La storia del capolavoro di Kandinsky all'asta a Londra

<a href="https://arte.sky.it/news/yayoi-kusama-mostra-hong-kong" target="_blank">Hong Kong</a>, New York, Londra: queste le tappe previste per il "tour" che precede (e annuncia) l'imminente asta di un capolavoro di <a href="https://arte.sky.it/news/libro-wassily-kandinsky-bambini" target="_blank">Wassily Kandinsky</a>. Il prossimo 1° marzo, infatti, nella capitale britannica Sotheby's proporrà in vendita Murnau mit Kirche II, un dipinto dell'autore di origini russe risalente al 1910 e dall'alto valore storico-artistico. Si tratta infatti di uno dei primi lavori in cui l'artista racchiude e fissa sulla tela i "concetti chiave" del rivoluzionario linguaggio astratto che avrebbe contraddistinto la sua carriera, influendo in maniera determinante sulla sua eredità.<h2>ALL'ASTA UNA DELLE PRIME OPERE ASTRATTE DI KANDINSKY</h2> Formato quadrato (ovvero il preferito all'epoca da autori come Monet a Klimt), dimensioni notevoli e ricca tavolozza di tinte contrastanti caratterizzano Murnau mit Kirche II. Nell'opera <a href="https://arte.sky.it/news/kandinsky-colori-suoni-google-centre-pompidou" target="_blank">Kandinsky</a> sintetizza tutte le influenze assorbite durante la permanenza parigina, dal 1906 al 1907: la decostruzione della forma, desunta da Paul Cézanne, la vivacità cromatica propria dei fauves, le modalità di restituzione dei paesaggi apprezzate in <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-famiglia-van-gogh-amsterdam" target="_blank">Vincent van Gogh</a>. Eppure, il suo punto di arrivo è qualcosa di completamente diverso, originale e profondamente legato a un linguaggio nuovo: sulla superficie bidimensionale prende infatti vita un'esplosione di colore e forma, sganciata dal naturalismo e capace di toccare le corde più profonde. Con il passare degli anni, insieme a una selezione di altre opere, Murnau mit Kirche II è divenuta un punto di riferimento per le generazioni successive di pittori: da <a href="https://arte.sky.it/news/fumetto-jackson-pollock-onofrio-catacchio" target="_blank">Jackson Pollock</a> e Willem de Kooning, in molti hanno guardato alla lezione di Kandinsky e ai pionieristici lavori che hanno scandito il suo percorso verso l'astrazione.<h2>LA MISTERIOSA STORIA DEL DIPINTO DI KANDINSKY</h2> Tutte queste ragioni, unite al fatto che raramente i lavori di <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-kandinsky-centro-candiani-mestre" target="_blank">Kandinsky</a> approdano sul mercato, accrescono la curiosità e l'interesse verso la prossima asta. Senza contare che l'opera è stimata intorno ai 45 milioni di dollari, una cifra che già di per sé impone una certa attenzione. Non meno appassionante, infine, è la vicenda storica legata a Murnau mit Kirche II: una volta ultimata, l'opera fu acquistata dai coniugi Siegbert Samuel e Johanna Margarete Stern, co-fondatori di un'azienda tessile di successo. Nella Berlino degli anni Venti, la coppia era al centro della vita culturale cittadina e vantava amicizie e frequentazioni con intellettuali di prim'ordine, inclusi Thomas Mann, Franz Kafka e Albert Einstein. Murnau mit Kirche II era uno dei gioielli della collezione d'arte della coppia, della quale facevano parte opere di maestri olandesi e lavori più recenti, anche rivoluzionari, eseguiti fra gli altri da <a href="https://arte.sky.it/news/libro-renoir-pittura" target="_blank">Pierre-Auguste Renoir</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-munch-musee-d-orsay-parigi" target="_blank">Edvard Munch</a>. Una raccolta di oltre 100 lavori, fra dipinti e disegni, che rifletteva i gusti eclettici degli Stern. Con l'ascesa al potere dei nazisti e in seguito alla scomparsa di Siegbert Stern e alla fuga dalla Germania di Johanna Margarete, iniziò la dispersione della collezione. Da allora solo meno di dieci anni fa Murnau mit Kirche II è stato identificato: era esposto nelle sale del Van Abbemuseum di Eindhoven, nei Paesi Bassi, dal 1951. I tredici discendenti Stern, una volta tornati in possesso del dipinto, hanno deciso di organizzarne la vendita: i proventi saranno utilizzati per finanziare le ricerche sul destino degli altri capolavori appartenuti alla famiglia. [Immagine in apertura: Courtesy Sotheby's]

