Il rapporto tra David Bowie e l'Italia in un libro

<a href="https://arte.sky.it/news/david-bowie-libro" target="_blank">David Bowie</a> è stato un artista universalmente amato, e in quanto tale è stato un uomo “universale”, in senso geografico e non. Versatile e innovativo, sempre a caccia di nuovi stimoli e di nuovi interessi, il cantante e musicista britannico assorbì molto dai luoghi che visitò, lasciando in cambio tracce di sé in ognuno dei Paesi frequentati. Tra questi l'Italia occupa senza dubbio un posto di primo piano, viste le frequenti incursioni di Bowie nella Penisola a partire dalla fine degli anni Sessanta. Si snoda a partire da queste premesse il nuovo saggio di Davide Riccio dal titolo Italian Bowie. Tutto di David Bowie in Italia e visto dall'Italia. 
<h2>IL LIBRO "ITALIAN BOWIE"</h2> A pubblicarlo è <a href="https://arte.sky.it/news/artisti-maledetti-musica-libro-arcana" target="_blank">Arcana</a>, la casa editrice specializzata in contenuti a carattere musicale. Suddiviso in vari capitoli, il volume (nell'immagine in apertura un dettaglio della copertina) indaga il rapporto tra il musicista e il Belpaese a partire – nella sezione introduttiva – da una domanda: “Bowie ascoltava musica italiana?”. Emerge qui la passione del musicista per <a href="https://guidatv.sky.it/programmi-tv/musica/33-giri/stagione-2/episodio-5/0d2150c1-c7a8-4382-bdd8-215a95407921" target="_blank">Lucio Battisti</a> (“Sono un romantico e della musica leggera italiana mi piace tutto quello che ha fatto Lucio Battisti ”, affermò), la collaborazione con <a href="https://arte.sky.it/archivio/2019/05/da-virgil-abloh-a-giorgio-moroder-la-lineup-dellortigia-sound-system-festival" target="_blank">Giorgio Moroder</a> per la colonna sonora di Cat People e con il compositore Gian Piero Reverberi (per l'arrangiamento di Space Oddity). A essere raccontati nel dettaglio sono poi i primi viaggi di Bowie nel Paese (“David Bowie venne varie volte in Italia, pubblicamente e privatamente. La prima volta certa e documentata fu a Monsummano Terme, provincia di Pistoia, dove il 31 luglio 1969 si replicò la gara del Festival Internazionale del Disco”) e le influenze che le canzoni dell'artista ebbero sul panorama nostrano negli anni Ottanta e oltre. 
<h2>LE PAROLE DELL'AUTORE</h2> “Bowie, l’artista più amato del mondo e forse di tutti i tempi, ha amato molto l’Italia. Vi è stato molte volte, quasi come in una seconda casa dopo Londra, Los Angeles, New York, l’isola di Mustique o, per un periodo ben definito, Berlino passando anche dalla Svizzera sulle rive del lago Lemano. Probabilmente ci sono molte nazioni che potrebbero raccontare un proprio David Bowie”, scrive Davide Riccio nelle prime pagine del libro. “Bowie viaggiò incessantemente e assorbì molto da ogni luogo e da ogni cultura, lasciando tracce di sé al punto che forse si potrebbe scrivere anche di un french Bowie, di uno swiss Bowie, di un german Bowie, di un japanese Bowie, di un american Bowie o di un afro-american o black Bowie e avanti. Lui stesso, per questo essere sempre in viaggio malgrado un lungo periodo di dichiarata fobia per gli aerei, si definì un uomo 'internazionale'".

Segui su Sky Arte Il rapporto tra David Bowie e l'Italia in un libro

Il rapporto tra David Bowie e l'Italia in un libro | Sky Arte

Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

Il libro della giungla: il grande classico in una nuova versione illustrata

Inimitabile icona della moda, <a href="https://arte.sky.it/news/coco-chanel-documentario-programmi-tv-1-aprile" target="_blank">Coco Chanel </a>è il fulcro del documentario in onda su Sky Arte venerdì 3 febbraio, intitolato E Chanel creò il tubino – Storia di un vestito leggendario.
Il 1° ottobre 1926, sull’edizione americana di Vogue, tra modelli dai colori sgargianti, compariva per la prima volta un vestito semplice, di taglio diritto e nero: il tubino. La Petite Robe Noire porta la firma di Coco Chanel ed è un modello rivoluzionario e democratico, perché semplice ma allo stesso tempo elegante ed economico. Chanel diceva: “Grazie a me anche le donne meno abbienti possono vestirsi come milionarie”. 
Il tubino diviene in poco tempo la cifra di Chanel e un “must” del guardaroba femminile. Nessun altro capo ha avuto tante diverse declinazioni. Dal 1926 il tubino continua instancabilmente a dare al corpo delle donne un’interpretazione sempre nuova.
Dopo Chanel è stato il cinema a fare del tubino il costume più adatto per esprimere nuovi modelli di femminilità. A indossarlo sono state Rita Hayworth, Lauren Bacall, Marilyn Monroe, Anita Ekberg, fino ad arrivare alla consacrazione, nel 1961, con Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany.
Valentino, Prada, <a href="https://arte.sky.it/news/archivio-gianfranco-ferre-politecnico-milano" target="_blank">Gianfranco Ferré</a>, Gianni Versace, Armani, Victor & Rolf, Jil Sander, <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-karl-lagerfeld-met-new-york" target="_blank">Karl Lagerfeld</a>, Yamamoto e Iris van Herpen sono alcuni dei grandi stilisti che si sono misurati con il tubino, lasciandosi ispirare dal suo taglio sempre attuale.

Segui su Sky Arte Quando Chanel creò il tubino

Quando Chanel creò il tubino | Sky Arte

I maestri della street art si danno appuntamento a Parma

Il rapporto tra David Bowie e l'Italia in un libro

Il rapporto tra David Bowie e l'Italia in un libro

Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

Il libro della giungla: il grande classico in una nuova versione illustrata

Tutto il meglio di BookCity Milano 2024

Una “antibiografia” di Leonardo da Vinci

Il libro della giungla: il grande classico in una nuova versione illustrata

Tutto il meglio di BookCity Milano 2024