La visionaria artista Joana Vasconcelos "invade" le Gallerie degli Uffizi

Tre grandi opere dell’artista portoghese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/07/mostra-joana-vasconcelos-guggenheim-museum-bilbao" target="_blank">Joana Vasconcelo</a> animano la <a href="https://arte.sky.it/news/uffizi-miglior-museo-italiano-mondo" target="_blank">Tribuna degli Uffizi</a>, la Sala Bianca e la Sala di Bona di <a href="https://arte.sky.it/foto/germana-marucelli-mostra-museo-costume-palazzo-pitti-firenze" target="_blank">Palazzo Pitti</a>. Visitabile fino al 14 gennaio 2024, Between Sky and Heart, curata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt e dal critico d’arte Demetrio Paparoni, mette in scena un dialogo non scontato: quello tra le opere di Vasconcelos – ironiche, irriverenti e sempre pronte a sfidare gli stereotipi di genere – e l’architettura e la storia delle più grandi istituzioni museali fiorentine.<h2>LE INSTALLAZIONI DI JOANA VASCONCELOS A FIRENZE</h2> La Sala Bianca di Palazzo Pitti accoglie Marilyn, un gigantesco paio di sandali a tacco alto che richiama quelli indossati dalla Monroe nel film Quando la moglie è in vacanza, composto però da pentole in acciaio. Nella Sala di Bona si trova invece Happy family, una reinterpretazione “pagana” del tema cristiano della Sacra Famiglia: qui, la durezza mascolina del cemento utilizzato per la scultura viene avvolta dalla spiazzante femminilità dell’uncinetto. Infine, l’intricato intreccio di stoffe, perline, piume e led di Royal Valkyrie si staglia sul soffitto della Tribuna degli Uffizi, in un omaggio alle eroine della mitologia norrena.<h2>LE PAROLE DI EIKE SCHMIDT</h2> “I tacchi di Marilyn Monroe in proporzioni monumentali, il nucleo familiare tipico (padre-madre-figlio) trasposto in termini irrituali, la donna guerriera ma avvolta di trame colorate e gale all’uncinetto: le installazioni di Joana Vasconcelos ci presentano un crescendo ovviamente femminista, tuttavia senza recriminazioni o rancori sui ruoli storici di genere. Anzi, è proprio l’allegra ironia delle sue creazioni a spiazzarci e a farci riflettere sui ruoli e sull’efficace, dirompente potere femminile”, ha dichiarato il direttore delle Gallerie Eike Schmidt. [Immagine in apertura: Ufficio Stampa delle Gallerie degli Uffizi]

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Bologna ospita l'arte sovversiva di Ai Weiwei

Il docufilm sul rapporto conflittuale fra Picasso e Parigi

Al norvegese Jon Fosse il Nobel per la letteratura 2023

Il <a href="https://arte.sky.it/news/annie-ernaux-nobel-letteratura-2022" target="_blank">premio Nobel per la letteratura </a>2023 va allo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse, per “le sue opere innovative e la prosa che danno voce all'indicibile". Già annoverato tra i drammaturghi più ammirati e popolari al mondo, Fosse viene dunque ufficialmente consacrato tra i più grandi scrittori della storia, conquistando il più alto riconoscimento in ambito letterario. <h2>JON FOSSE NOBEL PER LA LETTERATURA</h2> L’Accademia Svedese, che fin dal 1901 è responsabile dell’assegnazione, sottolinea che l’immensa produzione di Jon Fosse abbraccia una varietà di generi: dalle opere teatrali ai romanzi alle raccolte di poesie, dai saggi ai libri per bambini. Nato nel 1959 a Haugesund, sulla costa occidentale norvegese, Jon Fosse si afferma sulla scena con il romanzo d’esordio ribelle ed emotivamente crudo dal titolo Raudt, Vart, all'interno del quale affronta il tabù del suicidio. Già nel suo primo dramma, Nokon kjem til å komme ("Qualcosa sta per arrivare", 1992-93), emerge con chiarezza la scrittura scarna e spietata che caratterizza la sua produzione, pronta a cogliere tutte le contraddizioni del linguaggio e dei rapporti familiari e di coppia. I suoi libri sono stati tradotti in oltre quaranta lingue: già vincitore di numerosi premi e riconoscimenti nella sua Oslo, nel 2003 gli viene conferito il Cavalierato in Francia, e nel 2010 vince l'International Ibsen Award per il Teatro.<h2>LA STORIA DEL PREMIO</h2> La storia del riconoscimento più prestigioso al mondo ha origine alla fine dell’Ottocento, quando il chimico svedese Alfred Bernhard Nobel devolve il suo patrimonio a una fondazione con lo scopo di premiare annualmente chi si fosse distinto in cinque campi del sapere: la medicina, la fisica, la chimica, l’economia, la pace, e infine la letteratura. Quest’ultimo, nello specifico, fu vinto per la prima volta nel 1901 dal poeta francese Sully Prudhomme. Bisognerà aspettare il 1909 perché una donna, la svedese Selma Lagerlöf, si aggiudichi il titolo. Il primo autore italiano a essere insignito da un Nobel fu invece Giosuè Carducci (che lo ottenne nel 1906), seguito vent’anni dopo (nel 1926) da Grazia Deledda. L’ultimo italiano a ricevere il premio è stato il drammaturgo Dario Fo, nel 1997. [Immagine in apertura: Jon Fosse, Nobel Prize in Literature 2023 © Nobel Prize Outreach. Ill. Niklas Elmehed]

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