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La mostra sulle professioni degli artisti prima di diventare famosi

Il Blanton Museum of Art della University of Texas offre una prospettiva inedita sul mondo del lavoro e sul suo legame con l’arte attraverso la mostra Day Jobs, che aprirà i battenti il prossimo 19 febbraio e sarà visitabile fino al 23 luglio. La mostra esporrà ben 95 opere di 38 artisti, sia affermati sia emergenti, di base negli Stati Uniti. Lo scopo della rassegna è analizzare il modo in cui il lavoro quotidiano ha influenzato e talvolta acceso la creatività degli artisti dei nostri tempi. Molti di essi infatti provengono da aree lavorative o professionali profondamente diverse e talvolta slegate dal mondo artistico, eppure questo, ben lungi dal costituire un problema, è stato per le loro menti geniali uno spunto e uno stimolo.
<h2>LA MOSTRA IN TEXAS</h2> L'esposizione, ideata da Veronica Roberts e Lynne Maphies, è suddivisa in sette sezioni, che richiamano i settori del mondo lavorativo: Art World, Service Industry, Media and Advertising, Fashion and Design, Caregivers, Finance, Technology, and Law. La prima, determinante conversazione avuta dalla Roberts con un artista in precedenza inserito in un contesto produttivo diverso è stata quella con <a href="https://arte.sky.it/news/app-sol-lewitt-tecnologia" target="_blank">Sol LeWitt</a>, che parlò della sua esperienza come receptionist presso il Museum of Modern Art di New York come una delle esperienze formative più importanti della sua vita. L'esposizione parte proprio da quell'epoca, in cui numerosi artisti tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso lavorarono per il <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-moma-refik-anadol" target="_blank">MoMA </a>nei più diversi settori organizzativi o manutentivi. 
 <h2>I LAVORI DEGLI ARTISTI </h2> La prima sezione, infatti, presenta numerosi impiegati eccellenti del MoMA, come Dan Flavin, che era addetto agli ascensori, Robert Ryman, addetto alla sicurezza, e Robert Mangold, a sua volta guardia di sicurezza ma anche impiegato della biblioteca. Nella sezione Service Industry la tipologia degli impieghi diventa quasi infinita: si va da Allan McCollum, che preparava i pasti per i voli della compagnia TWA, a Gregory Blackstock, che era lavapiatti, all'imbianchino Frank Stella. Media and Advertising riflette, tra le altre, sulle figure di Barbara Kruger, che lavorò come lead designer alla <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-palazzo-grassi-venezia-novecento" target="_blank">Condé Nast</a>, e di Gretchen Bender, che fu film editor e regista. Immancabile la presenza di <a href="https://arte.sky.it/news/andy-warhol-mostra-alula-arabia-saudita" target="_blank">Andy Warhol</a>, il quale mosse i suoi primi passi nei panni di illustratore pubblicitario. Nella sezione Fashion and Design spiccano artisti che iniziarono la loro carriera al servizio di altri creativi, come Emma Amos, assistente di Dorothy Liebes, oppure come professionisti in ambiti vicini a quello della moda: ne è un esempio Mark Bradford, ex hair stylist. <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-vivian-maier-santa-maria-della-scala-siena" target="_blank">Vivian Meier </a>lavorò per decenni come tata, come evidenziato dalla sezione Caregivers, mentre la sezione conclusiva riunisce figure come quelle di Sara Bennett e Ragen Moss, attive nell'assistenza legale. [Immagine in apertura: Genesis Belanger, Stepford Wife / Sister Wife, 2018, stoneware, porcelain, plaster, and linen lampshade, overall: 27 × 14 × 10 in., Collection of Rachel Uffner, New York (photo: © Genesis Belanger, Courtesy of Mrs., Maspeth, NY)]

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