925, conquistò Parigi vincendo il Gran Prix all’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne. Dalla sua creatività inarrestabile presero vita pezzi unici, tra colori, amore per l’antico e un’attenzione per i motivi decorativi geometrici orientali. 
<h2>IL LEGAME TRA GIO PONTI E LA RICHARD-GINORI</h2>
Il percorso espositivo prende avvio proprio dalle ceramiche della Biennale di Monza del 1923 e prosegue con un’attenta selezione di pezzi raffinatissimi, tutti provenienti da una collezione privata di Laveno. L’obiettivo della mostra è anche quello di sottolineare il legame profondo tra il museo e la Richard-Ginori, la quale fuse la propria azienda con la SCI – Società Ceramica Italiana di Laveno nel 1965, lasciando successivamente una cospicua donazione di manufatti che pose le basi della collezione del museo, istituito nel 1971 nel cinquecentesco Palazzo Perabò. 
[Immagine in apertura: Gio Ponti, Emerenziana- Serie Le mie donne, ciotola ovale, 11 cm x 24,5 cm x 12,8 cm, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori, s.d. Smaltata, anche internamente, in color porpora, con figura femminile (Emerenziana) nuda sdraiata su corde. Sotto la base, in nero, marchio Ginori con corona a cinque punte; "1106-288/GioPonti/Made in Italy" e simbolo (spirale)]

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Tra le Fiabe del focolare scritte da <a href="https://arte.sky.it/archivio/2021/05/libro-fiabe-grimm-andersen" target="_blank">Jacob e Wilhelm Grimm</a>, quella di Hänsel e Gretel è certamente una delle più note e raccontate su scala globale. Non c'è ragazzino che non sia cresciuto ascoltando, almeno una volta nella vita, l'avventura dei due protagonisti. Figli di un povero taglialegna, Hänsel e Gretel si ritrovano soli nel bosco dopo essere stati abbandonati dal padre. Incapaci di tornare dalla famiglia, nonostante l'espediente delle molliche di pane lasciate lungo il sentiero, i due fratelli raggiungono una piccola casa, che con meraviglia scoprono essere fatta di marzapane. Spinti dalla fame, i bambini iniziano a mangiarne delle parti. Il sogno diventa presto un incubo: la casa è infatti la dimora di una strega che, sfruttando come esca la sua abitazione, cattura i bambini per poi divorarli. Solo l'astuzia dei fratellini riuscirà a salvarli dalla tragica fine, consentendogli di tornare a casa e riabbracciare il proprio padre, pentito. 
<h2>LA STORIA DI HÄNSEL E GRETEL</h2> Scritta nel 1812, la celebre fiaba è tornata da qualche giorno in libreria grazie a una nuova edizione targata <a href="https://www.24orecultura.com/libri-24-ore-cultura/hansel-e-gretel/" target="_blank">24 ORE Cultura</a>. Si intitola La ricetta di Hänsel e Gretel (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina), ed è una divertente versione illustrata che stravolge alcuni episodi della storia originale, pilotando verso nuovi lidi il classico dei fratelli Grimm. Emulando quanto già proposto con la rivisitazione di <a href="https://arte.sky.it/news/cappuccetto-rosso-nuova-versione" target="_blank">Cappuccetto Rosso</a>, il libro – rivolto a un pubblico di lettori dai sei ai dieci anni, e disegnato da Mar Ferrero – ripercorre il racconto esasperando alcuni aspetti e passaggi, offrendo dunque una versione strampalata adatta ai bambini e in grado di strappare più di un sorriso anche agli adulti. Uno sguardo divertente e inedito su uno dei racconti classici più amati di tutti i tempi.

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