La serie di francobolli dedicata agli Iron Maiden

Dai piccoli pub della periferia inglese agli stadi solitamente destinati alle band mainstream. La parabola musicale degli <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-29-settembre-iron-maiden" target="_blank">Iron Maiden</a> si potrebbe riassumere in questo eccezionale salto di qualità. <a name="firstHeading"></a>Nati a Londra nel 1975 da un'idea del geniale bassista Steve Harris, e cresciuti nel solco scavato dal punk, i Maiden degli esordi mescolano rimandi alle sottoculture musicali di quegli anni e una perizia tecnica ereditata da esperienze musicali precedenti – su tutti <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/10/dopo-la-fine-dei-black-sabbath-ozzy-osbourne-pensa-a-un-album-solista" target="_blank">Black Sabbath</a>, <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-31-marzo-40-anni-deep-purple" target="_blank">Deep Purple</a> e Thin Lizzy. Dopo gli iniziali cambi di formazione (con Paul Di'Anno alla voce successivamente sostituito dal carismatico Bruce Dickinson), il gruppo si attesta per il suo sound compatto, solido e ordinato. È del 1982 il capolavoro The Number of the Beast, seguito l'anno dopo da Piece Of Mind, altra perla che vede l'entrata nel gruppo di Nicko McBrain alla batteria. 
<h2>L'HEAVY METAL DEGLI IRON MAIDEN</h2> Da quelle iniziali scorribande, la “macchina” degli Iron Maiden (anzi, l'aereo, vista la nota passione di Dickinson per il mezzo) non si è mai fermata. Sono diciassette in totale i dischi pubblicati dalla band in cinque decenni di attività, per un totale di 2500 concerti messi a segno in sessantaquattro Paesi. Numeri eccezionali, a maggior ragione se si considera che non parliamo certamente di musica “commerciale”. Anzi. 
<h2>L'OMAGGIO DELLA ROYAL MAIL</h2> <a name="Senjutsu_(2021-presente)"></a>A due anni dalla pubblicazione dell'ultimo lavoro Senjutsu, la <a href="https://shop.royalmail.com/special-stamp-issues/iron-maiden?cid=SC0123_IRNMD_PR_01" target="_blank">Royal Mail</a> britannica – azienda leader del sistema postale d’oltremanica – ha deciso di omaggiare la formazione di Steve Harris con una speciale raccolta di francobolli dedicati ai componenti e agli album più iconici della sua storia. Così come già accaduto per altri artisti del Regno Unito, i francobolli – realizzati in sinergia con la band e in collaborazione con Phantom Music Management Ltd – sono in totale dodici. Tra questi, otto raffigurano i componenti della band sul palcoscenico; rientrano in questo gruppo l'immagine della performance epica del bassista a Vancouver nel 2010, e quella con Dickinson e compagni scatenati sul palco del festival Rock in Rio nel 2001. 
<h2>I FRANCOBOLLI PER LE GRANDI BAND INGLESI</h2> Altri francobolli (usciti ieri, 12 gennaio, e acquistabili in un box da collezione al costo di 17,70 sterline) presentano quattro illustrazioni dedicate alle storica mascotte Eddie, il mostro che appare in tutte le copertine degli album e nel loro merchandising. Gli Iron Maiden diventano così il quinto gruppo musicale inglese a essere omaggiato dalla Royal Mail con una simile operazione. Prima di loro era toccato a <a href="https://arte.sky.it/news/beatles-programmi-tv-6-gennaio" target="_blank">Beatles</a> (nel 2007), <a href="https://arte.sky.it/news/programmi-tv-10-febbraio-musica-pink-floyd" target="_blank">Pink Floyd</a> (nel 2016), <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/06/queen-francobolli-poste" target="_blank">Queen</a> (nel 2020) e <a href="https://arte.sky.it/news/rolling-stones-francobolli-royal-mail" target="_blank">Rolling Stones</a> (protagonisti di un simile progetto nel 2022). 
[Immagine in apertura: Courtesy Royal Mail]

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Oscar Micheaux, il supereroe del cinema americano

Considerato il vero pioniere dell’industria cinematografica afroamericana,<a href="https://arte.sky.it/news/documentario-oscar-micheaux-premio-speciale-nastri-argento-2022" target="_blank"> Oscar Micheaux </a>venne rapidamente dimenticato nel momento in cui morì, nel 1951. La sua notorietà iniziò a riemergere solo alla fine degli anni Ottanta.
Oscar Micheaux ha scritto, diretto e prodotto più di 44 film e firmato 6 romanzi. Il quinto di tredici figli, Micheaux ha lavorato come lustrascarpe e facchino prima di affermarsi nel mondo del cinema, contrastando la società razzista e segregazionista del suo tempo: è stato il primo a offrire una visione differente della società americana e della condizione in cui avrebbero meritato di vivere milioni di donne e uomini vittime della più cupa e feroce discriminazione razziale. Come già aveva saputo raccontare nei suoi romanzi autobiografici, Micheaux ha utilizzato il cinema e le sale degli Stati Uniti per diffondere il proprio messaggio.
Micheaux ha prodotto prima film muti e poi sonori, prendendo parte alla grande transizione dell’industria cinematografica. Il suo importante contributo è ricordato da una stella sulla Hollywood Walk of Fame.
Il documentario Oscar Micheaux. Il supereroe del cinema americano, diretto da Francesco Zippel, in onda su Sky Arte domenica 15 gennaio, ricostruisce l’epopea straordinaria di un uomo di cui si conservano appena quattro fotografie e una decina degli oltre quaranta film girati, ma di cui è arrivato il momento di riscoprire l’unicità. 
Il film si avventura nei luoghi della sua vita, dall’Illinois rurale all’effervescente Chicago d’inizio Novecento, dalle pianure del South Dakota alla Harlem del jazz. A dar voce alle incredibili sfide di Micheaux sono studiosi ed eredi del suo cinema come John Singleton e Kevin Willmott, icone della cultura e della musica popolare afroamericana come Chuck D, leggendario cantante dei Public Enemy, e grandi nomi del cinema, tra i quali Morgan Freeman e Amma Asante. 
Infine, per rendere omaggio a Oscar Micheaux e alla sua eredità culturale, il suo film Murder in Harlem è stato restaurato per la prima volta in collaborazione con la Cineteca di Bologna e la George Eastman House di Rochester.

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